Rione Luzzatti, storia di un quartiere diventato famoso grazie all'”Amica Geniale”

È la storia di un rione popolare di cui non si è mai parlato, se non per sottolineare degrado e bruttura e che da qualche anno invece, grazie al successo del romanzo e della serie televisiva de “L’Amica geniale”, assurge a nuova popolarità. In pochi sanno esattamente dov’è e quando nasce, scopriamolo insieme.
Rione Luzzatti, storia di un quartiere diventato famoso grazie all'”Amica Geniale”.
È la storia di un rione popolare di cui non si è mai parlato, se non per sottolineare degrado e bruttura e che da qualche anno invece, grazie al successo del romanzo e della serie televisiva de “L’Amica geniale”, assurge a nuova popolarità. In pochi sanno esattamente dov’è e quando nasce, scopriamolo insieme.
Napoli è da qualche anno un grande set cinematografico, decine di film e serie televisive sono ambientate in quartieri della città, più o meno noti. Tra questi, uno di quelli che è giunto dall’anonimato alla ribalta è certamente il rione Luzzatti, zona popolare e periferica di Napoli che fa da sfondo all’infanzia delle due protagoniste de L’Amica Geniale.
Molti non sanno dove si trovi quest’area della città, di cui fino a poco fa nessuno parlava: il quartiere in cui Lila e Lenù trascorrono la loro infanzia negli anni Cinquanta si trova nella periferia Est a ridosso della zona industriale di Gianturco e di Poggioreale. Qui sorge l’iconica Chiesa della Sacra Famiglia, presente anche nel racconto di Elena Ferrante, e la bellissima Biblioteca Comunale, riportata a nuova vita proprio grazie al lavoro dei cittadini di questo quartiere. Ricordiamo comunque che il set della fiction Rai è stato ricostruito fedelmente nel Casertano, nell’ex fabbrica Saint-Gobain.
Oggi nel rione si trovano diverse opere di street art che omaggiano le protagoniste dei romanzi di Elena Ferrante, tra cui l’enorme murale realizzato da Luis Alberto Gomez de Teran, in arte Gomez. Il rione Luzzatti non è molto cambiato rispetto agli anni in cui si svolge la storia delle due amiche. Resta una zona dormitorio, un agglomerato di umili edifici, nessuna area verde, strade desolate e incuria. Resta comunque a poca distanza dal centro cittadino e così come nella storia le due ragazze pian piano conquistano la città, attraversando quel tunnel che separa e unisce al tempo stesso con la città “buona”, così oggi per gli abitanti del rione lasciarsi alle spalle la periferia e raggiungere le vie del centro è cosa semplice. Grazie alla quadrilogia di Elena Ferrante e alla successiva trasposizione televisiva e all’enorme successo ottenuto in Italia e nel mondo, il rione Luzzatti è addirittura diventato tra i punti d’interesse turistici della città. Con il boom de “L’amica geniale”, sono nati i tour per i turisti che sono curiosi di vedere da vicino le strade e i palazzi divenuti ormai iconici. A dispetto della sua lunga e orgogliosa storia, fatta di impegno civile e di grande umanità che la stessa opera della Ferrante si premura di ricordare, il rione si presenta però agli occhi degli stessi napoletani, come qualcosa di invalicabile: la prima delle periferie di Napoli.
Nel rione vivono circa 6000 persone in 42mila metri quadri. Entrandovi, la percezione del concetto di emergenza è immediata. E non basta a tranquillizzare il turista la recente “mano di vernice”, ovvero i murales ispirati ai personaggi della Ferrante. Eppure la storia del rione è emblematica. L’area, dove un tempo scorreva il fiume Sebeto è stata bonificata su proposta di Emanuele Gianturco, deputato e più volte ministro, tra il 1914 e il 1925. Gli edifici sono stati finanziati tramite l’Istituto autonomo case popolari di Napoli. Il rione infatti prende nome da Luigi Luzzatti, ministro che propose la legge 251/1903 per dare il via alla costruzione delle case popolari. Il rione nasce già con i tipici parchi, che gli abitanti chiameranno ‘cancelli’, fatti da palazzi di tufo giallo, dotati di scantinati con quei passaggi d’aria che Lila e Lenù usano per giocare nella ormai celebre sequenza della bambola e della prova di coraggio.

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