Lo sapevate? Se vuoi laurearti non devi visitare la Cappella Sansevero

Secondo una leggenda chi visita la Cappella Sansevero e il Cristo Velato prima di un esame, a prescindere dall’esito di quell’esame, o prima del conseguimento della laurea, non riesce a raggiungere l'agognato traguardo accademico.
Lo sapevate? Se vuoi laurearti non devi visitare la Cappella Sansevero.
Secondo una leggenda chi visita la Cappella Sansevero e il Cristo Velato prima di un esame, a prescindere dall’esito di quell’esame, o prima del conseguimento della laurea, non riesce a raggiungere l’agognato traguardo accademico. Ecco perché secondo le dicerie sarebbe meglio visitare questo luogo bellissimo solamente dopo aver conseguito la laurea.
L’usanza di non visitare mai il Cristo Velato da parte degli studenti universitari prima della laurea deriva dal mondo della medicina e si estende al mondo universitario in generale. Agli studenti di medicina veniva caldamente sconsigliato di recarsi nella Cappella Sansevero perché la vista del Cristo Velato e delle “Macchine Anatomiche” del Principe, avrebbero potuto ingenerare dubbi e confusioni riguardo le proprie conoscenze scientifiche.
Il mondo di Raimondo di Sangro, quei due corpi senza pelle con vene e arterie metallizzate (su cui aleggiano terribili dicerie) e le pieghe del sudario di Cristo, tanto verosimilmente realizzate da sembrare irreali, avrebbero messo in discussione la realtà ordinaria delle cose.
Dalla Facoltà di Medicina la leggenda s’è estesa all’intera Università Federico II, per poi contagiare la città di Napoli.
Ecco perché il Cristo Velato sarebbe bene ammirarlo dopo aver conseguito la Laurea. Da qui un’altra tradizione del mondo universitario: per avere una carriera assicurata ogni 3 ottobre, per celebrare il Dio della Medicina, Esculapio, bisogna recarsi nella Cappella con in tasca la prima pagina del capitolo di anatomia: Il Sistema Cardiocircolatorio.
Costruita nel 1590 dalla famiglia Sansevero come cappella privata, nel Settecento fu restaurata in stile Barocco per volere di Raimondo di Sangro, Principe di Sansevero. Conserva tantissimi tesori, tra i quali spiccano il meraviglioso Cristo Velato e le inquietanti Macchine Anatomiche. Andiamo a visitare idealmente questo autentico contenitore di capolavori, uno dei luoghi più visitati di Napoli.
Come riporta il sito ufficiale del Museo Sansevero la cappella si trova nel cuore del centro antico di Napoli ed è un vero e proprio gioiello del patrimonio artistico internazionale. Creatività barocca e orgoglio dinastico, bellezza e mistero s’intrecciano creando qui un’atmosfera unica, quasi fuori dal tempo.
Tra capolavori come il celebre Cristo velato, la cui immagine ha fatto il giro del mondo per la prodigiosa “tessitura” del velo marmoreo, meraviglie del virtuosismo come il Disinganno ed enigmatiche presenze come le Macchine anatomiche, la Cappella Sansevero rappresenta uno dei più singolari monumenti che l’ingegno umano abbia mai concepito.
Un mausoleo nobiliare, un tempio iniziatico in cui è mirabilmente trasfusa la poliedrica personalità del suo geniale ideatore: Raimondo di Sangro, settimo principe di Sansevero.

Le macchine anatomiche.
La cappella, impreziosita con opere d’arte, sculture, tele e affreschi commissionati ai maggiori artisti dell’epoca, fu poi trasformata nel mausoleo della nobile casata. Racchiude statue e monumenti funerari che ornano la cappella: tra questi da citare sicuramente il Cristo Velato, capolavoro di Giuseppe Sanmartino (di cui abbiamo già parlato in un altro articolo), una scultura in marmo del corpo di Cristo morto coperto da un sudario, spaventosamente realistica. Si tratta di uno dei più grandi capolavori della scultura di tutti i tempi.
Non meno sorprendenti sono le Macchine Anatomiche (anche quest’opera è stata già trattata in un altro articolo) custodite nella cripta: due scheletri umani su cui sono stati ricreati il sistema circolatorio e la muscolatura con l’aiuto di cera d’api, seta e filo di ferro, in modo minuzioso.
Entrambe queste opere racchiudono aneddoti e segreti particolari, alcuni dei quali hanno portato a scomodare persino l’esoterismo.
La cappella Sansevero è detta anche chiesa di Santa Maria della Pietà o Pietatella e ospita anche altre sculture importanti, quali la Pudicizia di Antonio Corradini e il Disinganno di Francesco Queirolo.
Il luogo fu riorganizzato su una cappella preesistente da Raimondo di Sangro nel Settecento e ben poco rimane della Pietatella del XVII secolo. Il restauro settecentesco mantenne inalterate le dimensioni perimetrali e quattro dei mausolei laterali. Dell’originale cappella seicentesca è rimasta solo la decorazione policroma dell’abside e quattro statue. Il principe Raimondo ingaggiò artisti di fama internazionale quali Giuseppe Sanmartino, Antonio Corradini, Francesco Queirolo e Francesco Celebrano: è in questo periodo che vennero realizzati capolavori come il Cristo velato, il Disinganno e la Pudicizia. Raimondo impiegò buona parte delle sue sostanze, e in più occasioni dovette anche contrarre dei debiti, per portare a compimento la realizzazione della cappella.
Per quanto riguarda le Macchine Anatomiche, i due corpi sarebbero stati il risultato di esperimenti alchemici condotti dal principe su due servi ancora in vita. Secondo la leggenda le macchine sarebbero state realizzate direttamente dal Principe che avrebbe usato per i suoi esperimenti due servi iniettando nei loro corpi una sostanza di sua invenzione, probabilmente a base di mercurio, che avrebbe trasformato il sangue in metallo.
Sul Cristo Velato, invece, secondo la leggenda, l’opera sarebbe stata frutto di un processo alchemico di marmorizzazione compiuto dal principe, famoso scienziato e alchimista. Questi avrebbe insegnato all’autore dell’opera il processo di calcificazione del tessuto in cristalli di marmo alla base dell’effetto realistico del velo.

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