Hanno scelto di continuare la battaglia per l’apertura dell’Emodinamica dell’ospedale di Lanusei con una forma di protesta oltremodo drammatica ed eclatante: lo sciopero dei farmaci salvavita. Lo hanno fatto nel corso dell’incontro informativo che si è svolto ieri sera nella piazza centrale di Bari Sardo.

Francesco Doneddu, a capo dell’associazione “Amici del cuore” che raggruppa i 1200 cardiopatici ogliastrini, non ha avuto dubbi. “Siamo pronti a buttare le nostre medicine sino a quando la Regione non darà il via libera all’Emodinamica” ha rilanciato il presidente del sodalizio . A dire il vero, questa estrema forma di protesta era già stata programmata per i mesi scorsi ma le rassicurazioni del presidente della Giunta regionale Francesco Pigliaru e del suo assessore alla Sanità Luigi Arru, in visita in Ogliastra, avevano dissuaso i cardiopatici dal metterla in atto. Ora però si sentono presi in giro, tanto più che per l’importante servizio sono stati finanziati e spesi 854mila euro di fondi dell’Unione europea.

Con loro, a sostenere una battaglia che si preannuncia infuocata, ci sarà anche Giorgina Secci, presidente dell’associazione di Pubblica assistenza di Urzulei. Che ieri sera non è voluta mancare all’iniziativa organizzata nel comune ogliastrino dal comitato spontaneo “Giù le mani dall’Ogliastra”. “Anche a me – ha fatto sapere Secci – hanno dato rassicurazioni sull’istituzione di servizi indispensabili per la nostra comunità come la guardia medica ma, se non dovessero arrivare risposte concrete, riprenderò lo sciopero della fame e, finito il mio turno di lavoro, mi incatenerò alle porte del Municipio”. La protesta monta, e rischia di scorrere come un fiume in piena in tutti e 23 i comuni. Nella vertenza Ogliastra i motivi di preoccupazione sono tanti: dalla temuta soppressione del Tribunale di Lanusei, e in questo caso sono scesi in piazza gli avvocati con la proclamazione dello sciopero, al depotenziamento del Nostra signora della Mercede che sabato mattina registrerà un ulteriore capitolo. Una catena umana per “abbracciare” l’ospedale.

La patata bollente passa ora nelle mani di Pigliaru (che ha appena chiuso un altra controversa querelle con il comitato 16 novembre guidato da Salvatore Usala, malato di Sla che ha appena concluso lo sciopero della fame) da un parte, e del ministro della Giustizia Andrea Orlando dall’altra. Su questo fronte l’avvocato Gianni Carrus, che ieri ha partecipato all’incontro assieme al sindaco di Lanusei Davide Ferreli, reduce dal digiuno durato giorni, e a quello di Barisardo Paolo Fanni, ha chiesto al ministro un atto concreto. Un decreto “uguale e contrario” a quello dello scorso 12 agosto, provvedimento che istituisce la Commissione Vietti chiamata a ridefinire la geografia giudiziaria nazionale basata sulla densità abitativa. “Solo così- ha spiegato Carrus- si potrà evitare definitivamente al tribunale di Lanusei la tanto temuta chiusura”.