Lo sapevate? Quale è il mercato più antico di Napoli?

Uno dei mercati più amati della città, sicuramente uno dei più antichi. E voi lo conoscete?
Lo sapevate? Quale è il mercato più antico di Napoli?
Uno dei mercati più amati della città, sicuramente uno dei più antichi. E voi lo conoscete?
Ci sono molte storie e leggende che circolano intorno al nome di Pignasecca, il più antico mercato di Napoli, ma quanto di tutto questo è veramente vero?
I mercati rionali di Napoli sono un vero tesoro di storie e tradizioni, un rifugio di ricordi che rendono ogni angolo di questa città unico e speciale. Camminare tra i banchi, pieni di meravigliose bancarelle cariche di cibo, abiti e oggetti di ogni genere, nella folla colorata e animata, significa respirare l’essenza del passato che rende un luogo davvero unico. Tra tutti questi mercati, il mercato della Pignasecca spicca per la sua bellezza pittoresca, il suo caos coinvolgente e i suoi vivaci colori. È considerato il mercato più antico della città, con una storia che risale nel tempo. Affacciato sulla celebre via Toledo, un tempo rappresentava la zona rurale al di fuori delle mura cittadine. Oggi, invece, è considerato parte integrante del centro storico.
Ma da dove deriva il suggestivo nome di via Pignasecca? Si narra che ci siano due versioni che spiegano l’origine di questo nome, entrambe collegate alla presenza di un antico pino che, in un alternarsi di storia e leggenda, ha dato vita alla sua denominazione attuale.
Secondo la prima versione tramandata, questa zona era caratterizzata da campi coltivati e veniva chiamata Biancomangia dai napoletani. Tuttavia, quando la Municipalità, su richiesta di Don Pedro de Toledo, decise di espropriare i terreni per costruire via Toledo, un’importante arteria che collegasse direttamente la città al mare, l’unica cosa che rimase intatta fu un maestoso pino. Questo albero diventò il simbolo resistente della zona, ma si narra che gli abitanti furono costretti a scacciare delle gazze ladre che si erano insediate sui suoi rami e che trafugavano oggetti preziosi dalle abitazioni circostanti. In seguito a ciò, il pino gradualmente seccò, dando così origine al nome “Pignasecca”.
È difficile stabilire quanto di queste storie sia effettivamente vero, ma ciò che è certo è che il nome Pignasecca è rimasto impresso nella storia di Napoli e si è tramandato di generazione in generazione. Ogni volta che visitiamo il mercato della Pignasecca, possiamo portare con noi questa affascinante leggenda che ci ricorda l’importanza delle tradizioni e delle storie che rendono un luogo veramente speciale.
C’è una seconda versione affascinante riguardo l’origine del nome Pignasecca, una storia che coinvolge l’Arcivescovo dell’epoca e le famose gazze ladre. Si narra che l’Arcivescovo, stanco delle incessanti lamentele dei residenti per i furti perpetrati dalle gazze, decise di emettere una scomunica nei confronti dei ladri ignoti. A conferma di questa azione, la bolla contenente la scomunica fu inchiodata a un tronco. Tuttavia, per una beffarda ironia del destino, quando la refurtiva degli oggetti trafugati fu ritrovata sulla cima dell’albero, fu proprio l’Arcivescovo ad essere scomunicato. Non si sa se si trattò di un malinteso o di un vero e proprio atto sovrannaturale, ma ciò che è certo è che l’Arcivescovo pagò caro per i suoi tentativi di tenere a bada le gazze ladre. Tempo dopo questo incredibile episodio, il pino cominciò a seccare, e da quel momento in poi la popolazione iniziò a chiamare il luogo Pignasecca, abbandonando la vecchia denominazione di Biancomangia.
