“È difficile trovare le parole per esprimere quanto la nostra comunità sia addolorata per questa tragedia. Pietro non era solo un dipendente comunale, ma una persona straordinaria, un amico che ci ha sempre trasmesso serenità e allegria”.

Così il Comune di Siamaggiore saluta commossa la scomparsa di Pietro Nicolai, agente municipale deceduto in queste ultime ore al Brotzu di Cagliari, dove era ricoverato a seguito di un bruttissimo incidente avvenuto durante la potatura di un albero.

“In questo momento di dolore, vogliamo esprimere le nostre più sentite condoglianze e vicinanza alla famiglia e ai suoi cari, nel ricordo dei bei momenti trascorsi insieme e nella consapevolezza che è stato una persona speciale per tutti noi. Sarai sempre nei nostri cuori”. Così si conclude il commiato.

L’INCIDENTE

L’incidente era avvenuto il 24 febbraio scorso a Siamaggiore, precisamente in località Pardu Nou.

Nicolai e un’altra persona stavano potando un pino quando improvvisamente un grosso ramo si è spezzato, cadendo sul cestello dove si trovavano i due. Entrambi avevano riportato numerose ferite, ma era stato proprio l’agente municipale ad avere la peggio.

Nicolai, 52 anni, proprietario della casa, aveva infatti riportato gravi traumi. Nonostante i giorni di ricovero in Rianimazione, ha purtroppo perso la vita a causa delle ferite riportate nell’incidente.

È stato identificato il responsabile dell’incendio che il 2 giugno scorso ha devastato due ettari di vegetazione in località Straccoxius, a Santa Giusta, arrivando a minacciare le abitazioni. Si tratta di un ottantenne del posto, proprietario di un fondo agricolo e titolare di un allevamento suino, denunciato dal Corpo forestale della Regione Sardegna per gestione illecita di rifiuti e incendio colposo.

Secondo quanto accertato dagli investigatori, l’uomo aveva incenerito rifiuti della porcilaia, tra cui contenitori in cartone e plastica usati per l’alimentazione dei suini, in un terreno agricolo adiacente all’allevamento. L’incendio sarebbe partito proprio da quel sito, dove i rifiuti venivano bruciati abitualmente nello stesso punto destinato alla deposizione dello stallatico, una sostanza organica che può diventare altamente infiammabile in presenza di elevate temperature e scarsa ventilazione.

Il fuoco, rimasto latente tra gli strati del cumulo, si sarebbe riattivato a causa del caldo e del vento di scirocco, favorendo la propagazione delle fiamme verso le abitazioni vicine. Il tempestivo intervento del sistema regionale antincendio ha evitato danni maggiori, riuscendo a contenere l’incendio prima che raggiungesse le case.

Le indagini hanno confermato che l’origine del rogo è da attribuire a una condotta colposa legata a pratiche illecite di smaltimento dei rifiuti domestici mediante incenerimento, una prassi pericolosa e vietata dalle normative ambientali.