Giovani e ritorno alla terra. La storia della tortoliese Marianna Serra: “La mia agricoltura in rosa”
Un esempio, quello rappresentato da Marianna, che dimostra come le donne siano il motore della ripresa e della crescita del nostro paese, motivo per il quale si dovrebbero incentivare il lavoro e l’imprenditoria femminile
Quattro anni fa, coinvolta dal compagno Michele, si è avvicinata al mondo dell’agricoltura e se ne è perdutamente innamorata. Stiamo parlando di Marianna Serra, 37enne tortoliese, che da quel momento ha deciso di trascorrere le proprie giornate tra i campi e la rivendita di frutta e verdura di via Foddeddu a Tortolì.
«Mi sono avvicinata a questo mondo per caso, incuriosita dal mio compagno che da sempre lavora nell’azienda agricola di famiglia – spiega Marianna – Ed è stato subito amore. Vedere crescere quello che hai seminato, lavorare sodo con le proprie mani, seguire il ciclo delle stagioni, sono aspetti di questo lavoro che per me hanno un enorme valore. In questo momento di crisi economica, poi, il ritorno alla terra credo possa rappresentare una soluzione efficace per molti giovani».
Un esempio, quello rappresentato dalla giovane ogliastrina, che dimostra come le donne siano il motore della ripresa e della crescita del nostro paese, motivo per il quale si dovrebbero incentivare il lavoro e l’imprenditoria femminile. In Europa, infatti, le donne che producono e trasformano gli alimenti della terra e che spesso promuovono attività supplementari che vanno anche oltre la produzione agricola, sono già tantissime. E apportano un importante valore aggiunto alla vita economica e sociale delle aree rurali. In Italia i dati non sono così entusiasmanti ma dimostrano comunque come le donne nel tempo stiano diventando il perno delle aziende a conduzione familiare e timoniere di piccoli e grandi business.
Marianna, spesso in compagnia dei tre figli, si occupa dell’azienda agricola a tutto tondo: la si vede tra i campi a raccogliere e seminare la verdura, dietro al banco della rivendita sempre sorridente con i clienti, con gli stivali di gomma a innaffiare e concimare gli ortaggi. «Ho sempre pensato, prima di imbattermici in prima persona, che quello dell’agricoltura fosse un settore prettamente “maschile” – racconta la giovane contadina-imprenditrice – Invece mi rendo conto di quanto sia adatto a noi donne, che abbiamo la cura e la forza nel DNA. Parlo di cura e forza d’animo perchè questo è un lavoro che richiede tantissima passione e sacrificio, non è certo un mestiere per tutti».
La sveglia di Michele e Marianna, infatti, suona sempre all’alba. E a prescindere dal meteo, la coppia deve occuparsi dei terreni coltivati ogni giorno. Non esistono feste, domeniche e ferie. Ma loro non se ne preoccupano, sono felici del proprio lavoro e nonostante la fatica, orgogliosi di quanto stanno mettendo in piedi, con il proprio sudore.
«La mia attività si occupa di produrre ortaggi a chilometro zero, prodotti di stagione sempre freschi – conclude Marianna Serra – I clienti sembrano sempre molto soddisfatti e questo mi regala la carica per migliorare ed andare avanti, per far rinascere l’agricoltura locale e portare nelle tavole degli ogliastrini frutta e verdura genuine, visto e considerato che il mercato è invaso da prodotti portati dall’estero. Spero che i miei figli un giorno possano essere orgogliosi di quello che la mamma sta portando avanti con fatica ed entusiasmo».
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