Lo sapevate? Quali sono le origini del presepe napoletano?

Perché Napoli è la città del presepe? Quali sono le origini di questa tradizione secolare?
Lo sapevate? La storia della vergine puerpera e del presepe napoletano.
Perché Napoli è la città del presepe? Quali sono le origini di questa tradizione secolare?
Chi di noi non ha mai sentito parlare di Napoli come la patria dei presepi? Tuttavia, questa fama è giustificata? Certamente, non solo a causa della celebre via San Gregorio Armeno, l’antico cardo greco-romano dove il Natale e l’arte pastori sono presenti tutto l’anno, ma anche grazie a importanti radici storiche che garantiscono la presenza di questa rappresentazione sacra all’ombra del Vesuvio da tempo immemore. Ma qual è l’origine di questa tradizione?
Già nel Medioevo i regnanti e la gente comune avevano il desiderio di rappresentare la nascita di Cristo sotto forma di un presepe teatrale, un presepe vivente sul sagrato delle chiese nel corso del Duecento. Tuttavia, tali rappresentazioni furono vietate da Papa Innocenzo III a causa della presenza di elementi considerati profani al loro interno.
Fu solo con la diffusione del presepe di Francesco d’Assisi nel Lazio che questa sacra rappresentazione divenne una tendenza nell’arte sacra di tutta Italia. Ciò portò all’introduzione di rappresentazioni della natività in ogni ambiente, soprattutto nelle chiese attraverso la pittura e la scultura.
Tuttavia, una delle opere più belle e affascinanti della tradizione del presepe viene spesso dimenticata: la statua lignea della Vergine puerpera custodita nel Museo della Certosa di San Martino di Napoli. La Vergine puerpera è una scultura lignea trecentesca che rappresenta la Madonna e, probabilmente, anche il Bambino Gesù e San Giuseppe. Questa scultura era parte di una più grande rappresentazione del presepe, uno dei primi esempi di questa tradizione. La statua è stata realizzata nel 1325 ed è un’opera d’arte medievale eccezionale, ispirata alle manifatture toscane e alle sculture orvietane di Lorenzo Maitani, decorata con colori vivaci come rosso, verde e bianco.
L’imponente scultura della Vergine Puerpera, donata al monastero di Santa Chiara dalla regina Sancha di Maiorca, terziaria dell’ordine francescano e moglie di Roberto d’Angiò, è difficile da dimenticare. Ciò che la rende speciale è la sua posizione: la Madonna è completamente sdraiata, con la mano sul ventre, mentre osserva il neonato appena nato.
Questa affascinante immagine, ispirata ai modelli orientali, siriaci e ai Vangeli apocrifi, colpisce per la sua regale fattezza. Tuttavia, non è una visione comune di Maria poiché è stata cancellata dalla Controriforma, poiché questa rappresentazione sarebbe stata troppo umana per la Madre di Dio. Tuttavia, osservandola attentamente, questa posizione della Madonna è semplicemente materna, senza nulla di sconcio o scandaloso.
Ciò che rende ancora più miracolosa questa scultura è che è sopravvissuta fino ai nostri giorni, essendo stata spostata a San Martino prima che il monastero di Santa Chiara subisse i bombardamenti durante la Seconda Guerra Mondiale. Sarebbe stata una grande perdita perderla.
Nel Medioevo, questa rappresentazione del presepe non era comune, anche se era spesso presente nei portali, nei codici miniati e nei lavori di oreficeria degli ordini religiosi femminili. Tuttavia, trovare una scultura del genere era piuttosto raro. La statua era probabilmente parte di una scena che includeva il Bambino Gesù disteso nella mangiatoia con il bue e l’asinello, come descritto dallo pseudo-Matteo.
Nel 1889, Francesco Proto, duca di Maddaloni, descrisse la statua come parte di una grotta all’interno del chiostro, dove probabilmente era stata collocata nella sua scena originale. Tutto ciò contribuisce ad aumentare il fascino di questa magnifica opera d’arte che, grazie alla sua forma e storia, non è mai stata dimenticata.
Non si può escludere la possibilità che nella statua della Vergine Maria possa esserci stata la presenza del Bambino Gesù seduto sulle sue ginocchia, come suggeriscono alcuni fori anteriori sulla scultura stessa. San Giuseppe, un po’ pensieroso e in disparte, potrebbe aver assistito alla scena, insieme alle levatrici. È un peccato che nessun altro personaggio, oltre alla figura della Vergine Maria stessa, sia giunto fino a noi.
Sculture simili sono diffuse in Francia, dove erano molto popolari nel XIII secolo. Tra le più belle, si annovera una scultura in un tramezzo della cattedrale di Chartres. Con l’arrivo degli Angioini a Napoli, queste figure arrivarono anche qui. Gli Angioini, così come i Templari, erano molto devoti all’immagine di Maria. In effetti, la Vergine divenne l’unica figura in grado di generare Dio e la scena della nascita era considerata fondamentale per far comprendere a tutti la natura divina ed umana di Gesù.
Non era certamente una coincidenza che le donne in gravidanza nel Medioevo si rivolgessero proprio alla Madonna per alleviare i dolori del parto e per questo motivo le immagini della Vergine Puerpera erano appese vicino ai loro letti, come se fossero amuleti. Tuttavia, i teologi sostenevano il miracolo del parto senza dolore di Maria. Nonostante ciò, Maria era stata come qualsiasi altra donna, aveva partorito con fatica e poi, poi stremata e quasi addormentata, aveva ammirato il suo bambino. All’interno del suo cuore, sapeva che quel piccolo era Dio. E lo sguardo della Vergine di San Martino pare appunto rivelarci questa verità.

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