Il numero chiuso per accedere alla meravigliosa spiaggia di Cala Luna, situata nel suggestivo Golfo di Orosei, diventerà realtà.

I comuni di Dorgali e Baunei, che condividono questa splendida lingua di sabbia lunga 800 metri, hanno deciso di introdurre il numero chiuso a partire dalla prossima estate.

Questa idea era stata presa in considerazione già lo scorso anno, ma la decisione era stata rimandata al 2024.

Ora, una volta approvato il via libera definitivo, il numero chiuso entrerà in vigore a partire da giugno. Le due amministrazioni comunali concordano sulla necessità di gestire gli arrivi sulla spiaggia, spesso affollata da migliaia di turisti italiani ed esteri durante i mesi estivi. Un primo tavolo tecnico si è già riunito con operatori turistici del Golfo di Orosei, Capitaneria di Porto, Corpo Forestale, Questura e Prefettura di Nuoro, oltre a Confcommercio. Durante questo incontro si è iniziato a discutere di un possibile ticket ecologico, della necessità di vigilanza e della turnazione degli sbarchi per i visitatori che arrivano via mare. L’obiettivo principale è quello di preservare l’ambiente e garantire la sicurezza dei bagnanti, oltre a tutelare le imprese di trasporto marittimo che si occupano dei turisti.

Attualmente non c’è ancora certezza riguardo al numero massimo di persone che potranno accedere alla spiaggia ogni giorno. Si ipotizza un accordo che possa limitare le presenze quotidiane intorno a quota 1000.

La Sardegna vanta tradizioni culinarie uniche, alcune delle quali lasciano i turisti letteralmente a bocca aperta. Tra le specialità più sorprendenti e insolite dell’isola, quattro piatti emergono per la loro stranezza e per l’originalità delle storie che li accompagnano.

Le orziadas sono piccole anemoni di mare che vivono lungo le coste sarde: con i loro tentacoli lunghi e velenosi, non sono certo facili da consumare e richiedono mani esperte per prepararli. I turisti che le hanno assaggiate raccontano di un gusto sorprendente, salmastro e leggermente dolce, che resta impresso nella memoria più per l’esperienza che per il sapore.

Il casu marzu, probabilmente il formaggio più controverso del mondo, è un pecorino fermentato fino a diventare “vivo”, con larve che aiutano la maturazione.

Casu marzu

Accanto a questa eccentricità, molti visitatori hanno scoperto anche sa pompia, un agrume autoctono simile al cedro, utilizzato per creare dolci e liquori dal sapore unico. 

Infine, su filindeu è forse il piatto più raro e affascinante dell’isola: una pasta sottilissima preparata con un procedimento antichissimo, quasi estinto, custodito da sole dieci donne in tutta la Sardegna. Tirata a mano e servita con un brodo delicato di pecora, questa pasta offre un’esperienza gastronomica unica. 

Foto di Eliot Stein

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