Lo Sapevate? A Cagliari via Napoli era “s’arruga de is Moras”: quando anche i sardi facevano i pirati nel Mediterraneo

Pochi sanno, forse, che questa strada, attraversata da file di turisti nelle mattine estive, era un "ghetto" di mori tenuti in schiavitù. Così come, in generale, tutto il rione Marina, a stretto contatto con il mare, i suoi tesori e purtroppo anche i suoi bottini, frutto di saccheggi ai danni di altri popoli.
canale WhatsApp
Oggi è una delle più importanti “terre” di movida del centro cagliaritano. Alla Marina, infatti, i profumi di cucina e tradizione aleggiano per tutto il quartiere. E via Napoli non è certamente da meno, con la sua ricchezza di ristoranti e trattorie, insieme a negozi tipici.
Pochi sanno, forse, che questa strada, attraversata da file di turisti nelle mattine estive, era un “ghetto” di mori tenuti in schiavitù. Così come, in generale, tutto il rione Marina, a stretto contatto con il mare, i suoi tesori e purtroppo anche i suoi bottini, frutto di saccheggi ai danni di altri popoli.
Come riportato dunque dal capolavoro di Francesco Alziator, “L’Elefante sulla Torre”, nella via Napoli esisteva in tempi lontani la cosiddetta Moreria , luogo in cui venivano concentrate le schiave more. Ecco dunque che anticamente questa via era nota come “s’arruga de is Moras”.
Sembra infatti, sempre come riportato dall’Alziator, che ai tempi in cui i corsari barbareschi imperversavano nell’Isola, portando sciagure e saccheggi, rapendo donne e bambini, i sardi in qualche modo restituissero la pariglia. Alla stregua di quella saracena, dunque, esisteva anche una pirateria sarda, mirata alla cattura di africani e alla loro vendita sul mercato cagliaritano.
Stefano Corti denuncia uno stalker: «Sa dove viviamo io e Bianca Atzei»

«Il primo messaggio compare tre settimane fa», spiega Corti: una foto di lui con i figli accompagnata dal commento «Complimenti per la tua famiglia». Seguono richieste di chiarimenti, ma l’anonimo risponde: «Non ti preoccupare chi sono io, so chi sei tu».
canale WhatsApp
Stefano Corti, inviato de Le Iene, ha scelto Instagram per denunciare minacce ricevute da un anonimo che conosce dettagli della sua vita privata. In un breve video mostra alcune chat in cui l’autore dei messaggi minaccia lui e la sua famiglia.
«Il primo messaggio compare tre settimane fa», spiega Corti: una foto di lui con i figli accompagnata dal commento «Complimenti per la tua famiglia». Seguono richieste di chiarimenti, ma l’anonimo risponde: «Non ti preoccupare chi sono io, so chi sei tu».
«Da qui parte una conversazione in cui questa persona fa intendere che ci succederà qualcosa di brutto per colpa del mio lavoro alle Iene», racconta Corti. «Oltre a minacciare i miei figli, mi manda le visure di casa mia e di Bianca, facendomi capire che sa dove abitiamo e quali sono i miei spostamenti. In dieci anni di lavoro a Le Iene non mi era mai successa una cosa del genere».
Corti, fidanzato della cantante Bianca Atzei, conclude: «Farò di tutto per capire chi è questa persona».

© RIPRODUZIONE RISERVATA