Luoghi di Napoli: da via Foria San Gennaro fino ai Vergini e alla Sanità, la città nobile del Sei e Settecento
Via Foria e si suoi maestosi palazzi, porta San Gennaro e poi il caos brulicante dei Vergini e della Sanità. Uno dei percorsi più belli e ricchi di storia della città. Una Napoli divisa tra architetture nobiliari e atmosfere popolari oleografiche.
Luoghi di Napoli: da via Foria San Gennaro fino ai Vergini e alla Sanità, la città nobile del Sei e Settecento.
Via Foria e si suoi maestosi palazzi, porta San Gennaro e poi il caos brulicante dei Vergini e della Sanità. Uno dei percorsi più belli e ricchi di storia della città. Una Napoli divisa tra architetture nobiliari e atmosfere popolari oleografiche.
Attraversare via Foria è un po’ come respirare l’atmosfera della Napoli del Sette e Ottocento, una delle vie più storiche della città. Qui antichi e nobiliari palazzi si succedono l’uno dietro l’altro e la modernità non ha trovato, per fortuna, spazio per insinuarsi con le sue brutture architettoniche.
Oggi purtroppo invasa dal traffico e dallo smog, resta una delle arterie più affascinanti, per i motivi che abbiamo detto, della città di Napoli. Gli edifici che si affacciano sulla via, lungo tutto il suo chilometro di percorso, risalgono soprattutto al Settecento e non a caso il nome Foria è il toponimo del principe Caracciolo di Forino che costruì l’omonimo palazzo nella attuale traversa di via Pontenuovo. Via Foria suscita curiosità storica anche per un altro motivo: anticamente e fino al 1767, la strada non era altro che un grande collettore di acque che correvano nei pressi della cortina settentrionale delle mura cittadine e che, incanalandosi lungo via Carbonara, arrivava fino a Castel Capuano. Era in alcuni periodi dell’anno un autentico fiume che in epoca di piogge prendeva origine dalle colline sovrastanti, la Sanità, I Vergini, il Moiariello, e scorreva impetuoso al punto da mietere vittime e meritare dal popolo il nome di La lava dei Vergini. Parliamo anche di queste antiche colline a monte di via Foria.
Iniziamo dai Vergini e dalla Sanità. A fare da ingresso monumentale è la Porta di San Gennaro all’altezza di piazza Cavour. È Bellissima, seppur costretta e incastrata tra anonimi edifici civili. Proviamo invece a immaginarla con le due maestose torri che la fiancheggiavano fino al ‘500. La Porta infatti risale all’anno Mille, faceva parte delle mura di fortificazioni medievali della città e fu denominate così perché da qui partiva l’unica strada che portava alle catacombe di San Gennaro nel cuore della Sanità. Oltrepassando la strada ci si ritrova in via Vergini, un vero e proprio borgo a sé stante, animatissimo tra numerose bancarelle e gente che affolla la via. È un grande e caratteristico mercato all’aperto, qui pare davvero che Napoli si rimasta ferma al ‘600. Da dove deriva il nome dei Vergini? Questo vallone era in epoca greco-romana utilizzato come luogo di sepoltura prima e come catacombe Cristiane poi. Ebbene I Vergini erano nella più lontana antichità dediti alla temperanza e alla castità e facevano parte di una comunità religiosa cittadina. L’area si inerpica fino alla collina di Capodimonte e conobbe il suo Massimo splendore tra Sei e Settecento, quando divenne simbolo del barocco napoletano . Infatti in questi secoli, la nobiltà napoletana scelse proprio I Vergini e la Sanità per l’aria salubre , edificando così eleganti palazzi lontani dal caos dei vicoli, ma vicini all’antica cinta muraria.
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