Il Capodanno napoletano, tra riti scaramantici e buona tavola

Quante usanze ci sono per una sola notte, quella più significativa dell’anno? Il passaggio dal vecchio al nuovo anno è carico di promesse e aspettative e i napoletani festeggiano con riti antichi e usanze di buon augurio. Vediamo quali.
Il Capodanno napoletano, tra riti scaramantici e buona tavola.
Quante usanze ci sono per una sola notte, quella più significativa dell’anno? Il passaggio dal vecchio al nuovo anno è carico di promesse e aspettative e i napoletani festeggiano con riti antichi e usanze di buon augurio. Vediamo quali.
Capodanno come il Natale è una festa ricca di tradizioni e usanze, riti che si perdono nella notte dei tempi, molti dei quali hanno una funzione scaramantica e beneaugurante. Come per ogni festa, il cibo gioca un ruolo centrale. È convivialità, condivisione, nutrimento gioioso, piacere. Il menù di Capodanno è ricco, come è generalmente ricca la tradizione culinaria napoletana.
Di solito, il cenone della vigilia è a base prevalentemente di pesce, mentre il primo pranzo del nuovo anno è a base di carne. Questo schema è lo stesso che nelle famiglie vige per vigilia e pranzo di Natale. La prima portata è quella degli spaghetti con le vongole, mentre per i secondi c’è l’immancabile capitone, che può essere fatto imbottito o fritto insieme al baccalà. Tra le ricette immancabili del cenone di San Silvestro c’è la cosiddetta insalata di rinforzo, detta anche burdiglione. La si prepara con il cavolfiore lessato, olive verdi, cetriolini e cipolline, peperoni dolci o piccanti, giardiniera e acciughe sotto sale, il tutto condito con olio e aceto. Questa insalata, che si consuma anche alla vigilia di Natale, nasce per irrobustire il menu, che per tradizione, è di magro (ovvero non prevede carne). Per completare il tutto non mancano i dolci della tradizione campana. In primis ci sono gli struffoli, dolce la cui origine pare risalire all’antica Grecia, i rococò, talmente duri che si possono mangiare solo se intinti in vino liquoroso, preparati con le mandorle.
Altra usanza culinaria è mangiare le lenticchie, per la precisione allo scoccare della mezzanotte. Questo perché la tradizione vuole che questi legumi portino soldi, abbondanza e benessere. Sempre segno di abbondanza associato alle lenticchie è il cotechino o lo zampone, simbolo di un anno pieno di prosperità.
Se invece vi capita di vedere qualcuno mettere un dito nel suo bicchiere di spumante, non stupitevi. Non si tratta di maleducazione ma solo di un’usanza tipica. Intingere un dito nello spumante e poi passarselo dietro l’orecchio è considerato un simbolo di buona fortuna per il nuovo anno che sta iniziando. Non c’è solo buona cucina a Capodanno, una tradizione fortissima, molto sentita è quella dei botti. Negli ultimi anni, tanti episodi di cronaca e incidenti hanno fatto sì che vi fosse una forte repressione di questa usanza e in effetti vi è stata una drastica diminuzione nel numero di persone che sparano. Nei quartieri più popolari, però, questa usanza resiste. Quando il 31 dicembre a Napoli scocca la mezzanotte, la città sembra sotto assedio, si sentono rumori di botti ovunque e il cielo si fa denso di fumo. Altra cosa sono però i fuochi d’artificio, quelli legali insomma. Uno spettacolo emozionante, bellissimo, di buon augurio. Dai balconi, dalle finestre e dalle terrazze è gara a chi spara i botti (fuochi d’artificio) più colorati, rumorosi e scenografici possibili. In occasione del passaggio dal vecchio al nuovo anno c’è un’altra usanza che a volte si è rivelata pericolosa, è quella di gettare dalla finestra delle cose vecchie e rotte come simbolo di abbandono dell’inutile per un inizio migliore.
Un altro auspicio di buona fortuna immancabile durante il Capodanno a Napoli è indossare biancheria intima rossa. Che si tratti di uno slip, una giarrettiera o un reggiseno, non importa, quello che conta è indossare un intimo di color rosso durante la notte di Capodanno. La tradizione vuole che l’intimo venga buttato via il giorno dopo.

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