Lo Sapevate? A Cagliari via Napoli era “s’arruga de is Moras”: quando anche i sardi facevano i pirati nel Mediterraneo

Pochi sanno, forse, che questa strada, attraversata da file di turisti nelle mattine estive, era un "ghetto" di mori tenuti in schiavitù. Così come, in generale, tutto il rione Marina, a stretto contatto con il mare, i suoi tesori e purtroppo anche i suoi bottini, frutto di saccheggi ai danni di altri popoli.
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Oggi è una delle più importanti “terre” di movida del centro cagliaritano. Alla Marina, infatti, i profumi di cucina e tradizione aleggiano per tutto il quartiere. E via Napoli non è certamente da meno, con la sua ricchezza di ristoranti e trattorie, insieme a negozi tipici.
Pochi sanno, forse, che questa strada, attraversata da file di turisti nelle mattine estive, era un “ghetto” di mori tenuti in schiavitù. Così come, in generale, tutto il rione Marina, a stretto contatto con il mare, i suoi tesori e purtroppo anche i suoi bottini, frutto di saccheggi ai danni di altri popoli.
Come riportato dunque dal capolavoro di Francesco Alziator, “L’Elefante sulla Torre”, nella via Napoli esisteva in tempi lontani la cosiddetta Moreria , luogo in cui venivano concentrate le schiave more. Ecco dunque che anticamente questa via era nota come “s’arruga de is Moras”.
Sembra infatti, sempre come riportato dall’Alziator, che ai tempi in cui i corsari barbareschi imperversavano nell’Isola, portando sciagure e saccheggi, rapendo donne e bambini, i sardi in qualche modo restituissero la pariglia. Alla stregua di quella saracena, dunque, esisteva anche una pirateria sarda, mirata alla cattura di africani e alla loro vendita sul mercato cagliaritano.
A quasi 99 anni sfida ancora le onde: Mariuccia, la windsurfista che ha fatto della Sardegna la sua seconda casa

Mariuccia ha un legame indissolubile con la Sardegna: da decenni trascorre qui le sue estati, respirando la natura e la libertà che solo il mare isolano sa offrire.
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Ha quasi 99 anni, ma lo spirito è quello di una teenager. Maria Carla Rivano, per tutti semplicemente Mariuccia, è probabilmente la sportiva più anziana d’Italia. Con la sua energia contagiosa e la passione smodata per la Sardegna, è diventata un vero punto di riferimento per chiunque la incontri a Porto Pollo, paradiso gallurese degli sport acquatici.
Ogni estate, armata di tavola e vela, Mariuccia affronta le onde con la sicurezza di una windsurfista esperta. Al Mb Pro Center, centro dedicato al windsurf e al kite-surf, è ormai una celebrità: una mascotte che incarna l’idea stessa di vitalità senza età.
Ma il windsurf è solo una delle tante passioni di questa instancabile signora. In inverno la si può trovare sulle piste da sci, oppure su un campo da golf romano, o ancora lungo i sentieri della sua amata Sestri Levante, in Liguria, dove percorre chilometri a piedi senza mai stancarsi. «Per me muovermi è naturale, mi fa sentire viva», ama ripetere a chi le chiede il segreto della sua longevità.
Vedova da oltre vent’anni e nonna di sei nipoti, Mariuccia ha un legame indissolubile con la Sardegna: da decenni trascorre qui le sue estati, respirando la natura e la libertà che solo il mare gallurese sa offrire. La sua storia, fatta di dinamismo e passione, dimostra che la vita può essere intensa e sorprendente a qualsiasi età. A 99 anni Mariuccia non è solo un esempio di longevità, ma soprattutto un’icona di come lo sport e l’amore per la vita possano abbattere ogni barriera generazionale.

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