La Procura di Roma ha notificato questa mattina il sequestro della sede di Casapound.

Il provvedimento che ha come effetto il recupero del palazzo di notevole pregio storico situato in via Napoleone III, nel pieno centro della Capitale, arriva al termine di una lunga indagine condotta dalla Digos nei confronti del partito di estrema destra. 

Oltre all’occupazione abusiva di immobile i vertici del partito, Gianluca Iannone, Simone Di Stefano e Andrea Antonini, sono indagati per associazione a delinquere finalizzata all’istigazione all’odio razziale.

«Un momento storico, una vittoria per la città» ha commentato la sindaca Virginia Raggi.

Numerosi account social di Casapound e dei principali esponenti di spicco del partito di estrema destra sono stati bloccati su Instagram e Facebook.

Dal primo pomeriggio di oggi gli account risultano irraggiungibili. Salvi gli account Twitter, social network non di proprietà di Mark Zuckerberg.

La spiegazione è stata data all’Ansa da un portavoce di Facebook: «Le persone e le organizzazioni che diffondono odio o attaccano gli altri sulla base di chi sono non trovano posto su Facebook e Instagram. Candidati e partiti politici, così come tutti gli individui e le organizzazioni presenti su Facebook e Instagram, devono rispettare queste regole, indipendentemente dalla loro ideologia. Gli account che abbiamo rimosso oggi violano questa policy e non potranno più essere presenti su Facebook o Instagram».