“Io scartata perché donna trans”: la denuncia di una giovane cameriera a Cagliari
La giovane, Martina Floris, ha affidato il suo racconto a un post sui social network.
Sta facendo molto discutere la vicenda di una giovane cameriera che sarebbe stata scartata da un bar di Cagliari non in virtù delle sue competenze, ma in quanto donna transgender.
La giovane, Martina Floris, ha affidato il suo racconto a un post sui social network:
“Voi direte “la solita polemica” è torrara, però questa ve la voglio raccontare. Qualche settimana fa una mia cara amica mi ha proposto di fare una prova nel locale dove lei attualmente lavor (un locale che fa aperitivi al centro di Cagliari, non posso citare il nome per ovvi motivi). Io ovviamente accetto, chiedendole diverse volte se avesse per caso specificato al proprietario che io sono una ragazza transgender (quindi immaginate quanto io sia OLTRE e mi metta sempre TROPPI problemi). Lei mi dice “Sisi certo stai tranquilla, lo sanno e non è un problema perché sono tutti aperti mentalmente, ti troverai benissimo”. Io contenta di ciò vado a fare la mia prova con il mio miglior sorriso, termina la prova, va tutto okai, piaccio, loro piacciono a me. Fatto sta che non vengo ricontattata, un po’ strano dato che sono piaciuta, passano due settimane e non contenta di questo dilemma decido di chiedere a questa mia amica il perché. Beh lei mi ammette a malincuore che io non sono stata assunta non perché non sia piaciuta lavorativamente, ma perché donna trans e quindi giudicata, in più che sono arrivate delle “lamentele” da parte dei clienti quindi il proprietario ha deciso di non chiamarmi. Lasciamo tutto, perché è incommentabile, sapete cosa mi dispiace di più a me? Che un’altra volta, nel 2023, sia stata più forte la paura di perdere clienti per il pregiudizio ed il pregiudizio che il bisogno di personale in gamba (non per vanità, però se son piaciuta un motivo ci sarà). Non voglio mai più sentire che le donne trans sono tutte m******e, perché si, molte scelgono di fare quel mestiere, altre (come me) NO, e soprattutto ce ne sono ancora altre che sono spinte a farlo se vogliono campare perché la società non le fa lavorare perché trans.
Italia, non ci siamo. Io probabilmente non farò mai la prostituta, perché grazie al cielo ci sono tantissimi locali in cui non è questo lo spirito, però il mio pensiero oggi va a coloro che portate dalle porte chiuse in faccia (ingiuste perché classiste) hanno preso quella strada obbligate”.
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