“Piazza Grande”, un complesso residenziale particolare che i napoletani chiamano “I bicchieri”

In pochi sanno la storia di questo progetto architettonico, ma tutti conoscono la particolare forma circolare di questi edifici nel centrale quartiere dell’Arenaccia. Set cinematografico nell’ultima serie di Gomorra, compaiono anche in un noto video di Liberato. È l’architettura Brutalista napoletana.
“Piazza Grande”, un complesso residenziale particolare che i napoletani chiamano “I bicchieri”.
In pochi sanno la storia di questo progetto architettonico, ma tutti conoscono la particolare forma circolare di questi edifici nel centrale quartiere dell’Arenaccia. Set cinematografico nell’ultima serie di Gomorra, compaiono anche in un noto video di Liberato. È l’architettura Brutalista napoletana.
Uno dei pochissimi, e certamente il più importante esempio di architettura razionalista a Napoli. La “Piazza Grande”, questo il nome del complesso residenziale ad opera degli architetti napoletani Aldo Loris Rossi, Donatella Mazzoleni, Annalisa Pignalosa e Luigi Rivieccio, è una vera chicca, a detta degli architetti. Ubicati alle spalle di piazza Carlo III nella zona dei Ponti Rossi, questi edifici si stagliano di contro a un panorama fatto di palazzi squadrati, vecchie palazzine, un panorama urbanistico disorganico e diseguale. Proprio perché inseriti in questo contesto, si fanno notare per la loro dissonanza rispetto al resto che li circonda, creando un effetto spiazzante, se vogliamo. Prima ancora che per il loro interesse architettonico, si fanno notare insomma per la loro “diversità”.
Si tratta certamente di uno dei complessi residenziali più interessanti e controversi dell’architettura partenopea degli anni ’80. Questa unità urbana a servizi integrati è stata realizzata nel decennio 1979-1989. L’opera, che si rifà ai principi dell’Architettura Organica di Frank Lloyd Wright e riprende i temi del Razionalismo Italiano, è stata insignita del premio “In/Arch” dell’Istituto Nazionale di Architettura nel 1989. A dispetto di ogni ottima intenzione, della bellezza e rilevanza del progetto, all’epoca premiato, oggi purtroppo questo complesso residenziale versa in condizioni pessime. Non c’è manutenzione e l’incuria ha abbruttito palazzi e servizi. Un po’ come quello che è accaduto per altri grandi progetti architettonici, si prenda il Centro Direzionale, i quali se non vengono manutenuti divengono solo luoghi squallidi e degradati. Il complesso ha un impianto circolare, con al centro uno spazio di 100 metri di diametro ospitante aiuole, giardini alberati e strutture sportive, campi da gioco ed una piscina scoperta, oggi tutto quasi completamente rovinato, con un andamento digradante verso il centro, che crea anche una piccola tribuna in prossimità degli impianti sportivi; questa piazza centrale, che dà il nome alla struttura ed è inteso come luogo di accoglienza per i visitatori dell’intero complesso, è in realtà un parco pensile, con al centro un’apertura che illumina e collega il livello sottostante, nel quale sono i magazzini e i garage. Lo spazio centrale è circondato da un edificio basso, anch’esso a sviluppo circolare, che l’abbraccia e la separa otticamente dal contesto urbano.
Sul perimetro esterno della struttura circolare, sono disposte a raggiera dodici torri contenenti le infrastrutture come scale, ascensori, montacarichi, tubazioni e cablaggi; sei di queste servono altrettante torri residenziali alte 36 metri, cinque delle quali a pianta circolare ed una a pianta rettangolare. L’intera struttura è innervata da un fitto sistema di strade, rampe, scale, ma con una netta distinzione tra i percorsi carrabili e quelli pedonali, mantenuti su piani distinti. In gergo popolare, le torri circolari sono state ridenominate “i bicchieri”, per meglio definire la loro estetica che non è risultata gradita a molti. Forse quella dei Ponti Rossi non era la zona migliore dove “sperimentare” nuove soluzioni architettoniche, soprattutto se poi queste vengono abbandonate all’azione del tempo, aggiungendo degrado a degrado.

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