47 dipendenti della ditta di logistica BRT (ex Bartolini), sono risultati positivi al Coronavirus a Bologna.

Uno di loro è ricoverato in ospedale, sei in totale i pazienti con sintomi. Altre 17 persone, per lo più loro parenti e conoscenti, sono positive e riconducibili allo stesso focolaio. Tre di queste hanno riportato dei sintomi.

La notizia è trapelata dopo l’indagine fatta partire la settimana scorsa da un medico. Le comunicazioni dei dipendenti sarebbero arrivate in ritardo e questo non avrebbe aiutato a circoscrivere maggiormente il focolaio, stando a quanto riporta Repubblica. 

«Le regole, in magazzino, non venivano rispettate in modo sistematico – ha spiegato a Repubblica il direttore del dipartimento di Sanità pubblica dell’Ausl di Bologna Paolo Pandolfi -. Abbiamo notato che, qualche volta, le persone non usavano la mascherina e non rispettavano la distanza di sicurezza di un metro. Non è che non venisse usata la mascherina in generale, ma veniva usata in modo saltuario, quindi non in modo corretto».

La ditta – si legge in una nota stampa di BRT – «sta seguendo e gestendo con estrema attenzione l’evolversi della situazione legata al cluster Covid-19 verificatosi nel proprio magazzino di Bologna Roveri, e originato da lavoratori di servizi logistici di magazzino gestiti da una società esterna che si è prontamente attivata in stretta collaborazione con l’Azienda Sanitaria Locale».

Lignano Sabbiadoro: la “bravata”, se così si può definire, di sette ragazzi friulani ha fatto il giro del web indignando tutti.

Come riporta Il Messaggero, i ragazzi si sono fatti riservare un tavolo in discoteca – per festeggiare il compleanno di uno di loro – a nome “centro stupri”. Indossavano anche delle maglie con la medesima scritta.

Ma non solo: nel corso della serata, hanno ripreso tutto con gli smartphone e postato tutto sui social.

Appena i video hanno iniziato a circolare, i gestori hanno rimosso il cartellino. La bufera è scoppiata ovunque e dopo alcuni giorni i ragazzi hanno chiesto scusa dicendo che la loro altro non era che una “bravata”.