Lo sapevate? Quali sono i paesi più alti della Sardegna?

Alla scoperta dei paesi della Sardegna. Dominano naturalmente i borghi in provincia di Nuoro, dove si trovano alcune delle montagne più alte dell'Isola. Scopriamoli insieme.
Lo sapevate? Quali sono i paesi più alti della Sardegna?
Alla scoperta dei paesi della Sardegna. Dominano naturalmente i borghi in provincia di Nuoro, dove si trovano alcune delle montagne più alte dell’Isola. Scopriamoli insieme.
Il paese più alto dell’Isola è Fonni, 1000 metri sul livello del mare.
Arrivare a Fonni la sera, con tutte le luci accese, magari con la neve, vi farà vivere sensazioni particolari. Il borgo più elevato della Sardegna è un piccolo presepe, incastonato tra monti e boschi. Un luogo della semplicità, dove tradizioni e cultura ben si amalgamano con il turismo. In particolare in inverno. Fonni, infatti, ospita gli unici impianti sciistici di risalita isolani.
La presenza di impianti nel massiccio del Gennargentu rende possibile praticare anche in Sardegna – quasi un sinonimo di “vacanza al mare” – gli sport invernali. Le cime più elevate superano i 1800 metri, un’altitudine sufficiente a garantire la presenza di neve da dicembre a primavera. Da Fonni si sale agli impianti del comprensorio di Bruncu Spina grazie a uno ski lift che arriva a quota 1820 metri. Tre le piste: una blu, una rossa e una nera. Sull’altro versante s’incontrano invece gli impianti di S’Arena. Sempre nel territorio di Fonni, si trova il Monte Spada, dove è stato allestito il polo sciistico Neve-2000, con piste adatte soprattutto ai principianti.
Sport invernali a parte, l’intero territorio di Fonni offre una miriade di attrattive. La zona è popolata fin dall’età nuragica. Nelle vicinanze del paese, in località Madau, è presente un’importante necropoli di tombe dei giganti. Sempre nella stessa area si trovano anche diversi nuraghi, come il Dronnoro.
Fonni è un’ottima base di partenza per fare emozionanti escursioni nel Gennargentu durante le quali si possono ammirare numerose varietà di specie vegetali e faunistiche. Da visitare la seicentesca chiesa francescana della Madonna dei Martiri (magnifico esempio di barocco). I festeggiamenti si svolgono a giugno per il ritorno dei pastori dalla transumanza. Fonni è conosciuta anche per i suoi murales. I visitatori possono ammirarli seguendo un percorso che si snoda per le vie del paesi.
Il secondo paese più alto dell’Isola è Ollolai, 920 metri sul livello del mare.
Secondo la leggenda, Ollolai sarebbe stata residenza di Ospitone, dux dei barbaricini, così riconosciuto in una lettera ufficiale (594 d.C.) da papa Gregorio magno che gli chiedeva aiuto per incoraggiare il suo popolo alla conversione. All’indole ribelle degli antenati ollolaesi si riferirebbe il toponimo, derivante forse dall’attico alalè, grido di guerra delle tribù della zona prima della battaglia.
L’asfodelo, che colora le campagne vicine, è materia prima per l’arte d’intreccio. Bellissimi i cestini realizzati dalle abili mani delle donne ollolaesi nella mostra de s’iscrarionzu. Famosi gli incontri di un’arcaica lotta, s’istrumpa, forse di origine nuragica. da visitare le case in granito con portali in pietra scura, disposte intorno alla parrocchiale di san Michele arcangelo, un tempo gotico-aragonese, poi più volte rimaneggiata. Custodisce alcuni dipinti di Carmelo Floris, che ritrasse le donne ollolaesi negli splendidi abiti tradizionali.
A luglio qui si svolge il palio degli asinelli. con i cinque rioni storici del paese.
L’abitato, immerso nel verde di macchia mediterranea, querce, tassi e lecci secolari, è circondato da numerose sorgenti, davanti al monte Santu Basili. In cima sorge la chiesa di san Basilio magno, costruita in età bizantina e rifatta nel XX secolo. I conci di trachite dell’impianto originale furono riusati per le cumbessias, alloggi per pellegrini che circondano l’edificio.
Attorno si trovano i resti di un antico convento di francescani, abbandonato a fine XV secolo in seguito alla faida tra le casate dei Ladu e degli Arbau. Le prime tracce umane sono del Neolitico medio (4000 a.C.), in tombe scavate nei tafoni e ripari sotto roccia, come sa Conca frabica, usata fino all’età del Ferro. Vicino alla chiesa sorgono i resti di un villaggio nuragico. nel territorio si trovano altri nuraghi e l’insediamento di su Triqinzu, raggiungibile dalla spettacolare strada per il lago Cucchinadorza. Attorno altre vette granitiche che superano i 1100 metri, tra cui su Nodu de s’Aschisorgiu (rocce del tesoro).
Il terzo paese più alto della Sardegna è Tonara, 900 metri sul livello del mare. Si tratta del borgo dei torronai, degli artigiani del legno, tra i monti del Gennargentu, nel centro della Sardegna.
Si trova ai piedi del monte Mungianeddu. Il nome deriva da toni e toneri, rupi calcaree su cui poggia. Nasce dalla fusione degli antichi rioni di Arasulè, Teliseri e Toneri, caratterizzati da viuzze su cui si affacciano i balconi in legno di case costruite in pietra. Ai tre rioni si è aggiunto il quartiere su Pranu. Tra le abitazioni padronali da visitare l’imponente Casa Porru, in passato un carcere, oggi museo etnografico e degli antichi mestieri.
Tonara è uno dei paesi più ‘verdi’ della Sardegna. Attorno una lussureggiante distesa boschiva con castagni millenari, noccioli e noci. Famosa la sagra del torrone, nata nel 1979. Si svolge ogni anno il giorno di Pasquetta, con contorno di spettacoli folk. Affiancato alla festa, c’è il Campanaccio d’oro, una sfida tra gli artigiani tonaresi nella creazione di campanacci per il bestiame (sonaggias e pittiolos). Rinomati i tappeti e gli arazzi per la lavorazione del legno, in particolare il castagno, simbolo locale.
Nel suo territorio sono conservate testimonianze prenuragiche: la grotta funeraria di Pitzu e’ Toni e la domus de Janas di Is Forreddos (3200-3000 a.C.), formata da tre ambienti comunicanti tra loro. Al periodo successivo risalgono vari insediamenti nuragici, tra cui i resti de su Nuratze. Gli edifici di culto più antichi sono la cinquecentesca chiesa di Sant’Antonio, con pregevoli dipinti murari, e quella di Santa Maria (1607) nel rione di Arasulè. La chiesa di Santa Anastasia, edificata tra fine XIII e inizio XIV secolo era più vecchia: i suoi materiali sono stati utili a riedificare nel XIX secolo l’attuale parrocchiale di San Gabriele.

© RIPRODUZIONE RISERVATA