La zona del Rione Sanità in passato veniva invasa da intense colate di fango
La zona del Rione Sanità (che viene chiamata anche Borgo delle Vergini) era un grande cimitero e passato era soggetta a delle vere e proprie alluvioni. Quando le piogge si facevano intense, grandi colate di fango investivano la vallata. La gente chiamava queste colate “le lave”. Le lave hanno sepolto gli antichi ipogei e hanno sollevato il livello della strada.
Lo sapevate? La zona del Rione Sanità in passato veniva invasa da intense colate di fango.
La zona del Rione Sanità (che viene chiamata anche Borgo delle Vergini) era un grande cimitero e passato era soggetta a delle vere e proprie alluvioni. Quando le piogge si facevano intense, grandi colate di fango investivano la vallata. La gente chiamava queste colate “le lave”. Le lave hanno sepolto gli antichi ipogei e hanno sollevato il livello della strada.
Il Rione Sanità ha questo nome per delle miracolose guarigioni avvenute in passato. Il nome originario era Valle Sanitatis per la presenza dei corpi dei santi qui sepolti, corpi in grado di guarire miracolosamente diversi tipi di mali.
I cristiani qui crearono prima le catacombe di San Gaudioso e poi la basilica.
Poi, a causa delle lave, il luogo fu in parte abbandonato, per poi essere riscoperto secoli dopo. La vita andò a sostituire la morte.
Nel Rione questi due elementi coesistono come in nessun altro luogo.
Questo luogo si chiama anche “Borgo dei Vergini. Questo nome ha radici che affondano nell’epoca tardo-classica, ed è legata ad una confraternita religiosa greca che un tempo abitava il quartiere: gli Eunostidi (una comunità di uomini “vergini” dedita alla temperanza e alla castità). Alla base del credo di questa comunità vi è la vicenda, tra storia e leggenda, di Eunosto, un affascinante giovane, vittima del corteggiamento insistente e aggressivo di Ocna. La ragazza, figlia di un magistrato, corteggiò a lungo il fanciullo, senza ottenere alcuna risposta. Infine, travolta dalla passione, tentò di sedurlo con una vera e propria aggressione, ma Eunosto reagì bruscamente e si difese con la forza. Ferita nell’orgoglio oltre che nel corpo, Ocna raccontò ai fratelli d’esser stata vittima di un tentativo di stupro e i due la vendicarono uccidendo il ragazzo. Quando, poco dopo, si scoprì la verità, i due furono arrestati, Ocna si tolse la vita e i cittadini dedicarono un tempio al povero e innocente Eunosto.
Come riporta Napoli.com, oggi la zona detta “Borgo dei Vergini” è un tratto del Rione Sanità caratterizzato da palazzi storici e strade brulicanti di vita, ma un tempo costituiva il letto di un torrente che scendeva dalla collina di Capodimonte e dai Colli Aminei arrivando fino al mare. Dopo la pioggia il torrente tendeva ad ingrossarsi diventando un vero e proprio fiume. Questa particolarità iniziò a creare problemi quando nella zona vennero costruite le prime abitazioni.
Nonostante i mattoni, prima, l’asfalto ed il cemento, poi, l’acqua continuava ad inondare le strade dei Vergini: al grido “‘A lava! ‘A lava!” le persone si rifugiavano negli appartamenti ai piani alti per non venire travolte dalla corrente mentre le strade venivano devastate dalla piena; anche al termine dell’alluvione per attraversare era necessario ricorrere a tavole di legno.
Tanti furono, nei secoli, gli interventi volti a limitare la “lava dei Vergini”, ma l’acqua continuò a prendere il controllo delle strade fino all’arrivo di Guido Martone, che ha diretto il Servizio Fognature del Comune di Napoli dal 1944 al 1977. Prima di prendere provvedimenti l’uomo volle sperimentare sulla sua pelle gli effetti di simili alluvioni: per questo motivo andò alla Sanità proprio in uno di questi momenti critici. Così lui stesso raccontò l’esperienza:
“La strada trasformata in fiumana era una vista terribile. Per osservare il fenomeno, non appena iniziò una intensa pioggia di settembre, chiesi ospitalità a una famiglia, che abitava al primo piano nei pressi di piazza Vergini, e attesi alla finestra. L’acquazzone imperversava sempre più intenso, sentii urlare più volte ‘a lava! ‘a lava!, un grido man mano più vicino mentre venivano calate saracinesche e chiusi in fretta i battenti di negozi, portoni e bassi. Davvero impressionante con i chiusini che saltavano, la pavimentazione che si gonfiava ed esplodeva. Il torrente carico di detriti correva trascinando tutto quello che incontrava da via Fontanelle e da via Sanità, dalla zona di San Gennaro dei Poveri, dalle pendici di Capodimonte e da quelle di Materdei, spazzava piazza Vergini e si buttava su via Foria raggiungendo piazza Carlo III e piazza Garibaldi”.
Dopo quest’esperienza diretta Martone indagò per cercare l’origine del problema. Non ci mise molto a scoprire che l’intoppo era nel sistema fognario: blocchi, ostruzioni e detriti di qualunque tipo impedivano il naturale defluire delle acque piovane che, quindi, tornavano ad invadere le strade. La situazione raggiungeva livelli disastrosi sotto via Roma, dove la cloaca risalente al 1600 era completamente ostruita da detriti e, addirittura, numerosi cadaveri ammassati lì nei secoli.
Nella prima metà degli anni ’60, sotto la guida di Guido Martone, le fogne di Napoli vennero liberate, restaurate e rese nuovamente funzionali. Da allora la “lava dei Vergini” divenne solo un ricordo lontano, un racconto colorito di quando il mare cercava di riprendersi le bellezze di Napoli.
Il borgo è stato utilizzato per la realizzazione di diversi celebri film come “L’oro di Napoli”, di Vittorio De Sica, con Totò (nato e vissuto alla Sanità), Eduardo de Filippo, Sophia Loren, Silvana Mangano; “Ieri, oggi, domani” con Sophia Loren e Marcello Mastroianni; “Il fantasma di via Sanità”, episodio del film “Pacco, doppio pacco e contropaccotto” di Nanni Loy, con Marina Confalone e Gerardo Scala che recitano in questo episodio. Oggi con il suo colorato mercato all’aperto, il rione Sanità è una delle zone più animate e uno dei luoghi più caratteristici di Napoli.
Tra i problemi del quartiere, sicuramente l’emarginazione sociale, così come la disoccupazione o la sotto-occupazione, nonostante le potenzialità storico-culturali del rione.
Alcune associazioni di volontariato, culturali e sociali che operano nel rione si sono costituite in Rete per provare a costruire migliori condizioni di vita stimolando il senso civico e creando opportunità di uscita dal degrado per le persone del quartiere.
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