Tra pennelli e colori, Francesca Soddu: quando l’inclusività passa dall’arte astratta
Un laboratorio artistico che aiuta i ragazzi con disabilità a esprimere e comunicare le loro emozioni. Uno dei tanti progetti portati avanti da Codice Segreto, ente che lavora all'autonomia e all'integrazione delle persone. L'artista Francesca Soddu è una delle tante volontarie. "Ho scoperto la bellezza di lavorare coi ragazzi e vedere come accolgono così spontaneamente l'arte".
Pennello e i colori, sulle pareti i quadri di arte astratta che racconta la vita e le emozioni di tanti adolescenti e ragazzi. L’inclusione passa attraverso l’arte e da qui nasce un laboratorio rivolto ai giovani con disabilità dell’associazione cagliaritana Codice Segreto. Dietro, la guida artistica della 29enne Francesca Soddu, una delle tante volontarie che ha messo la sua passione a disposizione dell’inclusività.
Negli scorsi giorni una mostra personale di quadri, “L’emozione diventa arte”, in collaborazione con Codice Segreto – ente del terzo settore dal 2010 impegnato in progetti rivolti all’autonomia di ragazzi con disabilità intellettive – insieme a Exmè e alla Fondazioni Domus de Luna e Peter Pan. Negli spazi di via Alagon a Cagliari, i paesaggi e i soggetti frutto dell’estro artistico di Francesca Soddu e, da una parte, anche quello dei suoi allievi. Dallo scorso dicembre 2023, infatti, va avanti un laboratorio artistico inclusivo.
29 anni e studi liceali socio-pedagogici. Francesca coltiva la passione per l’arte sin da piccola, cercando di capire quale corrente artistica potesse essere a lei più confacente. “L’astrattismo, impreciso e non complesso, è capace di fare esprimere a chiunque i propri sentimenti in maniera semplice e spontanea”. A poco a poco la collaborazione con Codice Segreto e con i più giovani. “E stato grazie a mio padre. Ho capito che questa poteva essere una bella opportunità e ho scoperto quanto potesse essere bello lavorare con loro, vedendo come accolgono l’arte così spontaneamente senza farsi problemi”.
Un laboratorio artistico per l’inclusione, tra i tanti progetti portati avanti da Codice e dalle Fondazioni che in sinergia lavorano per guidare i ragazzi con disabilità a una vita sempre più autonoma. E l’arte astratta può essere utile in questo. “Aiuta i ragazzi a esprimere i loro sentimenti. Spesso rimaniamo in balia del turbinio di emozioni che alle volte non ci fanno stare bene. L’arte allora ci permette di stare in pace con noi stessi e capire le nostre emozioni”.
Francesca sa che l’arte che a volte l’arte può non essere perfetta. E l’astrattismo, senza confini o paletti, può ben adattarsi alle persone con disabilità. “Qui le forme non sono precise e tutti possono vederci qualcosa di diverso”. Una decina i ragazzi impegnati e divisi per gruppi, “in questo modo posso seguirli e dedicare me stessa. Importante è che io guardi i colori e i tratti che i ragazzi usano, per capire che cosa cercano di comunicarci”.
Un piccolo gruppo di futuri artisti, dunque, da età scolare sino alla fase adulta. “Credo che tutti quanti loro abbiano delle vite complesse e difficili. Non è semplice vivere con certe patologie e, per chi ha maturato consapevolezza di questo, essere coscienti dei propri limiti e difficoltà può essere di gran peso”, spiega Francesca. Che aggiunge: “Nella mia vita ho sempre pensato che l’arte fosse un modo per esprimere i miei sentimenti. Poi, la strada del sociale: credo che aiutare gli altri aiuti a sentirsi un po’ più leggere, esattamente come quando dipingo”.
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