La ONLUS I Sardi Soccorso offre ospitalità a Cagliari alle persone in terapia che risiedono lontano dagli ospedali cittadini, ma anche tanto altro.

Due ambulanze per il servizio 118, assistenza domiciliare e ospedaliera, assistenza per manifestazioni ed eventi, foresteria per i soci e le loro famiglie, corsi di formazione di primo soccorso e utilizzo del defibrillatore e altri progetti in itinere, attiva 24 ore su 24, 7 giorni su 7. I Sardi Soccorso è un’importante realtà di Cagliari che si finanzia con il contributo dei soci e la generosità dei Sardi.

I Sardi Soccorso nasce per iniziativa di Claudio Cugusi, noto e stimato giornalista cagliaritano che nel 2009 decide di fondare un’associazione ONLUS per onorare la memoria dei propri genitori scomparsi troppo presto. Suo padre era un medico, sua madre come lui stesso la definisce, era un’insegnante  “di strada”, una donna molto sensibile alle problematiche sociali, evidentemente le finalità dell’associazione erano praticamente già scritte. Infatti oltre all’attività di pronto intervento col 118, le autoambulanze vengono messe a disposizione per trasporti non urgenti, quando per esempio un paziente anziano allettato deve sottoporsi a una visita medica in ospedale. L’associazione  offre una serie di servizi di supporto come l’assistenza domiciliare integrativa fornendo personale qualificato, che eroga le terapie al paziente presso il proprio domicilio, oppure l’assistenza ospedaliera integrata.

Può capitare che un paziente ricoverato non possa contare sull’assistenza di un parente o di un amico, anche in questo caso I Sardi Soccorso interviene fornendo al paziente acqua, giornali, vestiti e tutto ciò che non può procurarsi personalmente. Inoltre l’associazione è presente durante manifestazioni pubbliche come eventi sportivi, concerti, feste in piazza e tutte quelle occasioni in cui occorre garantire la sicurezza delle persone. E sempre a proposito della sicurezza, nella loro sede di via San Paolo 1 all’interno del Dopolavoro Ferroviario I Sardi Soccorso tengono corsi di formazione di primo soccorso, disostruzione delle vie respiratorie e utilizzo del defibrillatore con il rilascio dell’attestato BLSD. Recentemente poi la ONLUS si è dotata di una foresteria, un altro importantissimo servizio del quale si sente sempre di più la necessità, vista la tendenza della pubblica amministrazione a ridimensionare se non addirittura a chiudere i piccoli centri ospedalieri.

Si tratta di due piccoli appartamenti confortevoli e il supporto di un incaricato sempre reperibile, messe a disposizione per i soci e delle loro famiglie, nel quartiere della Marina, che consentono a chi non risiede in città di evitare un viaggio quotidiano per sottoporsi alle cure o dare assistenza a un proprio parente. «I primi ospiti sono stati una coppia ogliastrina di neogenitori di un bimbo prematuro», racconta il fondatore,« dopo le dimissioni della madre i due si sono potuti occupare del piccolo rimasto ricoverato un mese senza dover viaggiare ogni giorno. Perché in centro storico?», prosegue Cugusi, «intanto perché questo avevamo, e poi abbiamo pensato che un alloggio nelle zone degli ospedali può essere comodo, ma nei dintorni non c’è niente da vedere, mentre chi ha preoccupazioni  legate alla salute può trarre giovamento da una passeggiata a Cagliari ». Sicuramente l’obiettivo del fondatore, quello di onorare la memoria di due genitori attenti alle tematiche sociali, è stato pienamente raggiunto. Infatti l’apertura dell’associazione in questo senso è a 360 gradi: altre ai 50 e più soci attivi, tra ordinari e onorari, e tutto il personale qualificato, si possono contare 10 persone messe alla prova dal tribunale di Cagliari, che seguono un iter di riabilitazione e 10 studenti del Liceo Pacinotti  che svolgono il  percorso didattico di alternanza scuola lavoro e che usciranno da questa esperienza profondamente arricchiti umanamente e in termini di competenze pratiche.

