Il Macellaio, la risto-macelleria di Tortolì che fa impazzire gli amanti della carne

Decine di tagli e provenienze. Frollature per ogni gusto. Panini d’ogni tipo e contorni da leccarsi i baffi. Un menù così vario che è impossibile non uscire sazi e soddisfatti.
Viene chiamato “La Porta dell’Ogliastra” per via della sua posizione strategica ed è caratterizzato da un mare che più trasparente di così non si può, calette dall’aspetto paradisiaco, una cattedrale di porfido rosso e infiniti posti da visitare: adagiato sulla penisola Capo Bellavista, il borgo di Arbatax (frazione di Tortolì) è la nostra meta per queste vacanze estive targate 2024. Ci siamo già innamorati dei suoi scenari da cartolina, degli scorci da favola che lasceranno un segno nel nostro cuore e delle spiagge lambite dall’acqua turchese… ma ora abbiamo voglia di tuffarci a capofitto anche nelle bontà culinarie che ci può offrire.
In questo primo giorno di pace e quiete dopo un anno lavorativo, abbiamo scelto la bisteccheria-macelleria Il Macellaio, consigliataci da tante persone.
Le luci stanno scendendo, lasciando spazio ai primi bagliori notturni, e noi arriviamo in uno dei locali più caratteristici della zona. Sorridiamo: sappiamo di essere arrivati a destinazione non solo per l’insegna con il nome del locale, che campeggia sopra una testa di toro stilizzata, ma anche… per un toro nero, a grandezza quasi naturale, di fronte all’ingresso. Una verandina che dà sul mare, dall’altra parte della strada, illuminata da lucine gialle e delicate, ci ruba gli occhi: è veramente carina, dà l’idea di un luogo appartato, quieto, dove poter gustare delle prelibatezze uniche.
Ci avviciniamo all’ingresso e quello che notiamo subito è il profumo irresistibile che sentiamo arrivare alle nostre narici: è profumo di barbecue, l’acquolina in bocca si fa sentire.
Una volta dentro, una cameriera ci accoglie e, con il sorriso, ci propone proprio un tavolino fuori, nella finestra sul mare che ci ha rubato il cuore. Facciamo in tempo a notare, davanti a noi, un banco frigo, mentre sulla destra c’è il regno dei cuochi. Ecco svelato l’arcano, Il Macellaio è anche una macelleria attiva sin dal 1950.
Esperti nella selezione della carne e nella sua vendita, insomma, ma anche professionisti nella sua cottura.
Ci accomodiamo al nostro tavolo all’esterno e diamo un’occhiata al menu, dove ogni piatto ha la sua descrizione e una foto. Quello che capiamo subito è che qui, al Macellaio, tutti i gusti possono essere esauditi. Ci sono carni sia locali che provenienti da ogni parte del mondo – Olanda, Danimarca, Norvegia, Estonia e chi più ne ha, ne metta –, con come prodotto di punta la bistecca, che può essere frollata (da 30 a 90 giorni) o meno, locale, nazionale o estera. Ovviamente, si può scegliere il proprio tipo di cottura. Sfogliando, vediamo che questo è il paradiso della carne ma nessuno viene comunque escluso: c’è anche un panino vegetariano. Arrosticini, kebab o polpette di pecora, maialetto arrosto, costine di bovino, grigliate miste, tantissimi panini particolari tra cui scegliere e molti contorni per accompagnare.
E non solo: Il Macellaio è stato il primo, otto anni fa, a proporre il sushi di carne, quindi si possono assaporare anche le tartare e i carpacci.
Decidiamo di dividerci e io prendo la tartare “Il Macellaio”, con filetto di scottona adagiato su un letto di rucola e grana, olio extravergine, sale, rosso d’uovo, mentre mio marito si lancia a capofitto su una bistecca di frisona, con frollatura a 30 giorni. Ci facciamo consigliare un vino tra le decine presenti sul menù (anche in questo caso sono presenti etichette locali, nazionali e internazionali, per accontentare ogni palato) e optiamo per un vino del posto: del resto, siamo qui e vogliamo immergerci nella cultura di questo lembo di terra che è anche scrigno della longevità.
Dai primi assaggi, ci accorgiamo che è proprio vero: nella cucina del locale, vengono fatte delle magie. La carne è freschissima, la tartare è saporita, con la dolcezza del filetto di scottona e dell’uovo che viene bilanciata dalla lieve nota amara della rucola. La bistecca è morbida, succosa, saporita. Si sente proprio il sapore di un animale allevato in maniera etica, corretta, in verdi pascoli e selezionato con cura e accortezza da specialisti della carne.
Domani torneremo: ci sono rimasti nel cuore i panini, soprattutto quelli “Mostruosi”, da accompagnare con una bella birra artigianale… o opteremo per il maialetto arrosto, il vero classico di queste zone? O ancora, per un carpaccio di wagyu australiano “Rangers Valley”?
Dopo uno dei dolci fatti in casa da Nonna Silvana – il locale è a gestione familiare –, ci alziamo, sazi e soddisfatti.
Un’ultima occhiata al toro, e ci avviamo verso casa con in bocca il gusto dolce di una cena che è stata anche un’esperienza.

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