Rifugi antiaerei a Napoli. Dalla Galleria Borbonica alla Napoli sotterranea: quali sono e dove si trovano

Napoli ha un’area sotterranea molto vasta, testimonianza della storia millenaria della città. In epoca contemporanea, queste cave e cunicoli durante le guerre sono stati usati dalla popolazione come rifugi e bunker antiaereo. Aree visitabili, si possono ancora oggi vedere scritte sui muri e oggetti abbandonati e risalenti a quei momenti difficili in cui migliaia di persone hanno trovato riparo e salvezza dalle bombe.
Rifugi antiaerei a Napoli. Dalla Galleria Borbonica alla Napoli sotterranea: quali sono e dove si trovano.
Napoli ha un’area sotterranea molto vasta, testimonianza della storia millenaria della città. In epoca contemporanea, queste cave e cunicoli durante le guerre sono stati usati dalla popolazione come rifugi e bunker antiaereo. Aree visitabili, si possono ancora oggi vedere scritte sui muri e oggetti abbandonati e risalenti a quei momenti difficili in cui migliaia di persone hanno trovato riparo e salvezza dalle bombe.
In tempi in cui purtroppo si parla nuovamente e quotidianamente di guerra e morti, bombe e guerra aerea, ricordiamo che Napoli insieme a Roma, è la città italiana con il maggior numero di rifugi antiaerei. Ne furono edificati moltissimi fin dal 1936 e, naturalmente, per tutta le Seconda Guerra Mondiale e altri ancora durante la Guerra Fredda. Napoli fu una delle città più bombardate durante l’intera seconda guerra mondiale.
Il suo sottosuolo è ricco di grotte che funzionarono come rifugi anti-aerei ma anche come abitazioni per una parte della popolazione che aveva perso la propria casa. Tra i più noti è il tunnel borbonico, costruito a metà dell’800 come estrema via di fuga del Re e poi riadattato a bunker. Nei quartieri Spagnoli si trova il rifugio di Sant’Anna di Palazzo, una grotta a 40 metri di profondità che poteva ospitare fino a 4mila persone. Ci sono poi i locali e i cunicoli della Napoli Sotterranea e infine nel rione Sanità, invece, un’uscita della stazione Materdei è stata realizzata adattando una cava di tufo di metà del ‘700. In una parte di queste grotte sono tutt’ora conservate testimonianze di vita dei tragici bombardamenti del ’40-’44 con automobili e motociclette d’epoca, e altre attrezzature finite nel sottosuolo per essere protette e mai più ritirate. Per quanto riguarda la Galleria Borbonica, si trova a Chiaia ed il suo ingresso attuale e su via Morelli. In precedenza chiamata Tunnel Borbonico, fu realizzata nel 1853 da Re Ferdinando II per far sì che i re avessero una via di fuga per ogni occasione utile.
Lo spazio è davvero enorme ed è costituito da due ingressi. Durante la guerra ospitava sia i borghesi sia Il popolino, che però vivevano in due zone ben distinte. Fu rifugio per tanti napoletani, si stima che fossero tra i 5.000 ed i 10.000 cittadini. Al suo interno si possono ancora trovare tanti oggetti di coloro che vi vissero per tanti anni, soprattutto di chi perse le proprie case. Addirittura, ci sono automobili e Vespe dell’epoca abbandonate. Attualmente è un sito visitabile al cui interno si svolgono anche degli eventi. Per quanto concerne la Napoli Sotterranea, il cosiddetto acquedotto greco-romano, che attualmente conosciamo come Napoli sotterranea e da cui si accede da via dei Tribunali, pure fu un fondamentale rifugio per il popolo. Più piccolo della Galleria Borbonica, ospitò centinaia di persone. Tra grotte, cisterne e corridoi, le persone vivevano accampate sperando di non essere colpite dalle bombe. Anche al suo interno ci sono decine di oggetti abbandonati all’epoca. Oggi, come tutti sanno, è un sito che si può visitare e ci sono centinaia di visite guidate ogni anno. Più in genere, Napoli ha un’area sotterranea molto vasta che testimonia la presenza di tante culture passate e che sono state sfruttate per proteggersi durante la guerra. In un altro articolo parleremo del rifugio di Sant’Anna di Palazzo, uno dei più grandi della città.
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