Lo sapevate? Intorno ai menhir di Perda Longa si svolgevano riti per combattere la sterilità
Fino a qualche decennio in Ogliastra e in altre parti della Sardegna si credeva che i menhir potessero servire a combattere la sterilità. In un libro degli anni ‘70 di Angelino Usai, vengono riportati riti e testimonianze su queste pratiche.
Al confine tra Barisardo e Tortolì, nelle vicinanze della strada statale 125 vi è una zona che prende il nome di Perda Longa.
Qui sono presenti numerosi menhir, la maggior parte dei quali abbattuti. Tra quelli in piedi spiccano alcuni dell’altezza di oltre quattro metri, tra i più suggestivi dell’Isola.
Angelino Usai del 1977 “Tortolì nei monumenti dell’antico culto fallico“, riporta testimonianze e riti che si svolgevano nella zona per combattere la sterilità.
In particolare attorno al betilo conosciuto con vari nomi: Perda Longa – da cui prende il nome la zona – Perda de Nurtai, Perda de s’enna de sa Spada, Perda de Fa e Limba de Boi. Il libro riporta una testimonianza di una coppia di Ilbono che in una notte di luna, mentre mietevano il grano nella zona, videro una coppia di sposi denudarsi e avvicinarsi al menhir. Qui avrebbero compiuto dodici giri attorno al betilo tenendosi per mano e pronunciando frasi incomprensibili.
Sempre Usai, riporta il racconto di un’anziana signora pratica di antichi riti magici. Ad una donna sterile alla quale non avevano fatto effetto filtri curativi, avrebbe suggerito di recarsi a Perda Longa.
Qui si sarebbe dovuta sfregare il ventre nudo in “sa perda fitta” – nome in Limba dei menhir – senza farsi vedere da nessuno.
Contemporaneamente avrebbe dovuto recitare una formula segreta: un misto tra preghiera cristiana e parole magiche.
La maga non rivela a Usai se l’esito della pratica sia stato positivo, ma racconta come in passato avesse curato numerose donne con le pratiche consigliate.
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