Lo sapevate? Da dove deriva il nome “Napoli”?

Secondo la leggenda Napoli sarebbe stata fondata da Partenope, una delle tre sirene ammaliatrici dell’Odissea. Delusa per il rifiuto di Ulisse si suicidò e il suo corpo venne trasportato dalle correnti fino al golfo di dove oggi sorge Napoli. Si infranse sugli scogli dell’isolotto di Megaride, dove oggi sorge Castel dell’Ovo. Ma leggenda a parte, come è nata Napoli e perché si chiama così?
Lo sapevate? Da dove deriva il nome “Napoli”?
Secondo la leggenda Napoli sarebbe stata fondata da Partenope, una delle tre sirene ammaliatrici dell’Odissea. Delusa per il rifiuto di Ulisse si suicidò e il suo corpo venne trasportato dalle correnti fino al golfo di dove oggi sorge Napoli. Si infranse sugli scogli dell’isolotto di Megaride, dove oggi sorge Castel dell’Ovo. Ma leggenda a parte, come è nata Napoli e perché si chiama così?
Parthenope e le sue sorelle (Leucosia e Ligea) morirono per l’insensibilità di Ulisse alla magia del loro canto essendosi esse gettate nel mare che ne trasportò, in vari luoghi, i corpi. Parthenope giunse sul luogo dove sarebbe sorta Neapolis.
Dissolvendosi, il suo corpo diede vita alla morfologia della città (Capodimonte sarebbe la testa mentre la coda si spingerebbe fino a Posillipo).
Da allora, la sirena divenne la protettrice del futuro nucleo abitato che oggi è Napoli. Ecco perché gli abitanti della città sono detti anche “partenopei”.
La figura mitologica, descritta nell’Odissea, è famosa per il suo canto melodioso.
La Leggenda della Sirena Partenope, è narrata da Omero nel XII canto dell’Odissea: Ulisse, noto per la sua curiosità, volle ascoltare a tutti i costi il canto delle sirene, le quali attraevano i navigatori con le loro voci angeliche e melodiose, per poi ucciderli, Avvisato dalla maga Circe, l’uomo prese delle precauzioni: ordinò ai suoi uomini di mettere tappi di cera all’orecchio e si legò all’albero maestro della sua nave vietando ai suoi uomini di slegarlo. L’idea sortì i suoi effetti, Ulisse non cadde preda delle dolci creature marine. Le sirene ci rimasero molto male e per la delusione si suicidarono schiantandosi sugli scogli.
In piazza Sannazzaro c’è una fontana a lei dedicata, nella Basilica di Santa Maria Maggiore c’è una lapide in marmo che viene considerata la sua sepoltura.
Leggende a parte, Parthènope (in greco antico: Παρθενόπη) fu una sub-colonia greca edificata tra il Vesuvio ed i Campi Flegrei nell’VIII secolo a.C. dai Cumani. Venne rifondata dagli stessi come Neapolis alla fine del VI secolo a.C.
L’insediamento, sorto in posizione particolarmente favorevole su di uno sperone roccioso circondato su tre lati dal mare, nacque in una logica di approdi e capisaldi cumani (epineion). Esso permetteva un controllo diretto ed efficiente di tutti quei traffici via mare, in maniera particolare di quelle rotte tirreniche in direzione degli empori minerari toscani e laziali. La colonia, inoltre, consentiva anche un approdo protetto e ben fornito per tutte quelle navi che facevano rotta per l’Iberia, la Sardegna e le Baleari.
La parola Neapolis è traducibile in Città Nuova e faceva riferimento ad un’importante estensione del territorio: la polis greca era all’inizio sono un piccolo stabilimento urbano, solo in seguito i Cumani, nel tentativo di fornire alla città un sistema difensivo, estesero il territorio fino alla zona che oggi conosciamo come Centro Storico. La parte originaria della città – chiamata Parthenope – fu infatti ribattezzata Palepolis, ossia Città Vecchia.

© RIPRODUZIONE RISERVATA