Botteghe storiche della capitale, eccellenze del made in Roma

La storia della città di Roma non è conservata esclusivamente nel patrimonio culturale e artistico. Ci sono botteghe che si tramandano di generazione in generazione e alcune di queste vivono nella capitale da più di cento anni.
Botteghe storiche della capitale, eccellenze del made in Roma.
La storia della città di Roma non è conservata esclusivamente nel patrimonio culturale e artistico. Ci sono botteghe che si tramandano di generazione in generazione e alcune di queste vivono nella capitale da più di cento anni.
Nell’albo comunale delle attività storiche se ne contano più di 200 e undici di queste sono considerate d’eccellenza, merito attribuito a tutte quelle attività che vengono portate avanti da più di 70 anni e per oltre tre generazioni. I settori di competenza sono davvero vasti; liutai, cioccolaterie, rilegatori di libri e calzolai, professionisti che hanno avuto modo di lavorare per personalità illustri e che hanno portato in alto il nome del Made in Roma.
L’arte di rilegare libri
Da più di un secolo la famiglia Del Vico si occupa di rilegare libri. Lo fanno da sempre, di padre in figlio si tramandano i segreti di un mestiere complesso resistendo all’era delle macchine e dei computer. In Vicolo del Governo Vecchio, nella loro bottega, si occupano di restituire vita a libri malmessi e corrosi dal tempo, o magari incidono a suon di scalpello delle copertine per committenti esigenti. Nel corso della loro attività hanno avuto la fortuna di incontrare e lavorare per personaggi come Ratzinger, quando era ancora un cardinale e aspirava al pontificio, o per Giorgio Napolitano, undicesimo presiedente della Repubblica.
La Mecca delle cravatte
In via dei Coronari esiste una vera eccellenza del fatto a mano, la famiglia Talarico veste dalla fine degli anni ’90 una grossa fetta della classe dirigente italiana. Qui sono passate autorità nazioni e internazionali, presidenti della repubblica, primi ministri e amministratori delegati. Da Cossiga a Mattarella, Da Berlusconi a Mario Draghi, e poi ancora Obama, Bush e Trump, i Talarico hanno saputo accontentarli tutti. Come diceva Oscar Wilde “Una cravatta ben annodata è il primo passo serio nella vita.”
L’ospedale delle bambole
Spatole, stucchi, smalti e colla, è questo il ritmo scandito nell’ospedale delle bambole. Nonostante il nome possa tradire in questa bottega ci si occupa di tutto, si ripara il riparabile. Era il 1953 quando la famiglia Squatriti alzò per la prima volta la serranda in via Ripetta, da allora migliaia di oggetti hanno trovato una seconda vita grazie alle attenzioni di questi artigiani. La vetrina della loro attività è celebre per la quantità di bambole esposte, tutte in fase di riparazione, da qui arriva il nomignolo “l’ospedale della bambole”. Quella del riutilizzo più che un mestiere è una filosofia di vita, con un po’ di colla e molta pazienza si possono aggiustare un sacco di cose, non tutto quel che è rotto è perduto.
Confetteria Moriondo&Gariglio
Per conoscere l’inizio della storia romana di questa cioccolateria bisogna fare un salto indietro nel tempo fino al 1870, quando con la breccia di Porta Pia i Savoia si trasferirono a Roma e con loro anche Moriondo e Gariglio. I due artigiani del cioccolato originariamente avevano la loro bottega a Torino ma per servire il re si trasferirono a Roma, da quel momento sono rimasti in attività nonostante i numerosi traslochi dettati dalla trasformazione della città.
In molte di queste botteghe il tempo sembra essersi fermato, ci sono gli stessi odori e colori da decenni, si lavora ancora a mano, pezzo dopo pezzo. Nonostante il mondo sia cambiato, e anche piuttosto velocemente, hanno scelto di resistere e molti di loro sono riusciti ad affermarsi come eccellenze.

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