Lo sapevate? Da dove viene l’espressione “… e de tu nonno in cariola?”

L'origine di queste espressioni può essere ricondotta alla cultura popolare romana, nota per il suo linguaggio vivace e spesso colorito. Tre le versioni ufficiali: e tu le conosci?
Lo sapevate? Da dove viene l’espressione “… e de tu nonno in cariola?”
L’origine di queste espressioni può essere ricondotta alla cultura popolare romana, nota per il suo linguaggio vivace e spesso colorito. Tre le versioni ufficiali: e tu le conosci?
La parlata romanesca è ricca di espressioni idiomatiche offensive e creative.
Oggi ci soffermeremo a riflettere su un insulto piuttosto greve che racchiude rabbia, frustrazione e disprezzo, ossia “mortacci tua e de’ tu nonno in cariola”.
Se la forma dialettale “mortacci tua” è un palese riferimento ai “morti”, nata per maledire gli antenati di qualcuno (una sorta di corrispettivo popolare delle maledizioni divine che troviamo spesso nella mitologia greca e nelle scritture).
Con “de tu’ nonno” si aggiunge all’insulto anche chi è prossimo alla morte, ossia il parente più anziano con problemi di salute.
Una versione considera la traduzione più immediata di “cariola” ossia “la carriola”, mezzo di trasporto utilizzato per spostare materiali pesanti.

Un ospedale
Immaginare il proprio nonno in una carriola è una scena ridicola ed è facile che questa associazione aumenti l’offesa.
Oltre a questa spiegazione, ne esiste un’altra che si riferisce ai letti dotati di ruote. Alcuni, aventi un unico piano, ed altri con un secondo ripiano chiamato “cariola”, poco più piccolo del primo, munito di piccole ruote di legno e generalmente usato per posizionarvi dei bambini sotto il letto dei genitori.
Anche in questo caso l’immagine di un anziano relegato in un letto sotto quello dei genitori a cui è rivolto l’insulto è altrettanto umiliante.
E lo diventa, (nell’intenzione classista e non nell’effettiva dignità sociale), ancor di più se pensiamo che il letto con le ruote nacque nel Rinascimento per far riposare i servitori sotto il talamo patronale.
Ci siamo recati all’ospedale Fatebenefratelli di Roma ed abbiamo scoperto che la Sala Assunta, oggi usata come spazio di accettazione amministrativa dei pazienti, nel 1700 era utilizzata per ospitare sia letti individuali fissi che le cariole da degenza dotate di ruote.
Consigliamo di visitare questo luogo di grande valore storico, fatto di arzigogolate cornici barocche e dipinti con rappresentati la Madonna, angeli di stucco e affreschi su Papa San Clemente e sulla vita di San Giovanni di Dio (fu quest’ultimo a dire “fate bene, fratelli” e da qui nacque il nome dell’ospedale nel 1584).

Una sala del Fatebenefratelli
È in questo luogo di cura che trovavano assistenza e riparo tanti “nonnetti in cariola”, testimone di importanti eventi storici e che ha giocato un ruolo cruciale durante periodi difficili, come la Seconda Guerra Mondiale, quando il Fatebenefratelli forniva rifugio ai perseguitati.
Questo è solo un esempio di come Roma permetta di fare salti storici ed antropologici che intrecciano sacro e profano, solenne e ragguardevole, cristiano e pagano.
Le espressioni forti come questa hanno, del resto, una funzione catartica che consentono di sfogare emozioni intense in modo rapido e diretto.
foto 1 : carriola per materiali pesanti
foto 2 : letto moderno con ruote
letto 3: Sala Assunta Fatebenefratelli

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