“Piscia arrenconis” o “piscia tinteris”: gli abitanti di Castello derisi in passato dal popolo cagliaritano

C'era una volta il rione di Castello, fatto di notai e burocrati; e c'era una volta pure il popolino che amava prendere in giro gli abitanti del rione. Da "piscia tinteris" a "piscia arrenconis", le espressioni veraci con le quali Cagliari derideva i castellani.
Un tempo nella vecchia Cagliari. Quella in cui ogni quartiere aveva le sue peculiarità e specificità, sia positive che negative, secondo ovviamente la visione popolare.
Emblema di quest’epoca sono stati i nomignoli o soprannomi. “Is allumingius”, che la città del passato riservava a questo o quel personaggio, così come a tutti gli abitanti di un intero quartiere. E spesse volte questi soprannomi scherzosi venivano dagli strati popolari della città, specie in epoche medievali.
Ne è un esempio il quartiere storico di Castello, cuore pulsante, in passato, della politica e dell’amministrazione della città. I suoi abitanti, di certo, suscitavano del “popolino”, il quale riservava loro due espressioni veraci, ancora ricordate.
I borghesi castellani venivano etichettati, come ci ricorda anche il buon vecchio Francesco Alziator, come “piscia tinteris”, letteralmente “pisciatori del calamaio”. Tanta ironia, infatti, per chi esercitava professioni notarili o impiegatizie, visti ironicamente dal popolo stampacino o villanoviano – per i quali altri brillanti soprannomi erano comunque riservati – semplicemente come scadenti burocrati mezza manica.
Ma per il “bersagliato” abitante di Castello, altro soprannome interessante, sotto il profilo della nostra curiosità storica, era quello di “piscia arrenconis”. Evidentemente l’incontinenza era considerata l’arma più efficace per irridere gli “odiati” castellani, i quali diventavano così “pisciatori di angoli della strada”. Forse, si fa riferimento a un’epoca in cui il quartiere non disponeva di bagni o semplicemente si voleva estremizzare il presunto carattere “sozzone” degli abitanti del rione.

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