Monumenti napoletani: Palazzo d’Angiò, uno dei più antichi della città

Andiamo a visitare idealmente un grande e antico palazzo del 1300 che si trova proprio sul decumano maggiore di Napoli. Qui sono passati re, principi, nobili e gran parte dell'intellighenzia partenopea: il Pontano, Sannazaro, Cuoco, Croce, Arangio Ruiz, e il grande matematico Renato Caccioppoli. Per chi va a fare un salto per visitare questo edificio così antico, non si faccia spaventare dal caos, dal traffico e dal costante via vai di persone: qui si respira la Napoli più vera.
Monumenti napoletani: Palazzo d’Angiò, uno dei più antichi della città.
Lungo via dei Tribunali, al civico 339, davanti alla chiesa di Sant’Angelo a Segno, poco prima di arrivare alla centralissima piazza San Gaetano, sotto quattro portici c’è un portale ogivale con i gigli angioini, è l’ingresso del più antico palazzo napoletano, Palazzo d’Angiò.
Andiamo a visitare idealmente un grande e antico palazzo del 1300 che si trova proprio sul decumano maggiore di Napoli. Qui sono passati re, principi, nobili e gran parte dell’intellighenzia partenopea: il Pontano, Sannazaro, Cuoco, Croce, Arangio Ruiz, e il grande matematico Renato Caccioppoli. Per chi va a fare un salto per visitare questo edificio così antico, non si faccia spaventare dal caos, dal traffico e dal costante via vai di persone: qui si respira la Napoli più vera.
Fu eretto in forme gotiche come abitazione di Filippo d’Angiò, principe di Taranto e imperatore di Costantinopoli; egli fece accorpare ed in parte ricostruì più corpi di fabbrica preesistenti con la creazione di una serie di portici gotici. In seguito il palazzo passò alla famiglia Cicinelli, che lo restaurò, facendo dotare i portici di arcate a tutto sesto e ridecorandolo in chiave barocca.
Il Palazzo viene chiamato anche Filippo di Valois o anche dell’Imperatore di Costantinopoli e successivamente Palazzo Cicinelli: si tratta di un palazzo nobiliare che si trova nel quartiere San Lorenzo: è un grande e antico edificio del 1300 di roccia di piperno (una sorta di tufo, roccia che abbonda in Campania) posizionato sul decumano maggiore (che segue ancor oggi l’antico asse viario greco) di Napoli dove sono passati e si sono incontrati re, principi, nobili e anche intellettuali, come il Pontano, Sannazaro, Cuoco, Croce, Arangio Ruiz, e tanti altri fino al grande matematico Renato Caccioppoli.
Dell’antico complesso, rimangono la struttura del porticato e il portone centrale dell’età del principato; sulla sinistra, in alto, è presente un affresco del Trecento raffigurante la Vergine Maria. Nel cortile è collocato un bassorilievo marmoreo con lo stemma di famiglia (un’anatra e tre gigli). I portici del palazzo durante il regno di Alfonso d’Aragona ospitarono la nascente Accademia Pontaniana, chiamata Porticus Antonianus: le riunioni erano presiedute da Antonio Beccadelli detto il Panormita. Alla morte del Beccadelli divenne presidente dell’Accademia Giovanni Pontano e l’Accademia prese poi il nome di Pontaniana. Del prestigioso consesso fecero parte nei secoli numerosi illustri napoletani: Jacopo Sannazaro, Vincenzo Cuoco, Benedetto Croce, Vincenzo Arangio Ruiz, Gaetano Quagliariello, Adolfo Omodeo, Renato Caccioppoli.
Oggi sotto i portici si svolge un mercato rionale e la vita scorre animata e vivace, proprio nel centro di Napoli, dove sorgono numerose attività commerciali. Il palazzo è in condizioni abbastanza degradate, infatti i pilastri in piperno sono sostenuti da una gabbia di metallo, in quanto danneggiati purtroppo dalle successive sovrastrutture barocche.

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