È unica al mondo: la Collana di San Gennaro, in cui ogni pietra preziosa ha una storia da raccontare
Tra i gioielli più preziosi esistenti al mondo, la Collana di San Gennaro è un tripudio di pietre preziose: diamanti, rubini, smeraldi. Fa parte di una delle collezioni più importanti, il Tesoro di San Gennaro, dove ogni oggetto racconta una storia di papi, regine e sovrani
Il museo del Tesoro di San Gennaro, sito accanto al Duomo di Napoli, è un luogo di altissimo valore storico-artistico, culturale e spirituale, dedicato alle straordinarie opere appartenenti al Tesoro del Santo: antichi documenti, oggetti preziosi, argenti, gioielli, dipinti di inestimabile valore che, nel corso dei secoli, sovrani, Papi, uomini illustri o persone comuni hanno donato al patrono di Napoli.
Tra tutti,c’è un oggetto di straordinario valore e bellezza: la Collana, un gioiello impressionante in tanti sensi. Realizzata dall’artigiano Michele Dato a partire dal 1679, è stata ampliata e impreziosita di altre gioie fino al 1929, epoca a cui risale l’ultimo dono aggiunto alla collana. Si tratta di uno straordinario gioiello in oro, argento e pietre preziose, unico al mondo.
Commissionata dalla deputazione per ornare il busto reliquario del santo, per la sua realizzazione vi si destinò alcune delle gioie appartenenti al tesoro, oltre ad altre gioie acquistate per l’occasione e quelle donate da sovrani, pontefici e devoti. La collana si compone di più parti: la parte superiore è l’elemento più antico ed è composta da 13 parti snodabili.
Al centro della collana c’è un bellissimo fermaglio di smeraldi; è la gemma più grande di tutta la collana, fu acquistata dalla Deputazione e proviene dalla Colombia. Vi sono poi una serie di croci: quella di rubini e diamanti donata da Carlo III Borbone nel 1734, di enorme valore; una croce e bottone di diamanti, dono della moglie di Carlo Borbone, Maria Amalia di Sassonia; una croce vescovile di zaffiri e diamanti, dono di Maria Carolina d’Austria del 1775; una croce di smeraldi e diamanti, dono di Napoleone Bonaparte del 1806.
Nella parte più alta della collana, è posto un fermaglio che fu commissionato dalla Deputazione nel 1833 che si distingue per la varietà di gemme colorate e i ricami in metallo. Una spilla e croce, dono di Vittorio Emanuele II che, nel 1862 insieme all’allora presidente del Consiglio dei Ministri Urbano Rattazzi, si recò in visita al Santo Patrono. Infine, due elementi legati a delle vicende particolari: la prima è una commovente e bellissima storia di devozione. Nella parte superiore della collana si trovano incastonati nel complesso meccanismo della collana un paio di orecchini di diamanti e perle, che sono il dono di una popolana.
La donna, scampata all’epidemia di peste del 1844, si recò nella cappella per pregare e ringraziare il Santo e donò l’unico avere che aveva, questi orecchini avuti in dono dalla madre, che erano stati tramandati di generazione in generazione.
Proprio per il gesto così nobile la Depuazione decise di applicarlo nella parte superiore del gioiello. C’è poi un anello con diamanti che ha una storia particolare: Umberto II Savoia e Maria Josè del Belgio, principi consorti, nel 1931 si trasferirono a Napoli. Stesso il giorno dopo, com’era tradizione tra i potenti, Umberto si recò a omaggiare il santo di una splendida pisside in oro, corallo e malachite commissionata ai maestri corallieri, la famiglia Ascione di Torre del Greco.
Qualche anno dopo, anche Maria Josè si recò in visita al Santo ma sorprendentemente si recò a mani vuote. L’imbarazzo fu tale che per rimediare, si sfilò all’istante l’anello d’ro con diamante che portava al dito e lo donò a San Gennaro. La collana è insomma un gioiello che racchiude molteplici storie ed ha tanto raccontare attraverso il bagliore delle sue numerose pietre.
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