Tanti eventi per grandi e piccini previsti per il 1 novembre. Comune denominatore, per l’associazione Manima al timone della manifestazione, la riscoperta delle nostre tradizioni.

«Quest’anno abbiamo pensato di arricchire l’evento con delle novità. Come già annunciato alla chiusura della scorsa edizione, stiamo cercando di impegnare tutta la giornata del primo di novembre. Facciamo un piccolo passo avanti verso l’evoluzione di questa piccola manifestazione a cui siamo particolarmente legate» spiega Carla Manca, alla guida dell’associazione «Quando si vuole creare attrazione usando prevalentemente la cultura, nello specifico la riscoperta di antiche tradizioni, i passi non possono che essere piccoli e cauti. Ogni elemento è frutto di una ricerca accurata e si vuole offrire un percorso di conoscenza e di valori che ci aiutino a riscoprire la nostra identità culturale che rafforzi anche un senso di appartenenza ultimamente sbiadito».

La valenza di questa giornata è molteplice. Sicuramente al centro c’è il recupero delle usanze legate alla celebrazione di Ognissanti. Tante erano le pratiche legate a questa festa religiosa e l’intento è quello di riscoprirle e di raccontarle, anno dopo anno. Così come sono tante le nozioni legate al culto dei morti e le pratiche che si realizzavano per ricordare le anime dei propri cari scomparsi. Parallelamente l’associazione sta portando avanti avanti lo studio della stregoneria e della mitologia sarda. «L’intento è sempre quello di raccontare ai nostri bambini che non è necessario imitare le culture che arrivano da altri popoli, antiche e importanti, ma non nostre. Abbiamo le nostre streghe, i nostri spettri e le nostre leggende. E come ogni anno le racconteremo e le metteremo in scena. Un aspetto culturale molto importante, frutto delle nostre ricerche è il legame diretto molto suggestivo, tra il culto dei morti e i cicli dell’agricoltura. Legame dall’origine molto antico che arriva fino alla storia dei nostri nonni. Tutto questo, cercheremo di metterlo in mostra con piccole esposizioni lungo le vie del centro storico. Aspetto, quello della dislocazione, a cui non vogliamo rinunciare. Il centro storico di ogni paese è il cuore della comunità. Luogo d’origine degli intrecci del suo tessuto sociale. E’ importante animarlo e farlo conoscere ai nostri bambini e ai giovani. Si devono nuovamente impossessare di questi spazi urbani ormai in abbandono.Miriamo a far diventare questo un evento importante, ma che ci appartenga veramente e in cui ogni compaesano possa riconoscersi e identificarsi» concludono le organizzatrici dell’evento.

Il programma dell’evento: 

• Evento teatrale realizzato all’aperto, nelle vie del centro storico. Opera di teatro di strada sulla stregoneria sarda, interamente scritta e realizzata dalla stessa compagnia, sulla base delle tradizioni popolari locali, a cura dell’Associazione culturale Simul e Compagnia Teatrale Bisus.

• Allestimento nella cucina di “Sa domu beccia”, della tipica cena che fino a qualche decennio fa, si usava preparare per le anime dei defunti. Ricorderemo quindi l’origine dell’espressione “su beni ‘e is animas”.

• Mostra dell’agricoltura con allestimento di un percorso storico dall’epoca nuragica al 1900, con cui descriveremo il legame esistente tra il culto dei morti e l’agricoltura. Ci saranno anche altre esposizioni che, pur non strettamente legate al tema dell’evento riportino alla luce altri aspetti della nostra storia e della nostra cultura, come l’esposizione dei giocattoli antichi; la mostra “degli intrecci”, con esposizione di cesti e canestri, ma anche di nasse, legate ad un’altra importante realtà storica del paese che è la pesca; l’esposizione dei ricami e dei tessuti della lavorazione tipica tortoliese, ricchissima e antica; la mostra fotografica realizzata dalla Scuola Media di Monte Attu, già esposta in seno all’evento del Giro d’Italia, di foto precedenti agli anni 50, che hanno come protagonista la bicicletta.

• Il fulcro di questo evento sarà la piazza e lo spazio prossimo alla nostra Cattedrale, la chiesa di Sant’Andrea. Fondamentale sarà per noi ricordare le celebrazioni e le usanze legate all’aspetto religioso di questa giornata.

Termina oggi il convegno “La Nostra Sardegna” tenutosi all’Orlando Resort, a Villagrande, organizzato dal Partito Sardo d’Azione.

Nella giornata di venerdì, interamente dedicata ai dirigenti sardisti, hanno avuto inizio i dibattimenti. Sabato, l’invito è stato esteso a tutti i partiti che siedono in Consiglio regionale.

A dare il benvenuto al pubblico, Christian Solinas (Segretario Nazionale del Partito Sardo d’Azione), Giuseppe Loi (Sindaco di Villagrande), Salvatore Giaccu (Presidente PSd’Az), Efisio Arbau (Presidente de La Base), Gianfranco Ganau (Presidente del Consiglio Regionale), Pietro Pittalis (capogruppo di Forza Italia). Erano inoltre presenti Renato Soru, Ugo Cappellacci, Giuseppe Luigi Cucca, Paolo Maninchedda ed Emilio Floris.

Con Antonio Moro (Ufficio Stampa CRS) come moderatore, si sono dibattuti temi scottanti: la continuità territoriale, il tema delle entrate, la parità di genere, l’autonomia della Sardegna.

Su quest’ultimo punto, in particolare, è stata ravvisata la forte approvazione dei sardisti, la freddezza un po’ distaccata del centrodestra e l’aperta contrarietà del centrosinistra.

Nel pomeriggio, si è parlato di tutela e valorizzazione dei beni culturali. Erano presenti Bachisio Bandinu, coordinatore dei lavori, e altre personalità di spicco del settore tra le quali Emanuele Lilliu, sindaco di Barumini, l’archeologa Gianfranca Salis, il prof. Giuseppe Puddu.

L’intervento di Vittorio Sgarbi, Critico d’Arte, ha tenuto per un’ora e mezza il fiato dei partecipanti in sospeso.

Per oggi sono previsti ulteriori dibattiti, in particolare verrà posta attenzione ai Percorsi di Autogoverno in Europa, Catalogna, Corsica, Paesi Baschi.