Lo sapevate? La storia del fantasma di Torre Palasciano

Hai mai sentito parlare della Torre Palasciano? Situata sulla collina di Capodimonte al civico 53 della caratteristica salita Moiariello, questa alta costruzione domina con la sua bellezza il golfo di Napoli. Scopriamo i suoi segreti e quelli di un fantasma molto speciale..
Lo sapevate? La storia del fantasma di Torre Palasciano.
Hai mai sentito parlare della Torre Palasciano? Situata sulla collina di Capodimonte al civico 53 della caratteristica salita Moiariello, questa alta costruzione domina con la sua bellezza il golfo di Napoli. Scopriamo i suoi segreti e quelli di un fantasma molto speciale..
Si tratta di un’ottocentesca torre rinascimentale che riprende le sembianze del Palazzo della Signoria di Firenze, situato nella splendida collina Miradois. E la cosa incredibile è che il prezzo di questo gioiello storico messo in vendita, incluso un giardino, era stato fissato sui cinquecentomila euro. Immaginiamo che il vecchio proprietario, Ferdinando Palasciano, che ha tanto voluto questa costruzione, avrebbe pensato dell’intera vicenda. Quest’uomo ammirabile è nato a Capua nel 1815 da una madre campana e un padre di Monopoli in Puglia.
Ferdinando Palasciano dimostrò una brillantezza eccezionale. Conseguì addirittura tre lauree in pochissimo tempo, rispettivamente in Lettere e Filosofia, Veterinaria e successivamente in Medicina. Dopo aver terminato gli studi, non ebbe avuto difficoltà ad affermarsi come un medico e chirurgo di grande valore. Quando aveva trentatrè anni, Palasciano fu nominato ufficiale medico dell’esercito delle Due Sicilie e si trovò a Messina durante i moti insurrezionali del 1848. Nonostante le disposizioni del generale Carlo Filangieri, Palasciano prestò cure mediche anche ai nemici feriti durante i combattimenti. Il suo comportamento gli costò l’accusa di insubordinazione, e rischiò persino di essere fucilato.
La vita di Ferdinando Palasciano fu salvata dall’intervento diretto di Ferdinando II, il quale commutò la sua pena capitale in un anno di prigione, scontato in condizioni precarie a Reggio Calabria. Nonostante questo periodo difficile, diversi anni dopo Palasciano ottenne molte soddisfazioni importanti. Le sue idee furono la base della Convenzione di Ginevra nel 1864 e ispirarono la moderna Croce Rossa. Tuttavia, per qualche motivo sconosciuto, il suo nome non fu mai riportato nei documenti ufficiali, una grande perdita per Napoli.
Successivamente alla prigionia, la vita di Ferdinando Palasciano ebbe un notevole rilancio. Nel 1865, fu nominato professore di Clinica Chirurgica presso l’Università di Napoli, e nel 1882, insieme ai professori Enrico Albanese dell’Università di Palermo, Pietro Loreta dell’Università di Bologna, ed Enrico Bottini dell’Università di Milano, fondò la Società Italiana di Chirurgia. Grazie ai suoi metodi e alle sue intuizioni, la fama del dottore attirò studenti da tutta Europa. Tuttavia, in contrasto con il rettore Paolo Emilio Imbriani, Palasciano si dimise dall’insegnamento, in quanto si oppone alla decisione di spostare alcuni dei reparti della facoltà di Medicina al Convento di Gesù e Maria, ritenuto inadeguato dal punto di vista igienico.
Alla fine del regno delle Due Sicilie, Giuseppe Garibaldi chiese il consulto del nostro illustre chirurgo per curare la sua famosa ferita alla caviglia causata da un colpo di arma da fuoco durante il combattimento sull’Aspromonte. Palasciano suggerì una chirurgia per estrarre il prodotto dall’osso, ma il suo consiglio non fu seguito dai medici che si occupavano del famoso Eroe dei Due Mondi. Solo dopo aver patito forti dolori, i medici si resero conto dell’errore commesso, mentre l’unico amico che Palasciano ha guadagnato da questa esperienza è stato proprio Garibaldi. Grazie a lui, il nostro medico si appassionò alla politica e alla causa dell’Italia unita, diventando deputato al Parlamento nella XIV, XV e XVI legislatura, in seguito senatore del regno, consigliere e infine assessore al Comune di Napoli.
Nel 1886, cominciarono a manifestarsi i primi sintomi di una grave demenza mentale che accompagnò Ferdinando Palasciano fino alla morte, avvenuta il 28 novembre 1891. Durante gli anni della malattia, il nostro brillante medico fu supportato dalla moglie Olga de Wavilow, una nobile russa con cui condivise l’avventura della costruzione della villa. Palasciano acquistò un fondo agricolo di più di ventotto moggi dagli eredi del grande luminare Domenico Cotugno e costruì una villa su di esso. Il terreno includeva diverse strutture, tra cui un tempio e due bellissimi giardini con frutteti. L’architetto Antonio Cipolla fu incaricato dei lavori edilizi, che vennero completati nel 1868. Per la costruzione di questa vera e propria dimora, furono utilizzate pietre di tufo provenienti da precedenti costruzioni.
Ancora oggi, la villa ha una struttura quadrangolare ed è disposta su due piani. Il suo stile fonde gli elementi in voga nell’eclettismo architettonico dell’epoca, ovvero il neogotico e il neorinascimentale. La torre, che può essere vista da molti punti della città, è alta cinque piani ed era originariamente composta da numerose stanze affrescate.
La leggenda vuole che Palasciano, molto legato alla sua incantevole dimora, abbia promesso di non abbandonare mai il luogo, nemmeno dopo la sua morte. E sembra che così sia ancora oggi. Il suo fantasma, che si dice essere benevolo, gira indisturbato tra le mura della villa e si affaccia ad ammirare il panorama, magari dopo una passeggiata al Moiariello. Molte persone nei dintorni giurano di averlo visto più di una volta.
(Foto Facebook e Tripdavisor).

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