L’Orto Botanico nasconde un tesoro unico, tutto da scoprire ed è tra i più grandi e ricchi d’Europa. Ecco la sua storia
Nel 1615 il Viceré, conte di Lemos, aveva annunciato la realizzazione di un grande giardino botanico, poi il progetto fallì. Più di un secolo dopo Ferdinando IV di Borbone riprese l’idea che però si realizzo solo il decennio successivo, quando ci fu un cambio di governo in città.
Chi arriva all’Orto Botanico tira un sospiro di sollievo. Davanti a sé viali alberati, distese di verde, piante e arbusti, un silenzio irreale. Tutto trasporta nell’immediato in una dimensione tranquilla e armoniosa, così diversa da quella che si respira appena fuori, tra un traffico continuo di veicoli e palazzi addossati l’uno all’altro.
L’Orto Botanico di Napoli è uno dei più vasti e ricchi d’Italia. Fanno parte del suo esteso patrimonio non solo migliaia di specie erbacee, arboree e arbustive, provenienti da ogni parte del mondo, ma anche esemplari di quasi tutti i fiori esistenti. Inoltre serre a diverse temperature, calde, fredde e temperate, consentono la coltivazione di piante di ogni latitudine.
Un patrimonio unico e tra i più ricchi. Passeggiando per l’Orto si resta affascinati da molte collezioni importanti come quelle bellissime delle piante succulente, o quella delle felci arboree, o ancora inebriati dall’odore dell’antica raccolta di agrumi. Una sezione del giardino è destinata alle piante che hanno un valore pratico, come quelle medicinali, tintorie e da essenza.
Ma a quando risale l’Orto e chi lo fece costruire? Già nel 1615 il viceré conte di Lemos aveva annunciato la realizzazione di un Orto Botanico a Napoli, ma il progetto non si concretizzò mai. Un secolo e mezzo dopo, nel 1777, Ferdinando IV ipotizzò di edificare un Museo di Storia Naturale e un Orto Botanico nella zona dell’ex Palazzo degli Studi che, secondo i suoi piani, doveva diventare il centro di tutte le attività culturali e scientifiche della capitale del Regno.
Ma fu necessario attendere il decennio di dominio francese per far diventare il progetto una realtà concreta. I lavori per la costruzione del complesso durarono a lungo e furono condotti con le migliori competenze scientifiche dell’epoca; finalmente nel 1807 venne alla luce, con decreto di Giuseppe Bonaparte, il Real Giardino delle Piante. Quando i Borbone ritornarono al potere promossero con grande entusiasmo la realizzazione dell’orto botanico pubblico perché tramite questo complesso era possibile approfondire la conoscenza di piante utili allo sviluppo dell’agricoltura e della medicina.
L’Orto Botanico di Napoli è organizzato per percorsi e giardini tematici: piante del deserto, velenose, da spiaggia, frutteti, agrumeti, mediterranee, addirittura piante citate nella Bibbia e così via. Ci sono anche campi sperimentali e un giardino tutto dedicato ai non vedenti. Nell’Orto Botanico ci sono diverse strutture storiche, a cominciare dalla Serra Temperata, un’armonica costruzione restaurata di recente, con una lunga facciata dove le semicolonne doriche scanalate si alternano alle vaste aperture ad arco chiuse da vetrate. Vicino l’ingresso principale dell’Orto si erge l’edificio dove risiede il dipartimento di Biologia vegetale della facoltà di Scienze matematiche, fisiche e naturali dell’Università di Napoli.
Nella zona in cui l’orto confina con l’Albergo dei Poveri, è situato il “castello”, così denominato per le due bellissime torri circolari che contraddistinguono la facciata. Questa struttura accoglie il Museo di Etno-botanica e Paleo-botanica che ripercorre l’origine dei gruppi di piante venute alla luce sulla terra nel corso delle varie epoche, offrendo così una completa visuale storica delle specie viventi. Questa dell’Orto Botanico è una risorsa di cui veramente andar fieri.
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