La porta verso l’Inferno: non un canile ma un incubo. Blitz ad Arborea del deputato Maturi. “La soluzione? C’è”
“I soldi dei Comuni? Dovrebbero essere erogati per i cittadini, con investimenti sui giovani, gli anziani e le reali necessità. Non per incarcerare i cani”, blitz al canile di Arborea del deputato leghista Filippo Maturi. E se pensate che per tutto questo non ci sia una soluzione vi sbagliate di grosso, perchè esiste ed è praticabile, da subito
La porta verso l’Inferno: non un canile ma un incubo. Il blitz dell’onorevole leghista Filippo Maturi nella struttura comunale di Arborea ha aperto un vaso di Pandora (peraltro mai ben chiuso in una regione come la nostra che si trova ancora ad avere a che fare con la piaga del randagismo) dal quale sono uscite delle immagini strazianti. In una struttura che ospita 256 cani anziché 90 infatti c’è qualcosa che non va, decisamente. Box sovraffollati, nessuna area di sgambamento, situazione igienica ai limiti, nessun rialzo per proteggere gli animali dal cemento, duro e freddo su cui sono obbligati a dormire, nessun riparo dalle intemperie. Non vita, solo sofferenza.
Ma noi cittadini sappiamo che per portare avanti simili strutture (e quella di Arborea non è di certo l’unica) i gestori ricevono denaro? Parliamo di circa 2,50 euro al giorno per cane: vi sembra poco? No, non lo è assolutamente: moltiplicate quella cifra per il numero dei cani e per i giorni dell’anno e sappiate che quei soldi sarebbe giusto che venissero erogati per i cittadini, con investimenti sui giovani, gli anziani e le reali necessità dei vostri e nostri comuni. E’ un discorso cinico? Per nulla, al contrario: i canili infatti esistono perché esistono gli abbandoni e perché gli animali non vengono sterilizzati. Le strutture in cui vengono rinchiuse queste povere anime dovrebbero essere solo di passaggio: un ponte tra la strada e l’adozione. Questo avviene nei canili e rifugi seri (e in Sardegna ce ne sono tantissimi, lo sappiamo bene): negli altri, dove i cani non sono esseri viventi ma strumenti per fare soldi, gli animali vengono deportati, rinchiusi e fatti morire di inedia, malattia, vecchiaia, tristezza.
Sapete che a tutto questo c’è rimedio? E la soluzione ha una sola parola: STERILIZZAZIONE. “Dei randagi ma anche degli animali dei privati”, sottolinea Maturi. “I soldi devono essere stanziati per effettuare le sterilizzazioni, a tappeto. Dei randagi ma anche e soprattutto dei cani da pastore, delle aziende agricole, di chi non ha budget per poterlo fare”. Nella regione di Maturi (il Trentino) il problema sovraffollamento canili e randagismo non esiste da decenni: il perché lo abbiamo già detto, l’unica soluzione che porta alla risoluzione del problema può essere praticata. E allora perché non lo si fa? La risposta datevela da soli.
I cani vaganti, quelli abbandonati, le intere cucciolate gettate per strada: anche se non avete a cuore la questione animalista sappiate che il problema interessa pure voi. Questi animali infatti sono potenziale fonte di disagi, pericoli, problemi per il territorio intero. “Il fenomeno va visto scevro dall’impianto empatico, continua Maturi. Va considerato solo per il suo impatto reale: una spesa cioè assolutamente assurda, ingente e evitabile da parte delle casse comunali”.
Il discorso è cominciato con il racconto del blitz degli orrori al Dog Village Valle degli Orsi e ha proseguito con una piega diversa: se da un lato l’azione di Maturi è stata puntuale nel rivelare una situazione tragica, dall’altra concentriamoci adesso sul fare e l’agire. “Tornerò in Sardegna a inizio giugno, conclude Maturi. Il canile ha ora 90 giorni di tempo per mettersi in regola. Io non mi fermo qui: ho solo iniziato”.
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