Lo Sapevate? A Cagliari via Napoli era “s’arruga de is Moras”: quando anche i sardi facevano i pirati nel Mediterraneo
Pochi sanno, forse, che questa strada, attraversata da file di turisti nelle mattine estive, era un "ghetto" di mori tenuti in schiavitù. Così come, in generale, tutto il rione Marina, a stretto contatto con il mare, i suoi tesori e purtroppo anche i suoi bottini, frutto di saccheggi ai danni di altri popoli.
Oggi è una delle più importanti “terre” di movida del centro cagliaritano. Alla Marina, infatti, i profumi di cucina e tradizione aleggiano per tutto il quartiere. E via Napoli non è certamente da meno, con la sua ricchezza di ristoranti e trattorie, insieme a negozi tipici.
Pochi sanno, forse, che questa strada, attraversata da file di turisti nelle mattine estive, era un “ghetto” di mori tenuti in schiavitù. Così come, in generale, tutto il rione Marina, a stretto contatto con il mare, i suoi tesori e purtroppo anche i suoi bottini, frutto di saccheggi ai danni di altri popoli.
Come riportato dunque dal capolavoro di Francesco Alziator, “L’Elefante sulla Torre”, nella via Napoli esisteva in tempi lontani la cosiddetta Moreria , luogo in cui venivano concentrate le schiave more. Ecco dunque che anticamente questa via era nota come “s’arruga de is Moras”.
Sembra infatti, sempre come riportato dall’Alziator, che ai tempi in cui i corsari barbareschi imperversavano nell’Isola, portando sciagure e saccheggi, rapendo donne e bambini, i sardi in qualche modo restituissero la pariglia. Alla stregua di quella saracena, dunque, esisteva anche una pirateria sarda, mirata alla cattura di africani e alla loro vendita sul mercato cagliaritano.
Sparato alla testa, viene recuperato in fin di vita 10 anni fa: Nonno Lucky e la sua incredibile rinascita
Sono trascorsi 10 anni da quell'autunno del 2012 quando qualche delinquente sparò alla testa di nonno Lucky. Lui, disperato e sofferente, si era intrufolato in un ufficio nella zona industriale di Macchiareddu e lì aspettava di morire. Guardate ora com'è diventato, una trasformazione incredibile grazie alle cure e all'amore
Sono trascorsi 10 anni da quell’autunno del 2012 quando qualche delinquente sparò alla testa di nonno Lucky. Lui, disperato e sofferente, si era intrufolato in un ufficio nella zona industriale di Macchiareddu e lì aspettava di morire.
Una volta recuperato e portato al rifugio di Gonnosfanadiga sono iniziate le cure che, piano piano lo hanno letteralmente riportato in vita. Qui nonno Lucky ha ripreso la sua dignità, ha trovato la felicità e le sue ferite dell’anima, oltre a quelle fisiche, hanno finalmente smesso di sanguinare.
Guardate ora com’è diventato, una trasformazione incredibile grazie alle cure e all’amore delle volontarie che si sono occupate di lui. Nonno Lucky è uno dei circa 220 cani che sono ospitati nella struttura privata Amici degli Animali gestita da Caterina Uccheddu.
Come sempre rinnoviamo l’appello: se volete aiutare ma non potete adottare, sappiate che al rifugio occorrono tanti materiali, soprattutto adesso che si sta avvicinando la stagione fredda. Coperte, lenzuola, cuscini, asciugamani ma anche ciotole, cibo, traverse, cucce, giochi.
Rifugio Amici degli Animali Gonnosfanadiga Sardegna
Per info Caterina 3486995817
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