Nel mantovano, i carabinieri hanno scoperto nel congelatore di un bar due carcasse di nutria.

Oltre ai resti dei due animali, altri cibi e prodotti privi di tracciabilità, tutti molto probabilmente destinati ai consumatori che si presentavano nel locale. Il 42enne barista è stato denunciato e ora è accusato di commercio di sostanze alimentari nocive.

Secondo le circolari interministeriali la nutria – roditore di origine sudamericana ma molto diffuso in Lombardia, soprattutto vicino ai centri urbani – non è adatta al consumo umano. Ancora più grave, poi, se la sua presenza nel menù non è segnalata in alcun modo ai clienti.

A fare il controllo sono stati i carabinieri di Marmirolo e del Nucleo Antisofisticazioni e Sanità (NAS) di Cremona, che hanno sequestrato oltre le carcasse delle nutrie, 30 chili di altri prodotti alimentari, per il successivo smaltimento.

Per l’uomo anche anche una multa salata da 4.500 euro, in quanto non ha rispettato le procedure Haccp – Hazard Analysis and Critical Control Points – che prevede l’analisi e il controllo dei rischi presenti nelle attività di ristorazione.

Per il bar è stata poi richiesta la sospensione dell’attività all’ATS Valpadana.

Una docente di matematica si è presentata nella sua nuova scuola per prendere servizio, ma in abiti insoliti: vestita da sposa.

La foto è stata pubblicata dai canali social dell’istituto Majorana di Martina Franca, scuola secondaria di secondo grado in provincia di Taranto con indirizzi tecnologico e sanitario, oltre che liceo scientifico.

La professoressa Carmela, ha dovuto infatti recarsi a prendere servizio il giorno delle sue nozze. Infatti sebbene uno riguardasse il suo futuro familiare, anche il suo avvenire lavorativa l’ha obbligata ad apporre la sua firma in presenza sui documenti.

Nel messaggio dell’Istituto si legge: “Ne abbiamo viste tante nella scuola, ma una così mai. Una nuova collega, almeno per quest’anno, doveva firmare l’assegnazione dell’incarico annuale per la disciplina di matematica, aveva un impegno molto importante ma ha trovato il modo di venire comunque a scuola”.

L’immagine è diventata virale sui social, accompagnata da centinaia di commenti di utenti che si congratulano con la docente-sposa.

In molti però hanno fatto osservare la farraginosità burocratica della necessità di presentarsi di persona per prendere servizio e l’impossibilità di delegare. Le amare parole della stessa docente che ha commentato la sua foto, che ha scritto che se non si fosse presentata, avrebbe perso il contratto annuale di supplenza.

A tal proposito sembra corretta l’analisi di un utente che ha affermato in un post: “Foto simbolo di come veniamo trattati noi precari. Neanche il giorno del matrimonio possiamo permetterci. O prendi servizio o perdi il lavoro”.