220 cani e ricordare tutti i loro nomi, età, storie ed eventuali (purtroppo e troppo spesso presenti) patologie: se tutto questo vi sembra impossibile significa che non avete mai conosciuto Caterina Uccheddu, una delle volontarie più tenaci e impegnate che ci siano in Sardegna.

Responsabile del rifugio per animali randagi di Gonnosfanadiga, Amici degli animali, da 10 anni si prende cura nella struttura di 220 anime sfortunate: o meglio, che sfortunate lo erano prima di incontrarla. Entrare nel rifugio di Caterina, per chi ama i cani, dona una ventata di serenità e amore: come si può vedere dalle immagini, gli animali stanno liberi tutto il giorno e vivono insieme in totale armonia. Solo chi è in grado di “sussurrare” ai cani è in grado di compiere tale opera: Caterina Uccheddu si prende cura di loro nel corpo ma soprattutto nell’anima e i risultati, come si può vedere, sono tutti in quella quotidianità fatta di parole d’amore e sguardi affettuosi.

Nel rifugio, che non gode di nessun finanziamento pubblico ma si regge solo con le offerte dei sostenitori, operano 8 volontari (la cui giornata inizia alle 5,30 del mattino e si conclude a tarda sera) tra cui Valeria, la figlia dallo stesso cuore e anima di Caterina: ogni suo gesto e movimento è accompagnato da uno stuolo di quattro zampe adoranti che la seguono, solo per il fatto che lei c’è. Perché per chi ancora non l’avesse capito o non lo sapesse, a un cane quello che serve per vivere bene e nel rispetto della sua natura, è la costante presenza umana senza la quale, da animale sociale, non trova la sua corretta collocazione nel mondo.

Le cucce

Il rifugio è organizzato alla perfezione e ogni cane viene curato e trattato nel rispetto della sua storia (la maggior parte di questi animali proviene da situazioni di maltrattamento, abbandono o disagio come Pippo di cui vi avevamo già parlato, trovato in fin di vita con la testa sfracellata da una fucilata) e delle eventuali malattie (a parte la quasi sempre presente leishmania come nel caso di Ginevra nella foto, moltissimi ospiti sono anziani e con patologie serie e molto dispendiose). Ma sono le cucce ad essere il fiore all’occhiello della struttura: realizzate da un geometra proprio per il rifugio, costituiscono dei ripari caldi, “a castello” e sicuri con cuscini, materassini e coperte all’interno.

Pippo, ora ristabilito perfettamente, aspetta una famiglia

Le fatiche quotidiane per portare avanti un’opera simile, tutti i giorni, senza fondi (si pensi che solo per sfamare i cani al rifugio si spendono in cibo circa 1000 euro al mese) e senza ferie, riposo né poter staccare mai, è solo per grandi anime: Caterina Uccheddu è una di queste. Una Signora con la S maiuscola, che parla sottovoce, con garbo, gentilezza e dolcezza. Negli occhi un senso di passione totale per l’impegno della vita, quello di dare una seconda possibilità a creature innocenti e sfortunate, seguito con la stessa energia dal suo piccolo esercito di volontari, una “famiglia” che, in silenzio, opera con amore infinito.

Nel rifugio di Gonnos si trovano 220 cani bisognosi di una casa e di una famiglia (nella foto la splendida Bella) ma anche di cibo e coperte calde in vista dell’inverno.

Per aiutare Caterina Uccheddu: www.amicideglianimali.net,  348 6995817

Per donazioni: C/C postale (IBAN) IT52 M076 0104 8000 0008 1194 987

intestato a: ASSO.ONLUS AMICI DEGLI ANIMALI Via Porru Bonelli, 15209035 Gonnosfanadiga

Postepay: n° 4023 6009 2638 7673
intestata a: Maria Caterina Uccheddu
C.F. : CCHMCT53A69E085A

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Bella

Ginevra