La polemica dell’estate in città: quel mare che ancora non bagna Napoli..

È proprio così, il mare non bagna Napoli. E non fa niente che questo titolo della Ortese sia troppo citato. I fatti stanno proprio così se addirittura spunta un filo spinato a via Posillipo ad impedire l’accesso alla spiaggia. Ma che succede? Non è cosa di oggi che fare una nuotata nelle acque cittadine sia cosa complicata. Poche le spiagge libere e lidi carissimi, ma quest’anno il problema si è fatto sentire ancora di più. Ne abbiamo parlato con Silvana del coordinamento Mare libero e gratuito che ci ha spiegato per cosa si lotta.
La polemica dell’estate in città: quel mare che ancora non bagna Napoli..
È proprio così, il mare non bagna Napoli. E non fa niente che questo titolo della Ortese sia troppo citato. I fatti stanno proprio così se addirittura spunta un filo spinato a via Posillipo ad impedire l’accesso alla spiaggia. Ma che succede? Non è cosa di oggi che fare una nuotata nelle acque cittadine sia cosa complicata. Poche le spiagge libere e lidi carissimi, ma quest’anno il problema si è fatto sentire ancora di più. Ne abbiamo parlato con Silvana del coordinamento Mare libero e gratuito che ci ha spiegato per cosa si lotta.
Ha suscitato molte polemiche il filo spinato che questa estate ormai agli sgoccioli è spuntato sul parapetto di via Posillipo , tra il lido Ideal e le terme di Pausilya a “protezione” dai bagnanti “senza biglietto”. Quel filo affonda ancor di più la lama nella ferita aperta di spiagge cittadine che sempre di più si configurano come un lusso, inaccessibili e elitarie. I costi dei lidi privati hanno raggiunto cifre record e andare al mare può arrivare a costare anche 100 euro. Le spiagge pubbliche, quelle poche rimaste, anch’esse difficili da frequentare. Ne discutiamo con Silvana Giannotta, una delle attiviste del coordinamento Mare libero e gratuito Napoli.
Parliamo del coordinamento. Quando è nato e quali battaglie porta avanti?
“Il coordinamento è nato spontaneamente e vede la partecipazione di singole persone, movimenti, associazioni, la rete dei Beni comuni ed è collegato con un movimento nazionale. Quello per cui ci battiamo è: il ??% ?? ??????? ?????? in tutti i Comuni; il ?????????????? ????? ???????????? per la tutela dei bagnanti e dell’ambiente nei processi decisionali; un sistema di ????????? ??????? ? ???????? da parte delle forze dell’Ordine e della Capitaneria di Porto; che ?? ??????????? ? ??????? ????????????? ??’?????????, e che siano assegnate con bandi trasparenti e imparziali, per tempi limitati e nel rispetto della Natura e dei diritti dei bagnanti”.
A Napoli il problema dell’accesso gratuito al mare è cosa vecchia, eppure è solo negli ultimi anni che si è alzata un’onda di protesta vivace. C’è forse una maggiore sensibilità verso il tema dei “beni comuni”? Come interpreta questa rinnovata attenzione?
“E’ cosa vecchia, ma sicuramente il lavoro svolto dalle comunità che fanno capo alla Rete dei Beni comuni di Napoli ha posto l’accento su tutto ciò che si ritiene debba avere una partecipazione attiva delle persone che sono direttamente interessate alla fruizione dei beni. In realtà stiamo portando avanti un progetto/laboratorio di esperienze dal ‘basso’ che vedono una trasformazione delle attuali Istituzioni, rivedendo il concetto di rappresentanza e proponendo una più ampia partecipazione democratica e appunto dal basso con forme di gestione che prevedono il coinvolgimento dei soggetti protagonisti.
È chiaro che la questione dell’accesso libero e gratuito alle spiagge della città è divenuto più urgente, e non si esagera a dire che siamo di fronte a una limitazione dei diritti dei cittadini. Emblematico è il filo spinato di Posillipo…
“Il filo spinato è proprio emblematico e più che simbolico: persino la vista del mare è preclusa. Siamo contro ogni barriera e confine. E’ come voler imbrigliare anche il cielo, l’aria, è una chiara infrazione dei diritti più elementari. Infatti noi riteniamo che la battaglia per il mare libero e gratuito è solo una parte di altre questioni che riguardano i diritti fondamentali lesi in ogni istante in un paese che a poco a poco sta rosicchiando i più elementari principi di democrazia. Questa lotta è essenziale per la difesa di tutto ciò che è di interesse collettivo. La questione si ricongiunge a quanto succede in campo di difesa dell’ambiente, all’attenzione da porre alla questione climatica, al diritto ad una vita dignitosa (vedi questione del reddito, lavoro, sanità, istruzione, casa etc etc). Insomma”, conclude la donna, “a partire dal diritto al mare non ci fermeremo, neanche ora che arriva l’inverno”.

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