La chiesa di San Lorenzo Maggiore, gioiello del gotico e custode di storia napoletana

Uno dei luoghi più affascinanti, per più di un motivo: esempio di gotico tra i più belli, testimonianza delle varie stratificazioni e epoche storiche, al centro di avvenimenti significativi e famosi, e poi soprattutto, luogo di incontro tra un insigne poeta fiorentino del ‘300 e la sua amata. Avete capito di chi parliamo?
Monumenti napoletani: la chiesa di San Lorenzo Maggiore, gioiello del gotico e custode di storie importanti della città.
Uno dei luoghi più affascinanti, per più di un motivo: esempio di gotico tra i più belli, testimonianza delle varie stratificazioni e epoche storiche, al centro di avvenimenti significativi e famosi, e poi soprattutto, luogo di incontro tra un insigne poeta fiorentino del ‘300 e la sua amata. Avete capito di chi parliamo?
Tra le stradine affollate del centro storico di Napoli, all’incrocio di due importantissime arterie, via San Gregorio Armeno e via Tribunali, si erge una delle chiese più importanti di Napoli, quella di San Lorenzo Maggiore. La basilica fu edificata nel 1270 per volere di Carlo I d’Angiò. Il suo nome è legato a un fatto di cronaca letteraria, potremmo forse dire e cioè l’incontro tra lo scrittore fiorentino Boccaccio e la giovane Fiammetta.
Si narra che il sabato Santo del 1336 I due si conobbero proprio tra le navate della splendida chiesa. Maria d’Aquino era la figlia naturale di Roberto D’Angiò, il giovane poeta se ne invaghì e ne fece la sua musa ispiratrice dandole il nome di Fiammetta per l’appunto. Anche un altro sommo poeta e scrittore, Francesco Petrarca ha legato il suo nome alla chiesa. Il poeta fu infatti ospite dei frati francescani nell’annesso convento nel 1343. La Basilica costituisce una testimonianza preziosissima delle diverse epoche storiche vissute dalla città, dalle primitive costruzioni greche alle successive costruzioni romane e poi a seguire medievali, fino alle modifiche in età moderna.
L’attuale chiesa gotica, uno degli esempi più belli di questo stile architettonico, è stata di continuo rimaneggiata in seguito ai doversi terremoti che l’hanno danneggiata, con restauri che di volta in volta hanno seguito gli stili e le mode delle varie epoche. Se visitata oggi, si può vedere come, libera dalle sovrapposizioni barocche, si presenti nelle sue originali forme gotiche, conservando comunque intatte alcune sue opere barocche all’interno. L’interno della chiesa è davvero grandioso, dalla bellezza sobria e un po’ austera che induce alla spiritualità anche i meno religiosi. Tra gli elementi più belli c’è un grande crocifisso in legno della seconda metà del ‘300, pregevoli inoltre gli affreschi e le sculture presenti nelle cappelle e sull’altare Maggiore.
Adiacente alla chiesa c’è il convento, di cui si ammira innanzitutto il chiostro. Importante testimonianza di epoca settecentesca emergente sui resti del macellum romano e cioè l’antico mercato. Il chiostro è caratterizzato da un pregevole pozzo di marmo e piperno collocate al centro del cortile, scolpito da Cosimo Fanzago. Dal chiostro si accede alle sale che ospitano il Museo dell’Opera che espone antichi costume e arredi del convento. Altre due sale sono quelle del Capitolato e quella di Sisto V, che conservano il loro aspetto originario. All’esterno, di grande bellezza è anche il campanile del XV secolo, di forma squadrata e a quattro piani. Questo campanile, per la sua posizione nel cuore della città, è stato più volte al centro di svariati avvenimenti storici: nel 1647, un esempio su tutti, i seguaci di Masaniello lo presero d’assalto utilizzandolo come avamposto di artiglieria contro gli spagnoli. Tra la chiesa e il campanile, a sinistra, vi è l’ingresso al monastero che sulla facciata presenta gli stemmi dei seggi, cioè le istituzioni amministrative dei vari quartieri attive fin dal Medioevo.

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