Beniamino Zuncheddu a Porta a Porta: “Sì al perdono. Il mio unico desiderio è essere libero”
Come ha fatto a superare questo grande pezzo della sua vita? "La fede mi ha aiutato, pregavo ogni giorno e invocavo tutti i santi" ha detto candidamente l'allevatore.
“La gioventù è partita, ormai bisogna vivere giorno dopo giorno. L’unico mio desiderio è essere libero”. Sono parole semplici e prive di rancore quelle pronunciate da Beniamino Zuncheddu nella trasmissione di Porta a Porta andata in onda ieri su Rai 1 dopo l’assoluzione per non aver commesso il fatto che lo ha liberato dal carcere dopo 33 anni in prigione da innocente.
“Ho pensato spesso agli amici che si sono potuti sistemare e fare una famiglia. A me è stato impedito di farlo”, ha detto con rammarico il 59enne di Burcei.
Come ha fatto a superare questo grande pezzo della sua vita? “La fede mi ha aiutato, pregavo ogni giorno e invocavo tutti i santi” ha detto candidamente l’allevatore. “Mia sorella ha rappresentato tutto – ha aggiunto -. Lei, suo marito, mio nipote, l’altro mio fratello. Mi hanno sostenuto sempre”.
Zuncheddu non serba rancori particolari verso coloro che lo hanno costretto in carcere per così tanto tempo: “Anche Pinna è una povera vittima, non una ma due volte. Il poliziotto lo saprà lui, nella sua coscienza, come è andata. Ma il mio perdono, sì, per me sì, ormai il passato è passato”.
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