Tesori nascosti di Napoli: il parco re Ladislao, oasi di pace e natura nel cuore della città

Riaperto da poco al pubblico, dopo anni di incuria e abbandono, il parco re Ladislao è un piccolo gioiello architettonico e naturalistico. Un polmone verde finalmente restituito alla fruizione di tutti, in un’area altamente urbanizzata dove si sentiva fortemente il bisogno di spazi verdi
Napoli è un museo a cielo aperto. Quante volte lo abbiamo sentito dire, eppure tante delle sue bellezze sono celate agli occhi dei più: chiostri bellissimi, ville nascoste nel verde, giardini incastonati tra i palazzi.
È questo il caso del parco Re Ladislao, un bellissimo angolo di natura che era rimasto chiuso per anni e lasciato in stato di abbandono e che finalmente il Comune di Napoli ha deciso di recuperare e riaprire al pubblico. I lavori di ripristino sono terminati nel mese di novembre dell’anno appena trascorso.
Il parco è un piccolo polmone verde di 4.500 mq nascosto a ridosso della Chiesa di San Giovanni a Carbonara, nel cuore del centro antico della città. Il giardino storico è uno splendido esempio di hortus conclusus, ovvero di giardino medievale recintato, in questo caso da alte mura, tipico dei monasteri e dei conventi. Di pianta geometrica, questo spazio univa finalità estetico-contemplative a esigenze pratiche e produttive: si tratta di un giardino storico creato ad uso e consumo dei frati dell’antico monastero che vi coltivavano essenzialmente piante e alberi per scopi alimentari e medicinali.
La giacitura pianeggiante, la presenza di una abbondante disponibilità di acqua di irrigazione su tutta la superficie e la fertilità del terreno sono ambiente ottimale per questo parco che è uno scrigno di biodiversità mediterranea e conserva ancora tracce della antica funzione di hortus conclusus con il giardino dei semplici, adibito alla coltivazione di erbe officinali ed aromatiche usate dagli speziali del monastero e alberi da frutto principalmente agrumi allo scopo sia alimentare che per creare un ambiente contemplativo. Il parco prende il nome da un celebre Re di Napoli, Ladislao d’Angiò – Durazzo, vissuto tra la fine del 1300 e l’inizio del 1400.
Non tutti sanno che tale Re passò alla storia per aver a lungo aspirato ad un importante progetto mai attuato: unificare l’Italia con Napoli capitale. Oggi le sue spoglie sono conservate all’interno dell’imponente monumento sepolcrale nella Chiesa di San Giovanni a Carbonara. Dopo i lavori di recupero, il giardino si presenta come una vera e propria oasi verde curata nei minimi dettagli e abbellita con diverse e numerose specie di piante e fiori colorati.
Soddisfatto il sindaco di Napoli: “È stato recuperato uno spazio verde molto importante perché si tratta di un parco storico della città con un valore architettonico di grande rilievo in un luogo molto significativo vicino alla Chiesa di San Giovanni a Carbonara. È solo il primo passo – prosegue Manfredi – per il pieno recupero di tutta questa insula perché ci sarà anche a brevissimo il recupero del vecchio convento abbandonato da molte decine di anni”.

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