Il castello di Lamont Young, la storia maledetta di una villa dove amore e tragedia si sono intrecciate fatalmente

Se state passeggiando per Santa Lucia, sotto la collina di Pizzofalcone, nucleo originario di quella che fu Partenope, alzate gli occhi verso le rampe. Il castello Lamont Young vi stupirà per la sua particolare architettura, ma anche la sua storia vi lascerà a bocca aperta. Tristi vicende di un luogo che chiede riscatto. Scopriamole.
Il castello di Lamont Young, la storia maledetta di una villa dove amore e tragedia si sono intrecciate fatalmente.
Se state passeggiando per Santa Lucia, sotto la collina di Pizzofalcone, nucleo originario di quella che fu Partenope, alzate gli occhi verso le rampe. Il castello Lamont Young vi stupirà per la sua particolare architettura, ma anche la sua storia vi lascerà a bocca aperta. Tristi vicende di un luogo che chiede riscatto. Scopriamole.
Chi ama Napoli e la sua ricchissima architettura, camminando a naso in su, non può non aver notato una delle costruzioni più singolari e spettacolari del quartiere San Ferdinando, a pochi passi da quel Lungomare Caracciolo, orgoglio di un’intera città. Stiamo parlando di Villa Ebe, meglio conosciuta come castello Lamont Young: una splendida costruzione con richiami neogotici, medievali ed elisabettiani che sorge, in una posizione privilegiata, sul fianco occidentale del Monte Echia, in cima alle rampe di Pizzofalcone, una delle zone più amene e panoramiche, nucleo originario dell’antica Partenope. Fu edificata nel 1922 su progetto dell’architetto e urbanista napoletano Lamont Young, che ne fece la sua dimora. Lamont Young fu un precursore della modernità e un urbanista incompreso poiché anticipò a tal punto i tempi da vedere solo negli anni successivi i suoi progetti prender vita.
L’architetto nacque a Napoli nel 1851 da padre scozzese e madre indiana, dai quali prese una serie di influenze che fuse abilmente con quelle di istruzione elvetiche e quelle della sua città natale, creando un mix di culture che mise in opera sapientemente attraverso i suoi progetti. Villa Ebe fu progettata sul modello del Castello Aselmayer, sito in corso Vittorio Emanuele e fu abitata dalla moglie di Young, Ebe Cazzani, sino al 1976. Il 6 agosto del 1997 la proprietà passò al Comune di Napoli. Lamont Young vi si suicidò nel 1929. L’edificio, quando fu costruito, era leggermente diverso da come lo osserviamo oggi, poiché furono progettati due scompartimenti distinti, uno era quello che possiamo ammirare oggi, in altre parole la Villa Ebe, l’altro non esiste più, era la residenza della famiglia Astarita e fu distrutta durante il secondo conflitto mondiale a causa di un bombardamento. La storia di questo castello, dopo che a seguito della morte della signora Ebe è stato ceduto al Comune, è una storia di incuria, di abbandono, di progetti mancati, di tristi vicende. Come quella dell’incendio doloso che distrusse anni addietro gran parte degli affreschi e degli arredi. La zona rimasta integra si sviluppa su cinque livelli che sono messi a ridosso e ad incastro sul costone tufaceo del Monte Echia. L’elemento più interessante della villa è senza dubbio la torre quadrata con i contrafforti ottagonali in pietra lavica e con le finestre ad arco poste su tre lati della torre. Quando il sito passò al comune, la giunta era intenzionata a farne un museo dell’architettura Liberty. Ma i progetti di recupero e ripristino sono stati numerosi. Non si capisce perché, nessuna amministrazione sia mai stata in grado di sottrarre questo gioiello dell’architettura al suo stato di miseria e assurdo abbandono, da anni questa villa è ormai terra di nessuno, rifugio dei senza dimora, devastata al suo interno. C’è la solita leggenda del fantasma del castello: pare sia Lamont Young che non riposa in pace per via delle condizioni in cui versa questo suo gioiello. E allora per ridar pace a quest’anima, che già in vita ebbe un rapporto complicato con la città, le istituzioni hanno il dovere di ridare dignità a questo tesoro, per restituirlo alla ammirazione di tutti.
(La prima foto è fonte Derive Suburbane)

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