Lo sapevate? A Napoli c’è una chiesetta che custodisce l’unico teschio al mondo con le orecchie

Santa Luciella, una piccola chiesa nel centro storico di Napoli, custodisce un teschio con le orecchie. Andiamo a scoprire a chi apparteneva e che cosa rappresenta.
Lo sapevate? A Napoli c’è una chiesetta che custodisce l’unico teschio al mondo con le orecchie.
Santa Luciella, una piccola chiesa nel centro storico di Napoli, custodisce un teschio con le orecchie. Andiamo a scoprire a chi apparteneva e che cosa rappresenta.
Il cranio si trova nell’ipogeo della chiesa: il teschio presenta cartilagini mummificate, tanto da essere ribattezzato come il “teschio con le orecchie”. Alla reliquia, i fedeli erano soliti rivolgere le proprie preghiere, nella speranza che, udendole, potesse inviarle a chi di dovere nell’aldilà. Il cranio presenta protuberanze ai lati simili in tutto e per tutto a padiglioni auricolari.
La Chiesa Museo di Santa Luciella ai Librai è una delle chiese storiche di Napoli; si trova nell’omonima via, nei pressi della chiesa dei Santi Filippo e Giacomo e alle spalle della chiesa di San Gregorio Armeno. Chiusa al culto dagli anni ’80 è stata riaperta al pubblico il 5 aprile 2019 grazie all’associazione culturale Respiriamo Arte.
La chiesa fu fondata poco prima del 1327 da Bartolomeo di Capua, giureconsulto e consigliere politico di Carlo II d’Angiò e di Roberto d’Angiò.
Nella pianta Baratta risalente al 1629 risulta indicata come Cappella dell’Arte dei Molinari o Mulinari (mugnai o lavoratori presso un mulino).
Venne in seguito presa in custodia dai pipernieri (coloro che lavoravano il piperno), tanto è vero che la struttura di culto è nota anche come chiesa dell’Arciconfraternita dell’Immacolata Concezione, San Gioacchino e San Carlo Borromeo dei Pipernieri.
L’interno, di medie dimensioni, è composto da una navata rettangolare e altare maggiore. L’esterno è caratterizzato da un grande finestrone a disegno gotico, da un portale in piperno sormontato da una lunetta fatta con lo stesso materiale e da un affresco circolare che include la rappresentazione di uno stemma, probabilmente un’allegoria dell’antica arciconfraternita. Al di sopra dell’ingresso secondario c’è il piccolo campanile.
I sotterranei della chiesetta custodiscono il celebre teschio con le orecchie, un rarissimo esempio di teschio con le orecchie mummificate.
L’identità dell’uomo al quale apparteneva il teschio con le orecchie è sconosciuta ed è tuttora misteriosa. Secondo gli studiosi, il cranio custodito all’interno dell’ipogeo della chiesa di Santa Luciella ai Librai di Napoli risale al Seicento.
La leggenda del teschio è legata al culto delle anime pezzentelle, quelle anime sconosciute, anonime, abbandonate e senza una degna sepoltura, i cui scheletri venivano dimenticati nelle fosse comuni. Attraverso l’adozione di un teschio, il fedele poteva alleviare la pena dell’anima pezzentella, ricevendo grazie in cambio.
Dal 2016 la chiesetta è affidata in comodato d’uso all’Associazione Culturale Respiriamo Arte, composta da cinque giovani laureati partenopei, che ha l’obiettivo di sottrarla al degrado, non solo ripristinando la sicurezza dei luoghi, rendendola nuovamente fruibile al pubblico, ma valorizzandola come centro di inclusione sociale e nuovo attrattore turistico – culturale. Il progetto è oggetto di una campagna di crowdfunding e i primi fondi raccolti hanno permesso nel giugno 2017 di realizzare dei primi interventi, consistenti in opere provvisionali che hanno eliminato o ridotto i pericoli per la pubblica e privata incolumità e preservato gli elementi decorativi e architettonici dei prospetti. La chiesa è stata restaurata e recentemente riaperta.
Oltre al teschio con le orecchie è possibile ammirare di nuovo la sua navata unica con un bellissimo pavimento maiolicato, sopravvissuto nonostante diversi anni di abbandono e incuria.
Il maestoso portale in piperno è ancora oggi sormontato da un affresco con lo stemma della corporazione dei Pipernieri, Frabbicatori e Tagliamonti che alla santa affidavano la protezione della vista, messa a rischio dai propri mestieri. Sul frontale dell’entrata si trova la piccola cappella dedicata a Santa Lucia, mentre sulla parete laterale c’è un varco che conduce alla sagrestia. Visibili ovunque, infine, gli stemmi mariani realizzati nel rimaneggiamento del Settecento.
Non sono stati svolti studi sulla particolare conformazione del reperto, ma va escluso che le protuberanze siano qualcosa di naturale o conseguenza di qualche menomazione. Gli studiosi pensano che le orecchie siano dovute ad un processo di mummificazione della carne. Si potrebbe trattare di un antichissimo rituale esoterico: una versione confermata da un mosaico romano custodito al Museo Archeologico Nazionale di Napoli.
Nell’opera si nota un teschio con orecchie ossee che ghigna circondato da simboli e figure misteriose. Di fatto, il mosaico rappresenta per tutti la prima testimonianza dell’esoterismo napoletano e contiene molti richiami a quello che, in futuro, diventerà il codice massonico. Il teschio di Santa Luciella potrebbe essere la prova di riti antichissimi.
Per i fedeli, invece, le orecchie rappresentano un legame fra il regno dei morti e quello dei vivi: in molti si recavano dal teschio per affidargli preghiere, speranze e paure.

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