Risolto l’enigma di un anello dal valore di 750mila euro scomparso a Parigi. La direzione dell’hotel Ritz, una delle strutture più prestigiose al mondo, ha comunicato al quotidiano francese Le Parisien che il gioiello è stato recuperato. Il proprietario aveva denunciato la scomparsa venerdì scorso presso la stazione di polizia del Centro di Parigi. “Grazie all’attenta operazione di perquisizione degli agenti di sicurezza, l’anello è stato ritrovato questa mattina”, hanno dichiarato gli agenti. Il proprietario ha espresso gratitudine nei confronti dei dipendenti del Ritz Paris che si sono dedicati alla ricerca.

Il cliente coinvolto è un dirigente di un’azienda malese, e l’incidente non è stato causato da un furto. Sorprendentemente, il gioiello è stato rinvenuto all’interno di un sacchetto dell’aspirapolvere. Gli avvocati del cliente della gioielleria hanno elogiato la polizia e il personale dell’hotel per le indagini svolte in tempi rapidi.

Il venerdì pomeriggio, il cliente malese, giunto nella capitale il giorno precedente, si è recato alla stazione di polizia per sporgere denuncia. Secondo la sua testimonianza, venerdì ha fatto una passeggiata nei rinomati quartieri parigini. Al suo ritorno da uno shopping intorno alle 11:30, ha notato la scomparsa dell’anello, precedentemente posato su un tavolo nella sua stanza. Inizialmente, i sospetti si sono concentrati sui dipendenti del Ritz.

Sabato, il turista malese ha lasciato Parigi per volare a Londra, pianificando di tornare solo per recuperare il suo anello. Attualmente, il gioiello è sotto il controllo della polizia. Si apprende che il Ritz ha offerto al cliente un risarcimento consistente in tre notti gratuite, tuttavia, il cliente sembra non voler trarre vantaggio da questo gesto commerciale.

John Deere, Valériane Deschamps, Phil Tondus e Marguerite Duprès sono i nuovi “studenti” iscritti presso una scuola francese dell’accorpamento Nitting-Voyer-Hermelange, situata nei pressi di Sarrebourg nella Mosella, nel Nord-Est della Francia. Questi nuovi iscritti non sono esseri umani, bensì quattro pecore. Questa provocazione è stata ideata come protesta contro una normativa che prevede la chiusura delle classi che non raggiungono un numero minimo di studenti per l’anno scolastico.

Il ministero dell’Istruzione francese aveva stabilito che i tre comuni dovevano avere almeno 98 iscritti per mantenere la quinta elementare operativa a settembre, ma il numero degli studenti era fermo a 94. Per colmare questo deficit, le pecore sono state prestate da un agricoltore locale. Ogni dettaglio è stato curato con precisione: ogni pecora è stata dotata di “genitori”, un indirizzo e una data di nascita. I dossier completi sono stati inviati all’Istruzione nazionale dall’ufficio del Comune, che ha sostenuto attivamente questa iniziativa.

La scelta delle pecore non è stata casuale: “a differenza delle pecore, i ragazzi non devono essere trattati come numeri”, ha spiegato Loïc Firtion, presidente dell’associazione dei genitori, in un’intervista all’Est Républicain. La classe, inizialmente avviata nel 2021 con 90 alunni, ha ora visto l’arrivo di questi nuovi “studenti” ovini, accolti con cartelli di benvenuto dai loro compagni di classe. Gli studenti hanno anche preparato un piccolo recinto all’esterno per consentire alle pecore di trascorrere il tempo in tranquillità durante la loro presenza a scuola.