Lo sapevate? A Roma le fontanelle pubbliche vengono chiamate “nasoni” e sono uno dei simboli della città

Roma da sempre è stata la città con più fontanelle pubbliche sparse sul proprio territorio. Tali fontane, che distribuiscono acqua potabile gratuita, sono dette “nasoni” ma in realtà hanno diverse fogge. In tutto sono circa 2500 (più 114 di altre
Roma da sempre è stata la città con più fontanelle pubbliche sparse sul proprio territorio. Tali fontane, che distribuiscono acqua potabile gratuita, sono dette “nasoni” ma in realtà hanno diverse fogge. In tutto sono circa 2500 (più 114 di altre forme). A queste fontanelle sono legate numerose leggende. Adornano le piazze più importanti e le viuzze periferiche e sono uno dei simboli di Roma. Questo nome prende spunto dal tipico rubinetto ricurvo di ferro, la cui forma ha richiamato l’idea di un grande naso.
Sono alte circa 120 cm, il materiale di costruzione è la ghisa e pesano ciascuna circa un centinaio di kg. Vediamo la storia dei nasoni.
Nel 1874 il Comune realizzò, su iniziativa del primo sindaco della capitale unitaria, Luigi Pianciani e dell’assessore Rinazzi, una serie di fontanelle, per uso pubblico e gratuito, in ghisa, di forma cilindrica, alte circa 120 cm e provviste di tre semplici bocchette da cui l’acqua precipitava direttamente nel condotto fognario, attraverso una grata sulla base stradale. L’unico decoro era costituito dalle teste di drago che ospitavano i cannelli di uscita.
Ben presto le teste di drago scomparvero dai modelli successivi, e rimase semplicemente un unico tubo metallico ricurvo che suggerì ai romani il nome di “nasone” con cui ancora oggi sono conosciute queste fontanelle. Una delle più antiche è ancora funzionante in piazza della Rotonda (Pantheon), a un paio di metri dall’omonima grande fontana, mentre una ricostruzione molto più moderna si trova, con tutt’e tre le bocchette, in via delle Tre Cannelle, che ha preso appunto il nome dalla fontana antenata dei nasoni. Altre antiche si trovano in via di San Teodoro (vicino alla Bocca della verità) ed ancora in Piazza San Giovanni della Malva ed in piazza Priscinula a Trastevere.
Nel tentativo di contenere lo spreco di acqua (che in effetti tutt’oggi corre liberamente e continuamente), poco dopo il 1980 il Comune modificò molti nasoni con l’applicazione di un meccanismo (una rotella metallica o un pulsante) su un cannello di ottone, posto più in alto del cannello originale, che venne asportato. Il consumo idrico venne in effetti drasticamente ridotto, ma la caratteristica fontanella perse così il principale elemento caratterizzante, e inoltre l’innovazione si rivelò antiestetica e poco pratica; il Comune rinunciò presto al progetto, ma complice anche l’opera dei vandali, il danno era ormai fatto.
Nel territorio del comune di Roma i “nasoni” sono circa 2.500, dei quali 280 all’interno delle mura; a questi si aggiungono altre 114 fontanelle che distribuiscono gratuitamente acqua ai romani, ai turisti e agli animali di Roma.
Nel 2009 l’Acea, l’ex azienda municipalizzata del Comune di Roma, oggi società multiservizi nei settori idrico, elettrico e ambientale, per festeggiare i suoi primi 100 anni di vita ha realizzato una mappa per consentire ai turisti di trovare i “nasoni” presenti nel centro storico di Roma. L’opuscolo, in italiano e in inglese, dal titolo: “L’acqua è un tesoro. E Acea ti regala la mappa”, contiene notizie utili sulle fontanelle, alcuni brevi cenni storici e si può scaricare gratuitamente dal sito dell’azienda www.acea.it
Sempre sul sito di Acea è possibile anche visualizzare e scaricare gratuitamente la carta di identità dell’acqua distribuita a Roma, dove sono riportate le caratteristiche medie della risorsa idrica.

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