Il rutto nell’antica Roma: quando era un gesto di buona educazione

Non per tutte le culture il gesto di "ruttare" viene percepito come segno di maleducazione. Anzi, gli antichi romani lo consideravano un'espressione di conviviale apprezzamento.
Il rutto nell’antica Roma: quando era un gesto di buona educazione.
Non per tutte le culture il gesto di “ruttare” viene percepito come segno di maleducazione. Anzi, gli antichi romani lo consideravano un’espressione di conviviale apprezzamento.
Quando mangiamo o beviamo, soprattutto se fatto di fretta, ingeriamo anche aria, che entra nello stomaco insieme al cibo o alle bevande.
Nel nostro stomaco, oltre all’aria ingerita, si possono formare gas prodotti dalla digestione, che si accumulano e aumentano la pressione nello stomaco.
Se la pressione del gas aumenta troppo, il corpo reagisce e si apre lo sfintere esofageo superiore, una sorta di valvola tra l’esofago e la gola.
Il gas risale rapidamente lungo l’esofago ed esce dalla bocca, producendo il classico suono del rutto.
Oggi, in molte culture occidentali, ruttare a tavola è considerato un comportamento maleducato o volgare.
Se potessimo però tornare indietro di duemila anni, nell’antica Roma, potremmo trovarci davanti a una realtà sorprendente: il rutto era visto come un gesto naturale, perfino di civiltà. Un segno di benessere e libertà del corpo.
Per i Romani, il banchetto era molto più di un semplice momento per nutrirsi: era un rito sociale, un’occasione per rafforzare alleanze politiche, mostrare ricchezza e coltivare relazioni.
Una vera e propria manifestazione di benessere fisico e di soddisfazione per il cibo ricevuto.
All’epoca veniva percepito come un modo per lasciar fluire ciò che il corpo aveva bisogno di esprimere, evitando ogni tipo di repressione “innaturale”.
Ovviamente questo non significava che tutto fosse concesso in modo scomposto. I Romani erano attenti alla moderazione, in latino “temperantia”, considerata una delle virtù fondamentali nella vita quotidiana. Tuttavia, ciò che distingueva un buon commensale non era il contenimento rigido, ma l’equilibrio tra spontaneità e rispetto del contesto. Se un rutto scappava durante un convivium, ossia il classico banchetto romano, era accolto con una risata o con indifferenza, come segnale che il cibo era stato gradito. Reprimere forzatamente un rutto poteva essere considerato poco sano e ridicolo.
Persino l’imperatore Claudio, secondo quanto riportato da Svetonio, aveva emanato un decreto che permetteva di ruttare liberamente durante i banchetti, proprio per evitare che gli ospiti, potessero stare male.

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