Come tutti i mercati popolari e antichi, passeggiare tra le strade della Pignasecca è come fare un tuffo nel passato. Si tratta di un angolo autentico che resiste tenacemente alle influenze del moderno, un luogo che custodisce fedelmente le abitudini e i modi di fare che si sono tramandati nel corso dei secoli. Qui si possono ancora percepire i colori vibranti, i profumi irresistibili e i suoni veraci che non si piegano all’afflusso sempre crescente di turisti. Nonostante la vicinanza con una delle vie più turistiche di Napoli, via Toledo, dove la città sembra essere in vendita e sempre più simile ad altre grandi metropoli europee, la Pignasecca mantiene la sua autenticità e avvolge chiunque la visiti con il suo calore e la sua ospitalità tipica di Napoli.
Questo luogo è sinonimo di tradizione, di accoglienza e di vita vera, sottratta alla frenesia quotidiana. Camminare tra i suoi mercati è come toccare con mano la storia e l’anima di una città che resiste strenuamente al passare del tempo. La Pignasecca incarna l’essenza della Napoli più autentica, un luogo dove ci si può immergere completamente nell’atmosfera di una certa Napoli, con i suoi personaggi pittoreschi, i suoi sapori autentici e l’inconfondibile calore umano.

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Lo sapevate? Il mistero della Chiesa del Gesù Nuovo

Vi invito a esplorare da vicino le magnifiche pietre in piperno che adornano la facciata della chiesa del Gesù Nuovo, poiché noterete dei misteriosi segni incisi su di esse. Andiamo a scoprirli.
Lo sapevate? Il mistero della Chiesa del Gesù Nuovo.
Vi invito a esplorare da vicino le magnifiche pietre in piperno che adornano la facciata della chiesa del Gesù Nuovo, poiché noterete dei misteriosi segni incisi su di esse. Andiamo a scoprirli.
Nel corso dei secoli, numerose teorie sono state avanzate per cercare di svelarne il significato. Ognuno conosceva una storia diversa, ma negli ultimi anni sembra che il velo di mistero sia stato finalmente sollevato. Ecco a voi la rivelazione!
La chiesa del Gesù Nuovo si posiziona tra i siti culturali più visitati, celebri e di grande importanza a Napoli. Situata proprio nel cuore del centro storico della città, nella piazza che porta il suo stesso nome, questa chiesa ha una storia affascinante. La sua costruzione ebbe inizio nel 1584 sull’antico palazzo Sanseverino, che fu confiscato insieme ai beni della nobile famiglia per volere di Filippo II. Il palazzo venne quindi venduto ai Gesuiti, i quali, tra il 1584 e il 1601, lo ristrutturarono profondamente. Purtroppo, molto poco rimase dell’impianto originario, inclusi i giardini che vennero completamente cancellati. Le uniche parti intatte furono il maestoso portale marmoreo rinascimentale e la facciata in bugne che lo incornicia. Quest’ultima, estremamente particolare, custodisce un segreto che è stato oggetto di speculazioni per anni.
Se vi avvicinerete, potrete notare i segni incisi sulla pietra della facciata. Per secoli, si è cercato di interpretare il loro significato, finché recentemente il mistero è stato finalmente svelato dall’esperto di Rinascimento napoletano, lo storico dell’arte Vincenzo De Pasquale. La sua scoperta ha suscitato grande interesse e curiosità negli appassionati di storia e arte, che finalmente possono comprendere il reale intento di questi enigmatici segni incisi.
Lasciatevi affascinare da questa incredibile rivelazione e immergetevi nella storia di Napoli attraverso questo prezioso dettaglio artistico. La facciata della chiesa del Gesù Nuovo si conferma ancora una volta come una testimonianza vivente del passato che custodisce segreti da svelare, offrendoci un viaggio indimenticabile nella storia e nell’arte della città partenopea.
