Lo Sapevate? A Cagliari via Napoli era “s’arruga de is Moras”: quando anche i sardi facevano i pirati nel Mediterraneo

Pochi sanno, forse, che questa strada, attraversata da file di turisti nelle mattine estive, era un "ghetto" di mori tenuti in schiavitù. Così come, in generale, tutto il rione Marina, a stretto contatto con il mare, i suoi tesori e purtroppo anche i suoi bottini, frutto di saccheggi ai danni di altri popoli.
Oggi è una delle più importanti “terre” di movida del centro cagliaritano. Alla Marina, infatti, i profumi di cucina e tradizione aleggiano per tutto il quartiere. E via Napoli non è certamente da meno, con la sua ricchezza di ristoranti e trattorie, insieme a negozi tipici.
Pochi sanno, forse, che questa strada, attraversata da file di turisti nelle mattine estive, era un “ghetto” di mori tenuti in schiavitù. Così come, in generale, tutto il rione Marina, a stretto contatto con il mare, i suoi tesori e purtroppo anche i suoi bottini, frutto di saccheggi ai danni di altri popoli.
Come riportato dunque dal capolavoro di Francesco Alziator, “L’Elefante sulla Torre”, nella via Napoli esisteva in tempi lontani la cosiddetta Moreria , luogo in cui venivano concentrate le schiave more. Ecco dunque che anticamente questa via era nota come “s’arruga de is Moras”.
Sembra infatti, sempre come riportato dall’Alziator, che ai tempi in cui i corsari barbareschi imperversavano nell’Isola, portando sciagure e saccheggi, rapendo donne e bambini, i sardi in qualche modo restituissero la pariglia. Alla stregua di quella saracena, dunque, esisteva anche una pirateria sarda, mirata alla cattura di africani e alla loro vendita sul mercato cagliaritano.
In spiaggia col cane: ecco le aree dog friendly dell’Oristanese

Cabras riapre le spiagge ai cani: attive quattro aree dog friendly lungo il litorale. Ecco dove si trovano.
Anche quest’estate, Cabras rinnova il suo impegno per un’accoglienza inclusiva e pet-friendly, riattivando le aree dedicate ai cani lungo le sue spiagge più belle. Sono nuovamente operative e chiaramente segnalate le quattro dog beach individuate dall’amministrazione comunale: San Giovanni di Sinis, Maimoni, Portu S’uedda e Funtana Meiga.
Le aree, come previsto dall’ordinanza comunale, si estendono per almeno 1.500 metri quadrati ciascuna e sono delimitate da corde e pali, in modo da garantire sicurezza e rispetto delle regole da parte di tutti gli utenti. L’accesso è consentito dall’alba al tramonto, esclusivamente a cani regolarmente vaccinati e iscritti all’anagrafe canina. Ogni animale deve indossare un collare con targhetta identificativa contenente i dati del proprietario, che a sua volta deve essere maggiorenne.
Chi accompagna il cane è tenuto, ogni due ore circa, a condurlo fuori dalla spiaggia per una passeggiata igienica. Inoltre, è obbligatorio portare con sé un guinzaglio non superiore a un metro e mezzo e una museruola, da utilizzare in caso di necessità o su richiesta delle forze dell’ordine o degli incaricati comunali. Vietato lasciare gli animali incustoditi.
L’amministrazione comunale ricorda che il benessere degli animali è responsabilità dei proprietari, i quali devono garantire acqua a sufficienza e zone d’ombra per proteggere i propri cani dal caldo. È consentito anche il bagno in mare, nel tratto antistante l’area dog friendly, ma sempre sotto stretta sorveglianza. Una scelta che conferma l’attenzione del Comune verso i bisogni di residenti e turisti con animali al seguito, in una cornice naturale tra le più suggestive della Sardegna.

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