La luna sorride a Bruce Springsteen che grida “Ciao Roma!”. Vistanet presente al concerto nella capitale

Emozioni forti al concerto di Bruce Springsteen al Circo Massimo di Roma. L’artista è tornato dopo sette anni nella Capitale e si è esibito con 27 canzoni del suo storico repertorio, dopo la pioggia pomeridiana che per fortuna è cessata permettendo alle 60.000 persone presenti di godere della straordinaria performance.
La luna sorride a Bruce Springsteen che grida “Ciao Roma!”. Vistanet presente al concerto nella capitale.
Emozioni forti al concerto di Bruce Springsteen al Circo Massimo di Roma. L’artista è tornato dopo sette anni nella Capitale e si è esibito con 27 canzoni del suo storico repertorio, dopo la pioggia pomeridiana che per fortuna è cessata permettendo alle 60.000 persone presenti di godere della straordinaria performance.
Intensa partecipazione del pubblico durante “Because of the night”, canzone che scrisse nel 1978 con Patti Smith, nota in Italia anche per essere stata utilizzata come sigla del programma di Enrico Ghezzi “Fuori Orario” dove compaiono le immagini del tuffo nelle acque profonde del film “L’Atalante” di Jean Vigo.
Esplosione di entusiasmo durante il cavallo di battaglia “Born in The Usa”, composto nel 1984 per un film di Paul Schrader mai realizzato.
A 73 anni ed un’energia da trentenne, ha incendiato il palco per quasi tre ore di concerto a colpi di rock, con contaminazioni ed incursioni dal blues, jazz e gospel. Ad un certo punto ha aperto per pochi secondi la camicia e sembra essere tornato a sette anni, nel 1956, quando assistette da bambino alla prima celebre esibizione di Elvis Presley.
La luna crescente sembrava sorridere vicino al palco mentre il cantante ha ricordato il suo amico che non c’è più in “Last man standing”. Canzone dedicata ad una delle prime band di cui fece parte da adolescente, i “The Castiles”, capeggiata dal suo compagno di scuola George Theiss. Bruce ha ricordato che l’unico ad essere rimasto in vita di quella formazione è lui, da qui il titolo della canzone.
Vibrazioni commoventi, dal mood nostalgico, tornate con l’ultima canzone in scaletta: “I’ll See You in My Dreams”, un omaggio ad un altro amico scomparso, Michael Gudinski, suo promoter morto nel sonno nel 2021. Una promessa di rivedersi nei sogni, il dipinto di un quadro dove i due amici si ritrovano in riva al fiume.
Memorie che compaiono nella una sua autobiografia del 2016 intitolata “Born to Run”, in cui racconta la sua vita, la sua carriera e le sfide personali che ha affrontato lungo il suo cammino.
Bruce ha salutato gridando “Ciao Roma!”, un momento prezioso della storia della musica della Capitale, nella speranza che possa non essere l’ultimo suo concerto in questa città come alcuni tra il pubblico, con un po’ di struggimento, hanno ipotizzato.
Ma non dimentichiamo che il suo soprannome affettuoso è “The Boss”, ottenuto grazie la sua capacità di prendere decisioni rapide sul palco e dirigere la band durante le performance: lunga vita al principe del rock.

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