Le bugne, pietre con una caratteristica sporgenza a forma piramidale, furono inizialmente utilizzate nell’area veneta e solo successivamente conosciute anche nel Meridione. Tuttavia, le bugne che adornano la facciata della Chiesa del Gesù Nuovo sono completamente differenti, in quanto su di esse sono state incise particolari e misteriosi segni, con una lunghezza di circa 10 centimetri, che sono stati oggetto di interpretazioni errate. Inizialmente, si pensava che questi segni contenessero oscuri messaggi trasmessi di generazione in generazione dai maestri pipernai.
La leggenda narra che gli operai incaricati di posizionare le pietre avessero commesso degli errori, facendo sì che le energie positive si trasformassero in energie negative. Se esaminiamo le pagine coinvolgenti la storia di questa chiesa, scopriamo che l’edificio non è stato costantemente protetto dalla divina provvidenza: dalla distruzione del palazzo all’incendio divampato nel 1639 e ai ripetuti crolli della cupola. Tuttavia, merita di essere menzionato un episodio miracoloso: durante la seconda guerra mondiale, una bomba cadde direttamente sul soffitto della navata, ma fortunatamente non esplose.
Nonostante sia stata afflitta da vari incidenti e avversità nel corso dei secoli, la Chiesa del Gesù Nuovo continua a rappresentare un simbolo di speranza e di protezione divina. Tali misteriosi segni incisi sulle bugne potrebbero nascondere ancora più segreti e avvincenti storie da scoprire. Questa chiesa, con la sua intrigante storia e gli eventi insoliti che l’hanno caratterizzata, cattura l’attenzione e l’immaginazione di coloro che si avvicinano, donando loro un motivo per esplorare ulteriormente la sua affascinante bellezza e il suo legame con il soprannaturale.
Tornando ai misteriosi segni incisi sulle bugne, grazie alla brillante ricerca condotta dallo studioso Vincenzo De Pasquale, finalmente è stata fatta luce su un affascinante enigma che ha sfidato i secoli: si tratta di lettere aramaiche. L’aramaico era la lingua parlata da Gesù stesso. Questi segni sono sette e ognuno di essi corrisponde a una nota musicale. Letti da destra a sinistra e dall’alto verso il basso, gli incisioni compongono una melodia che si estende per ben tre quarti d’ora. Sostenendo la tesi dello studioso, abbiamo il padre gesuita ungherese Csar Dors, esperto di aramaico, e il musicologo Lòrànt Réz. Proprio quest’ultimo ha avuto il privilegio di ricreare le note sulla facciata della Chiesa.
Immaginate quanto sarebbe straordinario poter ascoltare queste note in un concerto proprio all’interno delle maestose navate della Chiesa del Gesù Nuovo, in modo da restituire in tutto il suo splendore il messaggio di un mistero che rappresenta un vero e proprio tesoro per l’intera città. Sarebbe un’esperienza indimenticabile, un viaggio musicale attraverso il tempo che avvicinerebbe ancora di più il presente al passato, permettendo a tutti di apprezzare l’incredibile eredità di questa chiesa e la connessione profonda che esiste tra l’arte, la spiritualità e la musica.
Immaginatevi seduti in uno dei meravigliosi banchi in legno della Chiesa del Gesù Nuovo, accarezzati dalle maestose architetture e avvolti dalla sacralità dell’atmosfera, mentre le note fluiranno nell’aria, portandovi in un viaggio di emozioni e riflessioni. Questo concerto sarebbe un tributo alla storia e alla cultura che si celano dietro a quei segni incisi sulle bugne, una celebrazione di una rivelazione che finalmente si svela attraverso la musica.
Sogno o realtà, questa meravigliosa suggestione ci fa riflettere sul potere dell’arte e della musica nel connetterci con il passato e nel trasmetterci emozioni profonde. Nonostante sia un vero peccato che questa melodia rimanga solo un sogno per ora, la Chiesa del Gesù Nuovo rimarrà sempre un luogo di meraviglia e interesse, catturando l’immaginazione di coloro che si avvicinano e rivelando, in modo poetico, la sua straordinaria storia che continua ad affascinarci.

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