Ha pubblicato un articolo dell’Unione Sarda sul suo profilo Facebook commentandolo come peggio non avrebbe potuto. Uno studente 20enne di Ingegneria dell’Università di Cagliari è al centro in queste ore di un vero e proprio caso mediatico che divide chi – pochi per fortuna – gli dà ragione e chi invece – spesso con eccessiva e ingiustificata ferocia – gli dà torto. 

«Continuate a dire “una” “la” ma lo volete capire che se ha il c… è un maschio. M… fattu beni. Trans di m… se fosse stato sincero si sarebbe evitato la morte. Le martellate sono il minimo». Questo il contenuto del post scritto in solidarietà dell’assassino di una trans riguardante un caso di cronaca in Alabama.

Il post è stato commentato da centinaia di persone e condiviso da una settantina. «Datemi del Fascista ma credo ancora nei valori della famiglia, del matrimonio tra uomo e donna e del fatto che uno non si svegli la mattina e decida di cambiare sesso», ha ribadito con un post più “politically correct”, ma non meno deciso nei contenuti, lo studente a chi lo accusava di omofobia.

Il consigliere del Cda dell’Ersu Gianluigi Piras ha scritto una lettera al Rettore Maria Del Zompo per segnalarle il caso. «Ho provveduto a scrivere direttamente al Rettore Del Zompo perché approfondisca il caso e si adoperi nel prendere provvedimenti verso lo studente reo colpevole di tale gesto squalificante per l’onorabilità della nostra università», spiega Piras. 

«Considerate tutte le battaglie e le iniziative condotte dall’università attraverso una sensibile esposizione della sua persona – scrive Piras al Rettore – mi domandavo se il comportamento dello studente (ferme restando le eventuali iniziative che vorrà prendere la magistratura) sia compatibile con il proseguo del suo status di studente presso la nostra illustre Università».

Ci sono sconfitte che non si dimenticano. Quella dei rossoblù contro il Piacenza al San Paolo di Napoli è una di quelle. Sono passati 24 anni da quel maledetto 15 giugno, ma ancora la sconfitta per tre a uno contro gli emiliani brucia nei ricordi dei tifosi sardi.

La curva A del San Paolo “invasa” dai tifosi del Cagliari

Doveva essere una festa, e invece fu un incubo. Dall’Isola ci fu un vero e proprio esodo di massa: in ventimila decisero di seguire la squadra di Mazzone che conquistò la possibilità di giocarsi la permanenza in Serie A al termine di una rimonta sul Piacenza che ebbe dell’incredibile.

Che gli dei del calcio avrebbero voltato le spalle a Tovalieri e compagni fu chiaro fin dall’arrivo dei tifosi sardi a Napoli. Una vera e propria guerriglia urbana, sassi e bottiglie contro i pullman che trasportavano i sostenitori rossoblù allo stadio da parte degli ultras partenopei, che quel giorno scelsero di schierarsi a fianco dei piacentini dando vita ad una rivalità che dura ancora oggi. Non si trattò soltanto di scontri fra hooligans made in Italy, ma di agguati veri e propri ai danni di famiglie e tifosi pacifici provenienti dalla Sardegna.

I novanta minuti, poi, furono il coltello nella piaga, il sale nelle ferite di quella brutta mattinata. L’incubo della retrocessione diventò realtà. Una sconfitta senza appello, con una buona dose di sfortuna e un Taibi, allora fra i pali del Piacenza, che quel giorno sembrava insuperabile.

La gara terminò tre a uno per il Piacenza. Al vantaggio dopo solo sette minuti del “toro di Sora” Luiso, seguì il raddoppio al 39′ su una sfortunata deviazione di Berretta sulla violenta punizione dell’ex Piovani. Il Cagliari entrò in bambola dopo il due a zero, e due minuti dopo fu il portiere rossoblù Sterchele a tenere accesa la speranza parando un rigore a Valtolina.

Nella ripresa, un boato proveniente dalla curva dei tifosi del Cagliari accompagnò le speranza di rimonta, riaccese dal gol del “Cobra” Tovalieri che riapre la partita. Il Cagliari, anziché trovare le forze per agguantare il pari e aggrapparsi con le unghie alla Serie A, si spegne, stremato dal caldo e dallo sforzo. Il colpo del ko fu ancora di Luiso a pochi minuti dal termine.

Un’immagine dellìesodo dei tifosi alla volta di Napoli

Una giornata da dimenticare ma che nessuno ha dimenticato, e l’immagine di Tovalieri, inginocchiato in lacrime davanti alla curva dei tifosi rossoblù, fu l’emblema di quella triste giornata.

Tovalieri saluta i tifosi del Cagliari fra le lacrime