Quartu Sant’Elena: al via la trasformazione di viale Marconi.

Sicurezza e mobilità: nuove infrastrutture per pedoni, ciclisti e mezzi pubblici.

Con l’inizio del nuovo anno, Quartu Sant’Elena si prepara a una rivoluzione infrastrutturale lungo il tratto cittadino di viale Marconi. I lavori di riqualificazione, che partiranno subito dopo l’Epifania, interesseranno il segmento che va da via De Gasperi fino al Carrefour, introducendo soluzioni innovative per la sicurezza e la mobilità. La Città Metropolitana conferma l’intento di rendere quest’arteria stradale più sicura e accessibile per tutti gli utenti, in particolare pedoni e ciclisti.

Tra le novità previste spiccano l’installazione di attraversamenti pedonali rialzati, pensati per ridurre la velocità delle auto e garantire maggiore sicurezza a chi attraversa la strada. Saranno realizzati marciapiedi più distanti dalla carreggiata, per tutelare i pedoni, e nuove isole attrezzate per le fermate degli autobus, progettate per agevolare il trasporto pubblico senza intralciare il traffico. Inoltre, una pista ciclabile integrata permetterà ai ciclisti di percorrere il viale in totale sicurezza.

Un elemento centrale della riqualificazione sarà la costruzione di una nuova rotatoria, studiata per migliorare il flusso della circolazione e ridurre il rischio di incidenti. Questi interventi rappresentano una risposta concreta alla necessità di mettere in sicurezza una strada che, in passato, è stata troppo spesso teatro di gravi incidenti. Tra gli episodi più recenti, quello che ha coinvolto il 27enne Gianluca Dessì, investito mentre attraversava il viale davanti al supermercato MD e attualmente ancora in coma presso l’ospedale Businco.

Prima di dare avvio ai cantieri, sarà necessario definire con la Polizia Locale le modifiche temporanee alla viabilità e stabilire percorsi alternativi. Questo potrebbe comportare qualche disagio per gli automobilisti, che dovranno affrontare giornate di traffico intenso e rallentamenti. Tuttavia, il sacrificio è finalizzato a un obiettivo importante: trasformare viale Marconi in una strada moderna, sicura e accessibile, a beneficio di tutta la comunità.

Lo sapevate? Che cosa vuol dire in sardo bardunfula?

Un nome che sembra quasi uno scioglilingua. Che cosa vuol dire in sardo bardunfula?

Lo sapevate? La parola “bardunfula” in sardo ha un suono curioso, quasi ipnotico, che sembra danzare sulla lingua come un piccolo vortice di consonanti e vocali. Ma cosa significa realmente? In realtà, dietro questo nome singolare si cela un oggetto che ha fatto girare non solo se stesso, ma anche l’immaginazione e i pomeriggi di intere generazioni di bambini sardi: la trottola. Sì, proprio lei, quella vecchia trottola di legno che, con il suo perno metallico e l’energia impressa da uno spago ben avvolto, prendeva vita con un semplice gesto deciso. Lanciata con precisione, iniziava a ruotare vorticosamente, regalando ai suoi piccoli proprietari momenti di puro divertimento e sfide di abilità.

Bardunfula

La “bardunfula” non era un gioco qualunque; era un simbolo di un’epoca in cui il divertimento non era virtuale, ma tangibile, fatto di mani che tiravano corde e occhi che seguivano rapiti il movimento ipnotico della trottola sul terreno. Fino agli anni Settanta, era una presenza costante nei cortili e nelle strade dei paesi della Sardegna, un compagno di giochi semplice ma straordinariamente coinvolgente. La parola stessa ha origini affascinanti: deriva dal catalano “baldufa”, segno delle influenze storiche e linguistiche che hanno attraversato l’isola. Non mancano le varianti, come “badrunfula”, che arricchiscono ancora di più il fascino di questo termine.

Oggi, però, la bardunfula è un oggetto che appartiene quasi esclusivamente ai ricordi, ai racconti degli anziani, alle teche dei musei etnografici o alle soffitte dimenticate. Per i bambini di oggi, abituati a giocattoli digitali e schermi interattivi, questa piccola meraviglia di legno e metallo sembra quasi un reperto di un mondo lontano. Eppure, rimane un simbolo di un tempo in cui bastava poco per far girare la fantasia e accendere la gioia, un tempo che merita di essere riscoperto.