Ieri sera Tortolì ha celebrato la notte di Halloween con un evento davvero speciale, che ha attirato migliaia di persone. Le vere star della serata sono stati i Krampus da Fodom, demoniaci e spettacolari, giunti direttamente dalle Dolomiti di Livinallongo del Col di Lana, in Veneto, grazie all’invito della Pro Loco Rocce Rosse, che ha organizzato la manifestazione “Halloween Fest”, evento interamente finanziato dall’amministrazione comunale di Tortolì.

I nove figuranti, avvolti in pellicce e maschere artigianali di legno con corna, hanno dato vita a uno spettacolo di grande impatto, spaventando ed entusiasmando il pubblico di Tortolì. Il corteo è stato aperto da un altro personaggio iconico, il Cavaliere senza testa di Sleepy Hollow, seguito da altri figuranti spaventosi, ma i Krampus hanno dominato la scena con il loro rituale demoniaco, accompagnato da campanacci, fumo e fruste per “punire” i più audaci.

PH Marcel Aregoni

Riccardo Dorigo, presidente dei Krampus da Fodom, ha ringraziato la Pro Loco Rocce Rosse per l’invito e l’ospitalità: «Ringraziamo la Proloco Rocce Rosse per l’opportunità che ci ha dato e per la calorosa ospitalità che distingue la gente di Tortolì. Speriamo di collaborare di nuovo per tornare ancora più carichi e spaventosi. N dio vel paie (un saluto in lingua ladina)».

Oltre alla parata, la serata di Tortolì ha offerto altri eventi che hanno arricchito i festeggiamenti. Tra questi, la mostra micologica organizzata dalla Nuova Pro Loco di Tortolì Arbatax in collaborazione con il Gruppo Micologico e Botanico d’Ogliastra, e i laboratori per i più piccoli di “Creative Steam”. Infine, l’evento si è concluso con l’ultima serata del “Museo del Terrore”, giunto alla sua nona edizione, curato da Luca Sulis e Daniele Olla presso l’Ex Blocchiera Falchi.

Una notte di Halloween, dunque, all’insegna della tradizione, della paura e della fantasia, che ha saputo stupire e divertire il pubblico di tutte le età.

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La Sardegna vanta tradizioni culinarie uniche, alcune delle quali lasciano i turisti letteralmente a bocca aperta. Tra le specialità più sorprendenti e insolite dell’isola, quattro piatti emergono per la loro stranezza e per l’originalità delle storie che li accompagnano.

Le orziadas sono piccole anemoni di mare che vivono lungo le coste sarde: con i loro tentacoli lunghi e velenosi, non sono certo facili da consumare e richiedono mani esperte per prepararli. I turisti che le hanno assaggiate raccontano di un gusto sorprendente, salmastro e leggermente dolce, che resta impresso nella memoria più per l’esperienza che per il sapore.

Il casu marzu, probabilmente il formaggio più controverso del mondo, è un pecorino fermentato fino a diventare “vivo”, con larve che aiutano la maturazione.

Casu marzu

Accanto a questa eccentricità, molti visitatori hanno scoperto anche sa pompia, un agrume autoctono simile al cedro, utilizzato per creare dolci e liquori dal sapore unico. 

Infine, su filindeu è forse il piatto più raro e affascinante dell’isola: una pasta sottilissima preparata con un procedimento antichissimo, quasi estinto, custodito da sole dieci donne in tutta la Sardegna. Tirata a mano e servita con un brodo delicato di pecora, questa pasta offre un’esperienza gastronomica unica. 

Foto di Eliot Stein

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