Dolianova oggi festeggia un nuovo centenario. Giovanni Ghiani, nato a Dolianova il 9 marzo 1918, spegne la bellezza di cento candeline.

Una vita semplice quella di signor Ghiani, di professione pastore, trascorsa sui campi tra pecore e capre. Il segreto della sua longevità, oltre al cibo sano – uova e patate i suoi piatti preferiti – e a una vita semplice, non è un bicchiere di vino come vorrebbe la tradizione. Da qualche tempo il super-nonnino di Dolianova ha sostituito il Cannonau con un bicchiere di Coca Cola a pasto.

Ma il vero segreto di Giovanni Ghiani è la grande famiglia che ancora oggi lo circonda, riempiendolo di amore e di attenzioni: dalla sorella “minore”, Maria, 98 anni, passando per gli 8 figli, i 18 nipoti e i 12 pronipoti. Una famiglia costruita insieme alla dolce moglie Giovanna Farci scomparsa 17 anni fa e sposata nel lontano 1941, quando Giovanni aveva appena 23 anni. 

Tra le passioni del nonnino di Dolianova, oltre alla Coca Cola, i canti e la musica sarda, di cui è un grande conoscitore. Alla domanda fatta dai nipoti su quanti anni compisse oggi, signor Ghiani ha risposto con una punta di ottimismo: «90!». E a giudicare dalla foto scattata dal nipote Ignazio Corrias, il neo centenario ha tutte le ragioni di concedersi uno sconto anagrafico.

Una pagina nuova e carica di speranza si apre per i pazienti affetti da beta-talassemia. All’Arnas Brotzu di Cagliari prende ufficialmente il via il percorso per l’applicazione della terapia genica avanzata, una procedura innovativa destinata a cambiare radicalmente la vita di chi convive con una delle malattie ereditarie del sangue più diffuse e radicate nella storia della Sardegna.

Alla presentazione ufficiale ha partecipato la presidente della Regione, Alessandra Todde, assessore ad interim della Sanità, che ha parlato di “una svolta importante per i pazienti affetti da malattie ereditarie del sangue”. L’ospedale cagliaritano è stato individuato come unico centro regionale accreditato e si colloca tra i primi in Italia a impiegare questa tecnologia d’avanguardia.

“La talassemia ha segnato per decenni la vita di centinaia di persone e delle loro famiglie, imponendo trasfusioni continue e sacrifici quotidiani enormi”, ha ricordato la presidente Todde. “Oggi possiamo dire che per questi pazienti si apre una nuova prospettiva”.

La terapia genica utilizza cellule staminali del paziente, opportunamente modificate, per consentire all’organismo di produrre un’emoglobina funzionante, riducendo fino ad azzerare il ricorso alle trasfusioni. Si tratta di una procedura altamente specialistica, realizzabile solo in centri dotati di competenze multidisciplinari, terapie intensive dedicate, sistemi accreditati per la raccolta e la lavorazione cellulare e personale altamente formato nel trapianto ematopoietico.

“È un fatto politico e sanitario poter dire che questo centro di eccellenza è qui, in Sardegna – ha sottolineato Todde – non solo al servizio dei pazienti sardi, ma aperto anche a chi dal resto d’Italia vorrà curarsi qui”.

La presidente ha poi voluto richiamare le radici di questa eccellenza, costruita nel tempo grazie al lavoro del professor Antonio Cao e di tutti i clinici che hanno reso il Microcitemico un punto di riferimento nazionale e internazionale. “Un patrimonio che non deve andare disperso, ma riconosciuto e rafforzato”, ha affermato.

Il risultato, ha concluso Todde, è frutto di un grande lavoro di squadra e di un impegno multidisciplinare che dimostra come la sanità pubblica, se sostenuta da competenze e investimenti, possa davvero fare la differenza. “Restituire fiducia ai cittadini significa anche raccontare ciò che funziona”.