Da quando è iniziata la guerra in Ucraina abbiamo visto tante foto e tanti video.

Nessuna però riesce ad essere tanto triste e tragica come quella che sta circolando nelle ultime ore in tutto il mondo.

Siamo a Mariupol, nell’Ucraina orientale, a 50 km dal confine russo. I bombardamenti russi nelle 48 ore hanno messo a ferro e fuoco la città. In uno di questi resta colpito Kirill, un bimbo di soli 18 mesi.

Kirill non ce l’ha fatta. E’ morto davanti agli occhi impotenti dei genitori, papà Fedor e mamma Marina. Tutto è successo in un ospedale senza elettricità né riscaldamento.

Questa foto, che raffigura il dramma di una famiglia come potrebbe essere quella di tutti noi, racconta in modo brutale e drammatico la guerra in corso. Una guerra in cui a pagare le conseguenze più gravi sono sempre i più fragili, i civili, le persone comuni, quelle che non hanno nessuna colpa.

Dopo dieci giorni di guerra, la Russia ha annunciato una tregua di 5 ore, stamattina, per permettere l’evacuazione dei civili da Mariupol e Volnovakha, due località sotto assedio e bombardamenti.

L’iniziativa però non è mai partita a causa di varie violazioni della tregua da parte delle forze russe, che continuano a bombardare la città e i dintorni, sul percorso previsto per il corridoio umanitario.

Domani dovrebbero svolgersi altri colloqui tra le delegazioni ucraine e russe, mentre lunedì si riunirà il consiglio di Sicurezza dell’Onu.

In questa giornata si rilevano, inoltre, due fatti importanti. Il primo ha visto la Russia sequestrare un ospedale psichiatrico ucraino. Il secondo riguarda invece il premier israeliano Naftali Bennett, che è volato a Mosca per incontrare Putin. Nei giorni scorsi Bennett aveva parlato anche con il presidente ucraino Zelensky.