La storia delle fontana della Scapigliata e del Capone, un pezzo incredibile della Napoli cinquecentesca
Le due fontane del 1500 sono state da poco completamente restaurate. Ubicate a Forcella in via Egiziaca, vicine all’ospedale Ascalesi e al Complesso Monumentale dell’Annunziata: due opere volute del vicerè don Pedro de Toledo per riorganizzare la zona dell’antico complesso dell’Annunziata.
Da qualche tempo ritornate al loro antico splendore le due fontane del 1500 che si trovano a Forcella: la “Scapigliata” e il “Capone”. Due opere volute del vicerè don Pedro de Toledo che diede l’incarico nel 1541 all’architetto Giovanni Merliano, noto come Giovanni da Nola e grande architetto di quel tempo, di riorganizzare la zona dell’antico complesso dell’Annunziata.
Le due fontane si trovano vicine a piazzetta Forcella, nello slargo di via Egiziaca a Forcella, un luogo che conserva un fascino antico e che pare raccontare la storia di quell’area della città. Il vicerè desiderò risistemare in modo adeguato gli spazi vicini all’antico complesso dell’Annunziata, dove un tempo sorgevano i lavaturi della Santa Casa alimentati dall’acquedotto della Bolla, nell’ambito del piano di rinnovamento dei servizi pubblici della città.
In quel periodo, Napoli stava superando i duecentomila abitanti e per far fronte all’accresciuta richiesta di acqua, fu dotata di numerosissime fontane, molte delle quali contribuirono alla monumentalizzazione della città stessa. Le fontane pubbliche vennero costruite a ridosso delle mura, delle chiese, all’interno delle piazze e degli slarghi e venivano alimentate, come già detto, dall’antichissimo acquedotto della Bolla, realizzato durante il periodo greco-romano della città e che per oltre duemila anni l’ha fornita di acqua eccellente e abbondante.
Successivamente alla peste del 1528, e con le nuove disposizioni urbanistiche del viceré Don Pedro de Toledo, fu deciso di ampliare i canali e le cisterne dell’acquedotto affidandone i lavori all’ingegnere Antonio Lettieri il quale, a sua volta, consentì l’approvvigionamento pubblico delle acque anche in quelle aree urbane di più recente espansione.
La fontana della Scapigliata aveva al centro un enorme scoglio in pietra lavica dal quale uscivano gli zampilli d’acqua che, nel ricadere, ricordavano il morbido movimento di lunghe chiome “scompigliate”, da qui il nome. Durante i lavori del Risanamento di fine Ottocento, lo scoglio fu sostituito da una colonna con lo stemma marmoreo del Comune di Napoli.
La vicina fontana del “Capone”, così detta per l’enorme testa dalla quale sgorga l’acqua, è appoggiata al muro perimetrale del Complesso dell’Annunziata ed ha una enorme testa dalla quale sgorga l’acqua che ricade nella fontana. Purtroppo due maschere similari, ma in bronzo, che erano affiancate alla principale sono andate perduti nel corso dei secoli.
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